Critica Sociale - anno XXIX - n.3 - 1-15 febbraio 1919

34 ClUTlCASOùlALE luoltre, pel' le part.icolari condizioni_ Lennich~ de!~ · l'Italia, la nostra agricoltura gode ,cl1 strnordmaru privilegi. . . . La Lemperatura media_ è_ p1~ alL~ 1~ _H~ha e la differenza tra i suoi massn_m e 1 ~uo1 m11111:11. è_mollo ridoUa, onde viene che gli alben caratlenst1c1 <lella flora mediterranea, che non tollerano le gelate ?pe– cialmente primavel'ili, possono o_sse1~ecoll1vat1 111 piena aria, largamente, con tutta s10ur·ezza. Per que– sto Ja fruLLicultura può e deve essere straord11').arta– mente i11Lens1ficatain ltalia. L'inverno non è-soltanto mite, ma breve, ciò che_ ci perm~tte ,ct1o~tenere a! giusto grado <li maturazione. mol~1 proctott1 vegetali in epocne abnormi e portarh_m mercau lontant, aove e quando sono pagaH a ea~·1ss1mo prezzo. . . ·. La brev1tù aeH rnverno 1tahano, prolungando 11 per10cto e1.e1ratl1vnà_ vegetativa, pern1eLte au agricol– tore menruonale di rae.cogllere il suo proauito al tempo voluto ctal mercato, e _.<li lasciare _ne~ campo alcune p1anLe (11110, canape, cipolle, tuberi, foraggi), per la maturazwne delle sememi_. Ecco come .le Lerre menclionali possono diventare 1 semenz.a1 del bet– Lentrione. La lunghezza -del periodo adatto .alla vegetazione. coni'erisce a11 ·1taha 11 smgolare pr1v1leg10 d1 poter presentane prati a vegetazione perenne, che in tutto l'anno offrono erba fresca al bestiame. Ciò, oltreché nel ::iettent.rione, può ottenersi anche nel Mezzogior– no col prato irnguo avvicenclat~ ai c•ereali, mer-cè la irrigazione estiva !'esa poss1b1le dalle acque m– vernah cont.cnuoo nei bacini imbriferi. Oggi non è possibile far succed,ere, nel~o s_tesso terreno e nello stesso anno, al frumento il grano-. turco come secondo raccolto, perché l'Italia fneri– aionale gli offre hensì la luce ~ il calore nec,ess~r~i alla sua parte aerea, ma non l acqua per le ra-d1è1, · mèn tre nel N orci, alla fine cli autunno, _gli viene a difettar.e il calore necessario a-lla p-erfotta matura– zione dei S:emi. Orbene; perchè, con una sapiente coordinazione delle doti fisiche dell'Italia, non· si potrà nel Mezzogiorno irrigar.e l,e l,erre a grano– turco, e nel Nord, anziché seminarlo dopo la mieti– tura, trapiantarlo così come si studia di f are pe r il riso? Le piant:ine, ,dopo aver trascorsa la fa.se <lrel loro sviluppo in apposita aiuola, crescer.e bbero in pi,eno campo e mal.urerebbero i loro semi nella in- fuocata estate diella vaJle padana. , r'nfìn.e, mentre ai pae:~i nordici non . è possibile modificare il binomio che li caratterizza: « molta acqua e poca luce>>; noi, invece, possiamo 1110-d,ifi– care ambedue i termini del nostro binomio: « poca acqua e molta luce», ~emperando l'aridità estiva colla irrigazione, la luce coll'ombra. L'irrigaz·ione in clima ari,do significa radici nel– l'acqua e foglie in atmosfera secca, calda, illumi– nala, ossLa nell'optimum delle condizioni. Si ripa– rano cogli alberi le pia11Le che non amano ecoessi ,di luce e di calore ed ecco il sottobosco sotto il bo– sco, l'orlo sotto il ·rrutt.clo, la campagna coi ltinghi filari ,di gelsi, di alberi da frutta, di pioppi mari– tali nlle viti. B questo· un altro privilegio esclusivo dei paesi meridionali e che sempr,c più si afferma nc,lJ.cnostre campagne: la consociazione delle piante erbacce colle arboree. Poichè gli alberi approfon– dano le loro radici ad un livello più basso. e disten– dono i loro rami in tin piano più alto che non le piant,e erbacee, ~ possibile nelle nostre campagne -- data. la inLens1tà della illuminazione. - utilizzare conbemporaneamente suolo e sottosuolo, ottenere insieme la messe· e il raccolto delle frutta. Come, per I.a lunga ·stagione· calda, l'Italia può ottenere nel medesimo ettaro due raccolti nell'anno, cosi, per l'abbo ndanza cli luce, può consociare sul medesimo ell.nr· o la produzione erbacea e l'nrborea; raddop- - Biblioteca Gino -Bianco pii;m~ così la produzione nel tempo e raddoppiarla una seconda volta nello spazio. Ci indugiammo sullo studio ·,dell'Ulpiani, sia per-:-– chè la sua lettura è ·estremamente allettante per 1101 italitmi, tutti un po' innamorati della terra, anche .