Critica Sociale - anno XXVIII - n. 5 - 1-15 marzo 1918

•II cRrTICA SOCIALE 51 I 1 \ f / I \J ' ammontare del val or& attribuito dalla .Direzi'òne del demanio e delle tasse alle~ terre espr.op, riate, ,qu.este verrebbèro·. ripartite in lotti di e stens,i·one variabile, a seconda del valore delle te:rre, per una esteasìone suffici,e ,EJ.te a p,roorl'~are lavoro e sostentamento aq una normale f,s:tm,igÌià di },avorat~ri, ed a <iJUesti asseg,nate per modo che il coltiva-tare ne divenga ·us1Jfruttuario, ~ all'atto della estinzione. delle· cartelle del p·re·stito di riscatto. Tate unità terriera 'dovrebbe esse·re indivisibile e insegues'tr.abifo unitam,.ente alle scorte e agli attrezzi di lavoro e• 'a.Be abitazioni rurali, che dovrebbero es– sere requisiti ed esp,~op•riati e ·pagati mediiante car- . . . ' . telle <ti.e,} debito pubblico portanti l'interesse annuale del 4 per eento· anziohè del 3 e mezzo per -cent~. Qui iil çli:ritto di proprietà,ute·ndi ·et abutendi, è col– pito in ·pieno·, salvo il pTezzo di ·ri,scatto· èlie, secondo la··Confederazionè del Lavoro (N. 387), dovrebbe es– sere• tale da costituire' una falcidia del eap-itiale·pri– vato, « in vista dei grandi bisogni ché avrà I.a na- . zione ri,. inen.1treil Samo,ggia (ibidem, N. 388), P.Ur di. ''Ìogfi_ere·la -terrà a chi 'ndn. ha colti-va e di affidarla alle. mani ,capaci dei ooltiv'atori, e di fa:r sl éhe --e,ssa non sia più .un.a forma" di in·vestimento, non guarda' a •miliardo piiù o miliardo meno che si .abbia. da· pa– gare rier il· riscatto. « Anche. sé la terra la pagherò cara - egli ragiona -: ·megUo sistemat0 e discipli– nato razion1al~ente. il suo. uso, sono certo di ,com– piere un ottimo af'f.are. »: • I * ·,sce·adendo dia.Ile·generalità e venen.do .a localizzare· ,la questione agraria, è il l~tifondo ·11?,eridionale e sioili.ano che attira l'attenzione degli studi:osi. .Il prof .. Celso Ulpi:ani (del quale riassuÌne:JDmo uno studio su « Geo11giche ») (1), formula proposte con-. coote in. un .altro. studio-: « Jl · prob,lema agrario me– ridio~le » '(Portici, 'Della Torre, 1917).· · « Attualmeate, egli scrive, il latifondo m·eridionale - salvo in :akune località, ove in .questi ultimi ',anni ) I • si è avuto_un po' di I progresso come per la ·-r.otazione ' frumento-fave della Sicilia. - è in ·generale una 'va'.sfa distesa di ·terrel'lo, tenuto n~lla· massima pqxte a pascolo naturale ·e in cui qua e. là, saltuariamente, dopo lungh,i .ri,posi, nei punti meglio_-situati e più fa– èilmente dissodabili, si concede a lavoratori iavveri– tizt il permesso di seminare. . , « II. pr0prietari0 e:iàa fitto, per una somma -annua, ul.a-• sua,·p·r,oprietà-ad•·Un impr.enditore, il' 1 quale a sua volta suhaffitta a pastori i·.diritti ·di pasicolo e a col- . tivia.tor.i avventizi i diritti di far maggese e di semi– nare. Il ,propriet.ail'io vive in città, l'imprenditore non viene in campagna che per stipulare i contratti ; il _pastore migra· cella: sua mandria a~lla superficie del ·pascolo da punto a punto: · · - I itque p •ec.us longa in deserta sine ullis hospitiis; I ii coltivatore giunge il mattino· nel campo a sole aìto e ne lugge la sera per ritornare alla· bottega. Sembra ,che una forza repellente ema1ili dalla terra e che l'uomo soltanto le s,i avvicini per carpirle i· prodotti, appé"Iia s.fio.randolia.iquasi rabbri•vidisse al suo contatto», '· Nell'Italia· merièlionale, cioè, l'agricoltura non è an– . ,cora' arrivata a.Ila fase 'dell'a,p,poder.amento, suoceduto al làtitondo. feudàle nel r~s-to d'f tialia· e· d'Eu-rop-a. È (1) Critica &ciale, 1°-15 