Critica Sociale - anno XXVI - n. 8 - 16-30 aprile 1916

114 CRITICASOCIALE commerciale, ~ teorica di origine schiettamente in– glese, imperialista, « chamberliana ». È nata col si– sbcma coloniale che, 'col regime dei grandi prestiti cli Stato·, dà il vero spirito, dell'era dell'accumula– zione capitalistica. È stato il Canada e a.Jtre colonie che l'Inghilterra ha voluto riunire coi dazi prefe– renziali. L'esempio in questi ultimi tempi ha tro– vato imitatori. La Francia cer,ca cli chiudere le sue colonie ad ogni commercio,-che non sia con ca-pi– lalisti francesi. Col regime dei dazi preferenziali, _più che con le armi, l'Italia si è annessa la Libia. Il sistema ,culmina nella ,sua estrema perfezione con la pl'op·osta dell'unità economica della- Germania e cieli'Austria-Ungheria, cui si assoggetterebbero· la Tur,chia e i Baie.ani, e con la l'isposta della unione economica degli Alleati, i quali, quando l'Inghilterra l'ipuclia il libero ·scambio, che ha f.a,tto la sua po– tenza, un nella Mecca di Manches;ter, sono presso ::i farlo proprio. Ma il sistema è essenzialmente· anti– democratico, antipopolare-, perchè - almeno finchè, vige il regime capitalistico ehe ,separa gli interessi elci capitale da quelli del lavoro, gli interessi della 1wocluzione da quelli ciel consumo, producendo col solo scopo di vendere - fino allora assicurare ai •ceti ,capitalistici vasti territori in monopolio per la presa d'Clle materie prime e per Io smaltimento dei 1wodotli, non è affatto garantire alle masse salaria<Le il soddisfacimento dei loro bisogni, il miglioramento delle loro condizioni; è,' anzi, tutto l'opposto: assi~ curare, .col Cat'O dei costi, il rincaro d,ella vita, fino ad essere insosbenibile. Dato il sis,tema capitalista, il modo meno infeli,ce per otbene,r,ei consumi a buon mercato è pur sempre il lihero scambio. La eco– nomia di guerra, che s,i vuol eternare nella pace colla costituzione cl:eldoppio blocco chiuso, non ha vantaggi che per gli agrari e pe·r gli ind·ustriali pro– tetti; per la classe lavoratrice non ne ha nessuno .. « Da questo punto di vista rivoluziona•rio - di,ceva fin dal 18/i8 ·Carlo Marx nel famoso discorso di Bruxelles--:- v:oto anch'io per il libero scambio>>. E votano p,er il libero, scambio, contro l'unione doganale ,dell'Austria-Unghe·ria e della Germania, i socialisti supers.tit.i di Austria--Ungherja e di Ger– mania. Il Vol'wiil'ls, prendendo f.erma posizione con– tro lo Zollverein austro-ge,rmanico, scriveva ultima– mente: « L'Inghilterra ha tenuto fermo al libero scambio quando tutto il mondo p.assò _al sistema protezionista; ora la Germania .cl abbastanza forte economicamente per passare al libero scambio. Se l'InghilLer-ra, la Russia e la Francia' tentano v,er.a– mente di proibire i loro mereati ai prodotti <.tedeschi, ben potrà allora una Germania liberista trovare pri– ma da compensarsi ,n;ei mercati d'ell'-Europa nieu– trale, in America, in China, e poi penetrando, mal– grado ,ogni misura proibitiva, nei mercati inglesi, russi e francesi. Il · passaggio al libero scambio avrebbe per primo eff.etto• di far abbassare .i costi di produzione della industria tedes,ca, mentre per contro i ,costi di produz,ione della industria inglese - la più potente delle c0n-corr>entiall'industria tede– sca - dive·rrebbero enormemente ca.ri pèr effetto clieldazio pr.otettore e specialmente dell'ostracismo .ai prodott,i mezzo-l13v:oratiche· essa prende in Ger– mania a buon J)rezzo. Lo stesso può dirsi per la Francia e la Russi.a - perchè, alla perfine, nei rap– porti •commerciali, il prezz,o - e soltanto il prezzo - è decisivo>>. E •il giornale socialista tedesco aggiun– geva: « Una Germania liberista può trova1;è in Ame- · rica tanti generi di oonsumo (Leb_ensmitteln) quanti Le ooco,rrono, nè il suo fabbisogno di materie prime le- p\lò essere proibito e la sua industria di prodotti a buon mereato ,sarà sempre gamnti:ta. Il contrario - ,1vv,errà inyece iI:1fallantemente se essa si impiglia nel sistema della « complessa economia chiusa >>da costruirsi sopra i dazi, _anoorchè ta,le economia si Biblioteca ·Gino Bianco allarghi ·a •comprendère l'Austria ed i' PfVesi bal~– ni,ci: semphcemente perchè i .suoi concorrenti si trove,rebhero in Jiiù favorevoli' condizioni>>. Ora è notevo.