• se sradicati da essa e g,ettati .sugli asfalti del1e cit!,à; sia prer -dimostrare che questo nostro, pa,ese ha r1c– chezz,e cospicue e peculiari, che sfìd,e·rebhero la con– corr,enza cllel Centro e -del Nord dell'Europa, ma a patto - bene o~serva l'Ulpiani - che l'uomo se le meriti e guadagni colla meditazione e col lavoro. (Continua). ALESSANDRO SCHIAVI. L~AVVENTODELL'ASIA - ([onferenza tenutal Circ-010 fUologito di Milano, li 4 aprile 1918) ~ - III. Oltre all'Ebraismo· e al Cr1stianesimo, che da soli basterebbero a consacrare nell'eternità la grandezza spirituale dell'Asia, oltre all'Islamismo, che anch'es– so è stato calunniato dagli occidentali ma che allo studioso rivela la sua derivazione dal ceppo cristiano– ebraico e che è innegabilmente fecondo di virtù civili insegnando all'individl!,o la subordinazione alla co!– lettività e al dovere, srno alla mor~e; oltre alla reli– gione -cliZo~oastr? e alle_ altre r-~ligioni _antic~~ C<?m~ quelle degli Ass16, dei Caldei, <legh EgIZ1am (1 quali, ripeto, per la loro razza e la loro civiltà, .erano Asiatici e non Africani), religioni cert9 superiori alle - religioni europ,e,e, l'Asia ci ha dato il Bramanesimo, il Buddismo, l'o Shintoismo, il Confuoismo, religioni che si impongono, specie i1 Buddismo, per la loro elevatezza mo'I'ale e 1a loro organica complessità. Ma vi è un altro movimento religioso, tipicamente · asiatico,. <li cui voglio parlarvi, movimento sviluppa– tosi in Persia e che si collega alla tendenza di questa nobile nazione verso la sua libertà, movimento che ebbe le sue ripercussioni anche sull'anima santa di Leone· Tolstoi, la figura del quale risplende oggi cli luoe più smagliante. Questo movimento è conosciuto sotto il nome di Behaismo dal soprannome pottico·<li Beha Oulla.h,· cioè « spleridore di Dio », del suo fon– datore, nato; nel 1817 e morto nel 1892, sull'opera del .quale - svoltasi mentre l'Europa era intenta a fabbricare nuove macchine, conquistare nuove co– lonie e preparare nuove guerre _: vi è un pregevole libro, recentemente edito a ·Parigi,' de] Dreyfus, al quale rinvio i più pazienti tra i miei cortesi ascolta– tori, limitandomi gui a pqchi cenni sc~en:i,atici. . · Più che una religione vera e propria, il Beha1smo è un movimento spirituale -cli riforma, <li rinnova– mento e -di unificazione ,di tutte le religioni e di fra– terna comunione umana. Dio, secondo il Beha•, è present,e in ogni atomo. ·L'uomo è l'essere più a.ivino che a noi sia dato. di conoscere; e allorché l'uomo, con la -riflessi0ne ed il raccoglimento, va fino al fon- do della sua propria natura; vi incontra Dio. e si iden– tifica con Lui. Il Beha si. ria1lacda alla dottrina cri– stiana, <li·cui -dà una interpretazione umana, etica ed eminentemente pantèistica, condannando lo sterile ascetismo. La risurrezione è « la presa di possesso della nostra nàtura superiore e quindi il distacco :C:lallepassioni della nostra natura animale». Il Beha insiste sul carattere etico delle religioni, predica la ·non resistenza alla violenza, insegnando che è me- glio essere ùccisi anziché uccidere; insegna che il primo passo per la soluzione della questione ·soeiale è l'educazione dei fanciulli; pr.opugna - cosa a_r-dita per un Orientale - l'emancipazione della donna e, sin da vent'anni prima -del primo Congresso deH' Aia~ propone i Tribnnali arbitrali fra Je Potenze e ),'ad.o-

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