D'Ovembre1917. noo,essàii'i-G>, ,per aumentare I.a produzione vegetale, die a questa fase pervenga ianc'he il Mezzogiorno ,d'I- talia? , · Il p,rof. Ulp.iani non lo crede: crede; cioè, si debba cercare 11na:· fortn.a di economia rurale, « che, pur in– staurando la cultu-ra intensiva del suolo, si attagli alla spe,ci.ale psicologia del suoi propr~tad e dei sùoi lavoratori,· ossia seguiti 1apermettere l'assenteismo dei proprietari e non obblighi i lavoratori a· pernottiare nelle campagne ». . , 1 C,ome in Russi~ ,la -persistenza della prim.ifrva for~a dell~ prop-rietà ,comunisti.e? permette di pensare• al trapasso alla. proprietà collettiva senza ··passare per la fqse della p,rpprietà privata, così nel Mezzogiorno d'Italia si ,•potrebbe passare d'un tratto dalla cultura estensiva alla cultura intensiva senza akuna modifica– zione di superficie nelle sue unità culturali. -E ciò si potrebbe realizzare trasformando ìe col- . line in orto-frutteti co.ltivati dalle famiglie lavoratrici che, per mezzo del oredito di ap•posite Casse rurali, dovreb.bero div~ntar,e prop.rietart di piccplissime unità rurali ; ,e intro 0 du,cendo nella coltivazione del latifondo della pianura i'l sistema capitalistieo de~le grandi. aziende accentrate, possedute da Soci,età 'anonime, cap,aci' di adoperare macchine àgr,a:r-ie, di costituire bacini montani lungo' l'Ap,pennino per le periodiche irri,gazio•ni, e qi affrontare con · 1a loro forza imiper– sonale il · brìgantaggio, l'apigeato e· in generale la 'malavita delle campagne nelle sue varie forme di ca– morr.a, di mafi.a, di •piociotteria. , Anche Liborio Gianone, nel suo libro << Fattori e ' bisogni dell'economia siciliana» (Girgenti, 1917), è di, · op-inione che J:a ·questione del latifondo non possa es– sere risolta m.ercè la quotizzazione, sostituendo cioè . I là piccola alla grande p,roprietà, ma che -o-ccorr.a,in- vece,, organiz'zare razionalmente la coltivazjone del latifondo ·medesin~o. La soluzione fdeale - cosi os- - serva -- sarebbe ,qu_elladello Stato pr0prietario ; ma, poi.chè « non è venuto ancora il momento opp-ortuno per attuare una riforma e,conomo-soci,ale di tanta im– portanza)), oggi il miglior mq_do di risolvere la que– stion~ sarebbe_·'la coop,erazione app-oggi.ata alle Casse . agr.ari,e. Queste dovrèbbero « prendere i latifondi in affitto· per cederli a qu.ote ,ai singoli soci, pure in' ga– . bell~ al prezzo originario,. con l'aggiunta delle sole spese di amministrazione ~- Lo Stato, d;il parte sua, dovrebbe obbligare tutti i latifondisti a cedere .in fitto la loro proprietà ialle Oa~se agrarie, p~r l,a coltiv~-zione. Il termine -per l'a! fitto potrebbe essere trentennale; U compenso ai pro– ptietari, ,poi, dovrebbe es?ere dato « non in denaro, ma in natura, sotto forma' di p,artecip:azione al pro– dotto,. secondo un'equa percentuale, stabilita nel con- trotto ». ' ADJCheun sociali.sta, Filippo Lovetere (Avanti!, an– no XXI - N. 326, 328, 329), fonda tutta J.a :riforma agra– ri.a siciliana n~lle Coop,er.ative e s.crive: « Popolare le campagne: ooco il grande segreto della soluzione ·del ·grave ,problema. Bisogna che le nostre Cooperative sieno messe in grado di a,cquistare , e qu9tizz.are fra i p,rop•ri soci il latifondo. Il Governo dev,e invitare il nostro Banco di Sicilia a creare quel– l'Ente autonomo- finanziario che, assumendo il pro– gramma delle Cooperative, con regolamenti sp-eciali, con perizie insospettabili, stabilisse il ,prezzo totale ' del latìfondo da quotizzare,· assegnando alle Coope– rative acquirenti' un congruo- tempo-• per- pagarne a •

RkJQdWJsaXNoZXIy