Critica Sociale - anno XXVI - n. 11 - 1-15 giugno 1916

168 CRITICA SOCIALE Piemonte. Bonaparte non al'rclnwa dinanzi al dc– lillo. Nel 1796 avea fallo fucilare, nel co1·lile del Palazzo Belgiojoso a Milano, un P.arussu, di Alba, non reo dw di av.ere firmalo un manifesto con cui la effimern He'pubblichella di Alba ~lenunziaya l~,i, BunaparLe, al Direltorio 1.;omc lraLlilore_ dei _prrn– t.:ipii rivoluzio11arii (l). Poi uvea vendut.o_Venezia al_- 1' Austria, per con~hiudcr_e. la. pa.ce e _l'l~nanerc p1u libero nelle propnc amb_1z10 111 cli d (!mJlll?. . Fallilo a GuO'l,elmo P1ll d t,cnlal1vo d1 suscitare u11a se1.;011cla c'talizione delle w;randi Poleuze (I',\ c1- qria era esausla; la Hussia esigeva. che le si sal– vassero l,e spalle Llalla Turchia), si pensò di i1Te– tire, con Jinc act.:orgimenlo, lo stesso Bonaparte,? me11lr-esi trovava come sperduto e pronto ad og111 cimento. · u Imporl,ava all'Inghilterra - ,così il Bolt,a nel Libro 14° ~ che nascessero nuove tu,,bazioni. E si v,ol:lò,per farle nascere,, ad altre arli. Arti v,cramenLe· ammirevo-li nella loro finezza.... I Ministri inglesi, sper,rndo ,oll,enerc dalla Fr,.mcia sLessa contro se •1~1p– de-sima quello che. non avevano potuto oll,ene·re qall,e PoLenzc nemiche di essa, mandar-ono a questo fine a P,a~igi agenti con le mani piene d'oro,, i quaJ.i di– •cevano al Dir,etLo,rio, e a lutti che ,rnevano aulo•rilà nelle, cose, che per v•erità e' bisognava lr,o·var-enuove occupazi,oni ai soldati, acciocchè non se ne s-Lessero ozi,osi con per.iooli di novità nello Sfato. Che la spe– dizi·one contro l'Inghil,terra non era impresa da do– v·e•rsi fai,e, per,chè u~ ge11Jera•J.e , soldati, che acqui– sLassero villoria di un Paese così importa,n:Le, così riooo e così vicin,o alla Frimcia, avrebbero poscia po– luto facilmente farsi padroni d-el Governo stesso di Francia. Che per,ciò, ponendo pu1'e !'e-sito feli,ce, &o– vrasLava il pericolo, più grande di lutti. Che era me 7 glio v.olbarsi a Paesi più !,ontani: aB'Egillo per esem– pio.· Spe•r.avano che ne nas,cesse l'inimicizia col Sul– tano, -0he era l•o scopo. p-rincipale ». Lo sperpero enorme di oro iùglese è ammessò eia lutti gli storici. Il Direttorio fu leggendario per la corruzione. Usciti dall'incubo del Terrore - nell'al– t,erna vicenda dei rapidi innalzamenti e delle repen– tine cadute - quegli nomini non soffrivano ritegni . nel godersi la vità .... (2). ' Quei mecl-esimi agenti .segreli si posero dunque alle coste di Bon.aparte. Gli rappresentavano che ballere l'Inghilterra, fortissima di flotta, non era così facile. Ricordasse la fine miserevole di Roche,· Che, se anche riuscisse, se ne ingelosir,ebbe il Di– rettorio e tramer,ebbe la sua ruina. Lnvece, in Paese lontano, rimarrebbe libero nei movimenti.'E l'Egitto era il Paese fallo per lui. Quanto lustro agli stuclii archeologici, e che facilità di battere la potenza in- glese nelle Indie! Ecc., ecc. · Pensieri simili, d'altronde - commenta il Botta - allignavano a meraviglia in un Paese come la Franc_ia, animoso per indole e allora così aoceso, (1) Su questo episodio poco noto, che si riannoda a urla lettera che Il Bonaparte, nel maggio 1796, scrisse da Acqui (ove dimorò nel palazzo Robertl, oggi di un mio cugino) all'ambasciatore a Genova Falpoult, pubblicherò presto un breve mio studio. /2) Il Ministro Prospero Balbo cl Informa, ne' suol Rapporti, del monte cl! quattrini ohe costò a re Carlo Emanuele IV quel trattato di paoe, ohe poi non valse neppure a salvargll la corona. Le fac– cende politiche più delicate si trattavano nel t,·tpots, nelle case equivoche di gioco. Gli Intermediarii costavano tesori, e 11povero Balbo se ne disperava. 