Critica Sociale - anno XXVIII - n.7 - 1-15 aprile 1918

.. CRltICA s6cìAL13'. fo_ndono_ il loro_ patriottismo ·in ·concioni più o meno _forbite. Il pubblico, qualun(;J_ue.sia l'età e la cultura dei S'\l.Oi componentiJ è menò zuccone di quanto cotesti signori mostrino di credere, ed è tratto irresistibil– mente a pensare che è assai più comodo combattere i socialisti con le parole éhe non gli austriaci con le _armi, ed a ·chie~ersi perchè mai gli oratori, che predt-·· cano così · bene, non trad•ucano per primi in .azione i beliiéosi propositi da essi manifestati. L 'unì.ca p_ropa– ganda persuasiya è quella che consiste nella coerenz3c dell'azione al pensièro. Si è detto recentemente che tutto il Paese è un esercito solo: ed è vero: ma 'l'eser– cito, quello che sta al fr.onte, agisce e fatica, non chiac– chiera. Onde mi pare pieno di filosofia il motto, attri– buito ad un combattente e registrato tempo fa in' un giornale non sospetto di tiepid0 interventismo, l'Unità: " se vedo Barzino, Igli sparo ! ,,. · L'altra forma, più grave, q,i disfattismo interventista è più squisitamente propril!- del mondo politico e, più precisamente, parlamentare. E consiste nel continuo sabotaggio.,di .quel tantp .di (pur disc0rde e· multanime.) . ·concordia, che è 'necessarià al Paese, perpetrato da quei; non molti, ma rumorosi, uomini .politici, i quali, imme– mori dei bei frutti dati dal Salandrismo, ne vorrebbero continuare e peggiorare i metodi e la tattica. -' Rammentano i lettori ciò. che ·ebbe a dire una volta alla Camera, consule· Salandra, Filippo Turati? " Se io, anzichè ·essere contrario, fossi stato favorevole alla .guerra, voterei, non una, ma dieci ,volte contro ·qu-esto Governo ! ,,. A prescindere, inf!!-tti,:da ogni giudizio sul fatto dell'intervento italiano - e chi scrive non sa nè vuole dimentièar~ che, tre o qu.attro mesi -prima della dichiarazione· di guerra, ebbe a .prospettare, in queste medesime colonne, i pericoli deJla neutralità - il gravissimo torto politico dell'on. Salandra fu quello di non saper essere all'altezza del fatto e dei fati. (Se rion, forse, una sola volta: •quando parlò dal Campi– doglio, appen~ scoppiata la guerra; .e per questo, ap~ punto, alG:uni .... suoi amici sparsero per Roma la mali– gnità che quel discorso l'avesse scritto Yincenzo Morello!). In mezzo alla maggiore bufera che scuotesse il giovine -tronco dell'Italia una, l'on. Salandra conti– nuava la sua piccola politi0a parlamentare, preoccupato, più ancora che di debe~lare il nemico esterno, di fare dispetto ai giolittiani e di insidiare il Partito socialista (Ah, non p~1· questo...':). · Orbene: qpello che non· aveva fatto l'on. Salandra dopo il 24 ·maggio 1915 contribuendo, con la sua poli– tica gretta e fazio·sa, a ~antenere e ad..., invelenire. la distinzione, che .doveva considerarsi, superata, fra in– terventisti e neutralisti, ,come fu riconosciuto anche da uomini di parte costituzionale, poteva, doveva farlo l'Òn. Orlando, dopo l'ottòbre_ 1917. E invece?. Non mancarono invero, subito dopo Caporetto, alcuni segni di un apparente mutamento di rotta. Ma _per , breve, per troppo· .breve ora. Uomini di Governo (se n_e z:ammenta -l'on. Orlando? Dovrebbe non scordarsene, per quanto la generosa di.screzione dei nostri non gli abbià mai ricorda,t9 certe sue confidenze) e uomini tra i pHl noti dell'intervent'ismo si riv.