Critica Sociale - anno XXVI - n. 11 - 1-15 giugno 1916

't • CRITICA S0C1AL~ 163 e Francia, la quale potev.a dare luogo a queste ipo– tesi: · « ] 0 Hal.ia e Germani.a operano offensivamente, ma, -per p-roprio con.t,o; « 2° Itali.a e Germania, pur -operondo o.ff.ensivamente e per proprio oonto, tengono a -stabilire oomuni,ca- 7,ioni.tra di loro, sia per darsi reciprocamente soc– corso, sia per pàr:a,re -e pe,r ,tenersi pronte ad ogni -ev-eni,enza: « 3° Itali.a e Germania operano offensivamente e d'aocordo per I.a·frontiera del Jurfl .... « Nel primo caso, la neutralità della Svizz,er.a po– trebbe essère rispettata, e lo -sarebbe .almeno dalla Germania, non convene-ndole di. estend,ere troppo il suo fronte di ,schieramento .... All'Italia •rion conver– rebbe viok1re la neutra-lità della Confed,erazione, ma minacciarl,a. soltanto per spingere i Francesi ad ese– guirla veramente (la minaccia), ano scopo di avvol– gerci sul fianco destro, e dividerci d-all'alleato.... li: L'alleanza della Con.federazione che ci converrebbe .... « Nel secondo caso, è inevitabile· la vi-0la7,ionedel 'territorio neutro. Le truppe tedesche sfil,and-od-a N. E. I.ungo l,a fronti.ero svirner-o-fran-cese. él-el Jura, e le truppe ita,li,ane•da S. E. per I.a v.a.Jl.e de-1Rodano (M-ar– tìgny-S. M.auri,ce), tenderebbero a Ginevra .... Ma an– che in Lai caso, alla Svizze-ra ,oonv,errehbi:! sempre, allearsi ,con noi per ,aver-e in casa, ·piuttosto che in– vasori, ami ci. « Il ter7,o oo.so - qu,ando, come :avv-erràcer-tamente nellà p·ross im-a g uerra, scenderanno in campo tutti o quasi tutti gli eserciti -eu,r.opeiper combattervi la suprema lotta, quell,a per -la prosperità, decisiva Au-stria, Germani-a e Italia in un campo (Ah! ... no!), · Francia e Russia nell'altro;.... due grandi teatri di guerra: )',orienta-le in cui si misureranno Austri,aci e. Prussiani contro- i Russi, l'occidentale-, in cui i Prussiani ,contro, i Francesi avranno da parte loro gli Italiani (Ah! .. .--no e no!) .... aUor-chè si "impegnerà la gig.antesca lotta fra quattro mi1,ioni d'uomini .... ·– se gli AU.e.ati .agiranno off,ensiv-a.mente d'accordo per fa fr.ontiera d,e,lJura, la violazione ciel territorio sviz– zero è necessaria, poichè essa avrebbe per p,ar,te-t~– desca lo -scopo di girare da Sud le difese di Belfort ·e per noi quelle· del Rodano e dell'lsère --:--mentre scopo comune sarebbe sempre l'off,ensiva per il ba– cino della Saòne nell'interno de.Ila Fra,n.cia .... « Se l'e-spediente (della neutralità] giovava per il passato .ad ottener-e !,o scopo di tenere in rispetto la Francia, oggidl non serve, od è almeno affatto insufficiente; ad impedire ,!',azione,conco,rde degli eser– citi italo-te.deschi nella gran guerra de:U'avvenire ». Ecco quello che l'uomo• cli guerra rimp.-ovem alla neutralità della Svizzera: di essere insufficiente ad impedire, ecc., ecc. La ragione del diritto non lo preoccupa, non lo può preoccupare;. esso è l'uomo ciel fatto, idest dc1la forza. La neutralità della Sviz– zera non ha forza· per -difendersi, dunque non ha diritto di essere. Questa è la logica immanente del militarismo. Anche l'ineffabile v-on Bernhardi (Deutschland uhd der niichste Krieg; cap. VII) prevedeva nel 1913 I.a insufficienza del Belgio e dell'Olanda a resistere al– l'invasione e vedeva in ciò l'ottimo degli argomenti per tentarla : · «· Nessun osta-00!0 -n-atur.a-le,-nessun.a potente f.or– tez:z,a,si oppone· eolà ad una invasione nemi,o,a, e la neutralità non è che un baluardo di carta 1>. E aggiungev:i : a Al Sud pavimenti ·la barriera de-I Reno può essere aggirata traversando la Svizzera [questa o quella neu– tr:alità per me pari sono, dir-em,0,noi parodiando l,a 'bteca Gino Bianco cabaletta verdiana], sebbene cl.a·questa