\e che queste vedute trovino. e•satto riscontro al cli là dei Vosgi. Ives Guyot, un francese non sospetto di tepido patriottismo, e-, .ancor meno, _di rroconcetti socia– listi, in un libro test.è pubblicato (Lès causes et les conséquences de la, guetre), affrontando i propo– siti di coloro che v,orrebbero annichilire il com– rnercio bedesco ,ca,oci.anclovia i prodotti tedeschi per mezzo· di dazi proibitivi, dice ohe costoro dimenti– cano ,che i dazi sono pagati dai consumatori e non dai venditori. Se si colpisce il carbone tedesco, si ,co.Jpisce l'ind 'us.tr: ia metallurgica fr.anoese. Se si col– piscono i colori, si colpisce l'industria tessile, se s1 vorrà .fabbri,caro le macchine, di cui nel 1913 ab– biamo importato per 130 milioni, si farà il danno delle industrie che le adoperano. Sarebbe curios.o - che·, per colpire i Tedeschi, si mettesse l'ammenda sui loro prodotti cli cui abbiamo bisogno. Per ar– restare l'espansione del oommercio e dell'industria tedesca, non bisogna ·chiudere le nostre frontier•e, bisogna aprire le frontiere tedesche. Secondo il Deipenho,rs, « è ,evideJlbemen,teai cal'lelli che la Ger– mania deve in gran parte la conquista dei merC:at,i _sLranieri >>.Questi cal'telli praticano il dwnping die– . tro· i dazi doganali. Per scongiurare il duinping, bi– sognerà imporre :il libero scambio alla Germania. Ma « con questa imposizione non si lavorerà alla sua rovina, anzi le si daranno eLementi cli· prospe- rità.>>. · E - esattamente - il ragionamento del VOl'wa,:·is ed il nostro, senza dire dei socialisti a.ustriaci che sono ins·orti contro la << Unione>> proposta, Ed a noi non pare banaJ.e che, nella incipiente riscossa inter– nazionale socialista, seHza alcun preconcetto di in- -tesa, f1;1orchè la comune sollecitudine del benessere ·delle c1a-ssilav:oratri,ci, i socialisti di avvers,i aggrup– pamenti ,he!J-ig,eranti si ritrovin@ per oppugnare l'e– con0mia chiusa, l'economi,a del!' ostracismo e della rappresaglia.. Malgradro· il facile .adescamento. fuor– via,tore •della 'primordiale ·«organizzazione >> tra St,ati diversi, ,essi conv,engono nel f.av: orire J'e,cono- mi,~ Iihera, aperta, disgregata, autonoma,: ma den- tro alla quale circoli un pTincipio di sol-idarietà, di disciplina volontaria, fatta di spo_,ntane,i accordi. P.erchè è eia questa ,che l'unione progr~ssiv.à degli Stati fino alla prospettiva degli-Stati Uniti di Eu– ropa, può, secondo, il loro pensiero, _nascere e af– fe1;marsi oome- comunione e no·n, come avvers,ione preconoetta, di un grupp.o coutro uri altro,. cosicché si possa dire che il comune denominatore della ,, unione non sia la fiducia e l'amore, ma il sospetto 1 e !',odio pei:ei1ne,... E l'org:anizzazione delle libertà, non 'la. coazione dell'orgarnzzazione, il principio ri- . costruttivo delle sbranate economie, ··secondo il so– ,cialismo· che mai non muore ed_anzi, tr.a i lutti e le rovine presenti, trae le-·sue conferme capitali, Delle economie, abbiamo de-tto. E completiamo: delle politiche. Ecco l'ultimo a.rg, omento decisivo della avversione ~ocialista al sistema rigido dei bloc– chi. In ogni blocco è inevitabile- una egemonia. Il blocco dégli Alleati ;avrà dominatrì.ce l'Inghilterra; il blocco de-Ile Potenze Centrali avrà per tiranna la Germania. Ora é chiaro che-, se a Parigi i negozia- ~ tori della Quadruphce vogliono rafforzare, fino al– l'iperbole, la Germania - clopo la gue·rm - non hanno che . da favbrire il sistema di.alla Germa,nia _ escogitato per tenere, in •ogni caso, metà dell'Eu– ro1)a in. suo v.assallaggio, punte11o docile e saldo della sua avidità di predomini.o. Immaginate, infatti, nella vostra mente La Germania ridotta a se. stessa : e tosto l'egemonia tedesca, il peri.colo tedesco, ecc., non sarebbero più, Il. Pangeflhanesirno ·è la Germa- . . ' .

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