11osisfumarono tutte le risorse del povero re d! SavoJa, e I gioielli dovuti vendere In Olanda, e 'stnanco ! dia• . manti che, destinati ad ornare la sella del Bonaparte, llnlronò sulla persona di Giuseppina .... BibliotecaGino Bianco che oO'nì più diffit.:ile impresa pareva compiuta pri– ma d~e iniziata: lantochè, essendo corsa voce che Tall~yrand - che aveva falla una lettura all'Istituto sull'imporlanza dell'Egitto - anelasse ambasciatore alla Sublime Porla pc1· p~e[arla all'inevitabile, già gli si spedivano dispa·t.:ci colà senza ch'ci fosse par– tito ... Fallo si.a -che, ai 19 maggio ciel. 1798, Bonaparte salpava da Tolone. L'lnghilLerra, che ordinò a Nel– son - u ne fece le viste - cli fermarlo, fu felicis– sima c1uando lo seppe sbarcalo ad Alessandria. Ad Abouk1r gli dislrnsse la flot.t.a; e polè sperare che le sabbie del deserto di Ghizelt lo ingoiassero. J~ giusto qui dire d1e, prima di riconcrc all'in– trigo, l'Inghilterra avea tentato una polit.ica più alla e più degna. Lord Granville, fin dal gennaio 1795, discorrendo col MinjstTo di PiemonLe·, ConLe cli Front, procl.ahrnva ch•e mai la nobil,e nazione inglese no'n si las,cerebbe t.rascinare dal· Governo alla guel'l'a, se prima non si fosse tentala og1ìi Lransazione possi– bile per mantenere la pace. « Noi ci pol'l'emo su– bilo ~- diceva - alla Lesta dei neulrali, per offrire la pace alla F1'.ancia.... Hestit.uisca essa le fatte conquisLc. Se poi volesse tenersi uì1·pezzo cli Nizza e Sav:oja, non faremmo guerra per così poco. Ma,. abbandonale che abbia· !,e.conquiste, le chiederemo la rinuncia all'apertura della Sclu~lda ». A1whe il Governo Girondino•, nel 1792, si aclope– r:ava con ogni possa per la pace. Il MinisLro degli Est.eri, generale ·Dumouriez, insisLeva -0011 Lord Granville perchè .acc•eLtasse il fatto compiuto. della annessione del Belgio alla Francia. QuanLe sven– lure cli meno, all'Europa se l,e due grandi nazioni si fossero accordate! Arrotondata col Belgio, fatta così più v.alicla ne'1 contrastare alla Germania, la Francia diveniva un elemento di equilibrio. Era l'Eyropa assestala ·per un pezzo, forse per sempre. Ed era un .assetto ben migliore di quello ma.nipo– lato nel 1830, colla creazione artificiale del Belgio - come piccolo StaLo a sè, eLemamente soggetto alle contese e cupidigie altrui. Lord Cranville avrebbe ceduto: ma l'osta,col'o insormontabile fu' anche allora .il divieto posto a che si aprissero le foci della Schelda . La guerra presente non ha altre ragiqni fonda– m.entali. Quando., po,chi anni sono, l'Olanda ricostrnì la forLezza di Flessinga - distrutta dall'Inghilterra giu– ·sto un secolo prima, nella sua infelice spedizi,one del t809 - l'.EuroP,a• non parve ,.i;i,nnetterealla cosa grande importam,a. Ora Anversa è caduta - l'u detto - perchè l'Inghilterra non osò sforzare con. la sua flotta le foèi della Schelda, passando sotto i cannoni di Flessing,a. Quei cannoni fors~ avrebbero taciuto - lo a$&erì p,er lo, m~no, po,co tempo fa, il corrispondente del Corriere della Sera. Avessero pure avuto- l'ordine di taoere, e quand'anche l'In– ghilterra Io sapesse, ìton cred,o tuttavia che i Go– vernanti inglesi si sarebbero decisi a quel passo, col quale essi avrebbero violato uno stato cli ,cose .,che l'Inghilterra ha imposto da secoli, e che essa vuo·le mantenuto a pr•ezzo del più grande sacrificio di san– gue che sia mai stato imposto agli uomini. Le foci della Schelda debbono restar chiuse, per– chè questa è la sola garanzia della sicurezza terri– t•o•riale dell'Inghilt,eTra. R. OTTOLENGHI. RIGAMONTI GIUSEPP,E, gerente re~ponsabile. lll!laoo, S/6 1916 • Cooperativa T!pogralla Operai - VI& Spartaco, 6,

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