parte ba oon– fìguil_azione~e! terreno crei degli osta.coli serii ». In fondo-, il Tedesco di moda e l'Ilaliano del '92, espressioni entrambi dello stretto spirjto del profes– sionalismo militaristico, concordavano 111 questa sentenza del Tedesco: « La concezione della neutralità permanente è del tutto -contrari:a. alla natura es,s-enziale de-Ilo· Stato: questo non può attendere i suoi a.Jli fini morali che mediante la competizione, con gli ,a,ltri Stati >> (von . Bernhar,di, op. ,cit., cap. V). E infatti il nostro Autore cita co~ ossequio l'opi– nione ciel giornale bismarchiano, le Hamburg~r Nachrichten, rl quale « scrisse apertamente che in una guerra tra la Germania e la· Francia era im– possibile il rispetto della neutralità svizzera ed .ac– cennò aclclirittura .ad un non lontano smembramento della Conf.ed-erazione tra i componenti la Tripli-ce Alleanza. Parve allora un sacrilegio l'ipotesi di tale possibile violazione dei trai.tali, parve una. sciocca e ·puerile opinione quel pmgello di §ezionare una personalità inlern.azi-onale, coslituilasi per volontà dei suoi aggregati ed affermatasi in faccia al inondo co11I.a sanzione dei Lral.tat.i .. »; ma « come, allo stal,o presente delJ.e cose, non rimarrà alla Confedera– zione, in ·una guerra europea, che scegliere i suoi .alleali; così, nel lo11Lanoavvenire, quello smembra– mento .non rappresenterà che mi.a conseguenza na– turale del trionfo cl.e! beriinteso (sic!) principio cli nazionalità». · E l'Autore illustra come « la neutralità della Sviz– zera non sia più fatto po-litico oo nsqno ai tempi», perchè « il principio informato.re dell'odierno di– ritto internazionale è q uello basato sul1e nazionalità dei popoli liberi», donde, attraverso una serie di considerazi,oni idealistico-realistiche, inferisce che, « mentre da un lato gli eserciti belligeranti dimenti– cheranno i trattati, clall'altro le nazionalità, predis– ponendosi ad un assetto definitivo di pace, passe– ranno sopra all'ibrida costituzione della Svizzera, basata sulla tradizi-one sto-rica soltanto ». La Svizzera già .all'epoca del dominio· e cJ,ell'in– fluenza romana fu transito tra il Norci della· Fran– cia e de!La Germania con Roma e viceversa. « Non si può .ammettere che per l'avvenire rimanga il mo, nopolio cli questo transito a·d uno Stato composto cli varie nazionalil~t ». « L'attrazione dei grandi ,com– merci delle grandi Nazioni non disgiungerà la fil– .tizi.a unione dei piccoli nuclei, non verrà tempo che questi, per La lor-0 stessa prosperità, saranno natu– rnlm.ente assorbiti?». Ed è perfino da domandarsi « se il territorio lol'o, così povero di risorse, rinser– ralo tra i monti, esposto .ad ogni offesa, sia tale eia consentire lo sviluppo morale e màleriale dei sin- rroli )) ' • 0 Ogni clottrjna cli espansioni· e di imperi, che si rovesci vorace sopr.a piccoli gruppi, si ispira sem~ pre al maggior bene di questi gru~)pi!. .. AU.a Sviz– zera, che manca cli nazionalità, di territorio e per– sino cli difensori, l'Autore dice che si può appli– care ciò che il Lmwent osserva per la Borgogna. « La Borgogna - egli· scrive - era una di quelle false nazìonalità, che spesso durano secoli, ma che poi sono necessariamente .assorbite dal popolo al quale meglio somigliano per territorio, per razza, per genio». Qualcuno, per altro, potrebbe obbiet– tare che, sia pure con breve territorio, con tre lin– gue, due religioni, i popoli cJ,ella Svizz,era possono mantenersi saldi nella loro Confederazione ap– punto .... per la volontà dei popoli e la tradizione storica. Ma T Autore ·non si sconcerta e risponde: cc Certamente la v,ol,ontà dei popoli è fattore im– portante, ma in teoria. Quando questa volontà è @sia-

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