Òlgeva.no nei primis– simi giorni del disastro a uomini nostri con es'Pressioni di amicizia e di fiducia; la stampa ben ·pensante ·met– teva la sordina ai passati vituperi; nel proclama reale (che fu, lo dico senza tell'.).adi essere gospett6 di cor– tigiianeria, la più alta prosa che s~ seri vesse in quei giorni) si diceva, che ogni 'rec.11iminazione era 1 ' tradi– mento ,,_. Onde vi fu chi, fuori. delle. nostre file,. disse . allo~à, e non a torto, c_hechi invocàva· la cooperazione dei socialisti per ovviare alle moltepliéi e terribili con– seguenze del crollo, non doveva poi tornare· a recitare la cantafera del " venduti allo straniero ,, e consimili ama?ilità, e che la unione, se unione doveva esserci, aveva da ess~re, non sacra nè profana, bensì unione schietta. ·Oh-i ruppe la tregua? Eppure vi era stato il manifesto deJ Comune di· Milano; vi .era stato il significativo ar– ticolo çli Turati e Treves in questa Rivista; vi ern stato, pér incarico. del Gruppo JJarlamentare, il discorso di Prampolini; vi era stato il pronto offrirsi di ognuno, d~i più sinist1·i del Partito come di tutti gli altri, al soccorso fraterno pei profughi di guerra. Non bastò: che volevano i signori interventisti? Volevano che il Partito rilasciasse una cambiale in bianco, dichiarando la sua solidarietà e la sua corresponsabilità per tutti gli eventuali errori passati? Oh, non v'ha dùbbio che, malgrado l'angoscia di quei gioi·ni nefasti, neppur ciò sarebbe bastato! Qccorreva ~ codesti signori cercare i.1ri '_alibi alle ma:ggiori responsabilità di tutti i loro pre– diletti;· occorreva trovare una testa di Turco, contro la quale aizzare le collere del. pubblico, del loro pub– blico. Ed ecco che, meno rli due mesi dopo Caporetto, .era nato il Fascio cli difesa nazionale. · Come e· perchè ? Io· non appartengo al mondo parla– mentar.e e non. sono uso ad origliare aglj usci, ma non credo che alla · Camera, nel Comitato segreto, dello scorso dicembre, si siano fatte rivelazioni atte a per– suadere i patrioti che i veri pericoli per il ~aese, di fronte allo stvaniero, fosse proprio costituito da questo nostro Partito. Ma fu allora, dopo due Jl'.).esidi medi– tazione·, ·che si preparò la nuova incanata contro di noi. La montatura dell'ambiente fu abile: noterelle velenose dei giornali, ·interviste e lett~re di parlamen– tari, .intimidazioni. L'allarme era gettato: 'io rammento che un. ingenuo amico mio, acc.esissimo I interventista di buona fede, venne a dirmi cogli occhi fuori dell'or• • bita, mentre ancora durava il Comitato segreto, che " alla Camera si stava tradendo ,, ! L'occasione della nascita del Fascio fu, se non erro, la creazione della cosi detta " Unione parlamentare ,, ; ma· si_ vede ogni gio·rno' che gli strali, scagliati dalla Destra, dove i "fa• scisti ,,, non senza buone ragioni topografiche, si sono accampati, sono quasi ~empre diretti, ben più che alle Sinistre_ costituzionali aderenti •all'Unione, contro la Estrema sbcialista. n Fascio reclutava 'tra i suoi adepti, oltre la ormai sparuta ço~rte dei sinceri ed an– tichi' interventisti e l'esigua ·schie'ra dei deputati dei Collegi invasi (fra i quali non mancano uomini come l'on. Girardini, chiusi in un loro strazio troppo crun• prens_ibile perchè non Jiia altamente .rispettabile), qual– che diecina di deputati e senatori pavidi di parere non abbastanza patrioti ed alcuni reclamisti; fra i quali, natm:almente, i più velenosi sono i transfughi dalle no· stre file. E, dalla Camera al Paese, estendeva abilmente · 1e sue file, trasformando le associazioni a)lchè profes• sidnali in altrettanti suoi Comitati e ricattando, cori· l'intimidazione di " disfattismo ,, , ognuno, che ·non fosse ' , pronto a fare atto di supina adesione ad ,ogni suo pen- siero od atto, che era poi, sempre, un pensiero ~d un atto, diretto,assai più che contro il nemico esterno, contro il cosidetto nemico interno, i.I Partito socialista, Onde un ·mio amico, che non è inscritto nelle nostre. file, diceva, con arguta sintesi, cbe è " disfattismo ,, il ,pensarla diversamente dal Corriere della Sera! Q~1alii moventi ed i fini prinèipalissimi del Fascio? I . o

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