Critica Sociale - anno XXVI - n. 7 - 1-15 aprile 1916

'\ . 110 CRITICASOCIALE t◊re. e un co,rtigiano:; un ide~J.ista,e un _pratico; ~epp~ pensare e s·eppe ·vivere·. Rilegga chi ne· dubita, 1 suoi smancerosi ma,grigali ~ ve.~p.e regina », I.a più potente e la-f>j,ù inso·pi:ai.~ tutte, queilla che dettava legge guardandosi nel1~ecchio, e fa– ceva .tagliare 11 oollo :alle suddite che ne avesse,r-0 uno più bello del suo. _Ebbene: l'uoll)·o che ha com– parato Elisabetta ali.a ~gina di Sa~a, potrebbe v,o– tare. per lor<l Asquith. . Il poeta no. Il poota non ebbe un'idea sola, per– chè fu multanime; non ebbe una patria. sola, pèrchè tutte gli appartennero .. Non ditemi che l'argome-nto è logoro, .e che potr;eb~e esse~e ro_s~o,- o con~ tr.à.ddetto, - per tutti i grand1 spmt1. Il caso di Shakespeare- è tipico. Se n'è persino, negata l'esi– stenza, ta-nto I.a personalità del creatore appare amorfa, stinta, insignificante rispetto a guella dei personago-i creati, ognuno dei quaH è cO:sì vivo• e divers-o. F1ra tanti ,esseri supe>rstitì, solo il poeta è un'-ombra. Il mistero circonda. le -sue opinì(i)-n,iO:ome i suoi atti. M.a per ·sapere s'egli sareb~e stato, o no, per le armi, bisognerebbe decidere se - rappre– sentando Fauco,nbridg,e accanto a Enrico _:_ egli tenesse dell'uno· o dell'altro, del condottiero• avven– turoso o del benp,ensantè faceto .. Dalla, pagina ciò non risulta. Il -genio è imparziale, e l'arte - la su– blime - è uguale p--er tutti. « A une imagination camme la sienne, il faut une . patrie moiris limitée que la patrie terrestre; cette patrie, c'est l'idéal >l. (Vn,LEMAIN). · *** E dàlli e dàlli e dàlli, c'è statò però chi, sfo– gliando le sue cinquanta op-er.e, è riuscito a s,pic– carne .due o tI1epensieri militaristi. Ali.a grazia! Dei pensie·ri, il p,o,vero,Shakespeare, ne avev~ per tutte le occorrenze; tant'è vero che Walter Scott ne dis~· poneva pe,r -ogni te.stata di capitok,, trattasse di guerra o d'i pace, di sole i) di pi-oggi.a, di rosignoli o• di elefanti. Shakespeare è oome ·l'Evarrg,elo (lo dissero, 'appunto, l'EvaRgelo dei Tedeschi, che in verità ne furono gli_.apostoli), nel quale, a detta dei ,canonici e di Robinson, Crosuè, si tro-va quanto bisogna. Or ecc-o che nell'encidopetlia Shakespe– riana s'è trovato anche Uff aforisma di suono bel:li– cos:o, e ~l cantore dalla lingua di -m~ele (la defini– zione è .d'uri ingles,e) è gahellato per un furente aedo di battaglie. . . . ~ Datemi tr.e pa.role, di, un uomo~ diceva. qu&l tale, che aveva lo spirito di Voltaire e l'anima di Fouqui·er7Tinville :_ e ve lo ·faccio condannare a morte. - · Ba.date, Lo dissero « il cigno dell' Avon » - cigno, non fako o sparviero--,-; Lodissero- l' « amabile Wjll » -:- amabile, non crudele come i suoi noyi commein-_ tatori. Si pia-eque di--bù-011vino e di placide fan– tesche e, oorrie d'amore visse,- 'd'amore cantò. L'a– more 'soV'rasta alle' sue· tragedie, fu detto-, come il_ sole· ai nembi~ .e' i nembi infuria-no, ina il sole li domina. Onriipresente e ,onnipotente, esso è pìù forte degli odii dei Capuleti e dei Montecchi; più forte di· Antonio, cui Cleopatra è più cara di Roma; .più foi;-tedi Otello, vincitore vinto da due occhi az.zurri. · :f: d'uo,po che gli stessi drammi storici .dellç> Sha– kespe,aI1e,~ppena verosimiglianza lo con~nta, miti– ghino le: vicende crudleli i,a un epilogale epitalamio;. siano le -nozze di Enrico inglese con Caterina di --Francià, pegno 'di- paè,e fra, cliue terre rivàli;· siàno. qHeHe d'un· a-ltro Enrièo con Margherita d'Anjou, BibliotecaGino Bianco quando Carlo VH abbia chiesto 'tregua d'anni d?oltre Manica. Tutte, tutte le donne del poeta palesano · una tenera virtù oonciLiatrice: Imogene, Porzia, Cor– delia, Desdemona, P,erdita .e,Mi 1 rànda -,- spiriti di lµce -; Ofolia e Giulietta· - màrti·ri d'amore. Ar– rigo Heine soopriva un angelo persino i.n Lady Macbeth. E certo colui che a creature simili dava tanto fascino di g,razia, doveva easersi meritato il qualificativo di ainabile. Pe•rchè l'artefice Sha– kespeare è imparziale, sì, al . cospetto delle sue creature d'arte, benigne. o sini,stre che sieno, ep- . pure voi pensate ch'egli rlebba· prediligere queste sue ,d-0-nne ·soavi, oon un suo riposto cuore, con una segreta tenerezza d'innamora•to e di padre. Quando ascoltiamo, Cleopatra con.fessa.re ad' Antonio un-a nostalgia di pace, o Lady Percy, nell'En– rico VIII, apostrofare l.agrimando gli· orrori delle battaglie, sentiamo l'uomo preisente nel trag~da .più di qoondo imprèchi Otello o oe~ternmi Rie-cardo IH, fulmini di guerra. _Chè_poi lo Shakespeare ~ovev~ irutendère ben leggiadramente, alla sua mamera d1 pneta, I.a diplomazia e"là pdlitica ideaJi .. Av.ete letto,– nelle Pene d'amore p_erdute, l'ineffabile avventura delle tJ1eprincip,essine che va-nn·oa doman.dia.rela pro– vincia d'Aquitania (una provincia, come fosse un fiore!) al re di Navarra? Orbene: io sento nell'in– nocenza deUe tre fanciulle l'innoc;enza d'el loI10favo– leggiatore. M.a che trattati, che- ambasciatori, che guerre! Pe,r risolvere d,el'lequestioni di confini basta: un garden-party. C'è qui, tutto quanto, l 'uo.mo che ripo,sava, le, domeni-che, a ·•caporiverso nei trifoglieti di Stratford. · ·«.... sòtto l'al,bero vérde, chi ama stender.si con me e acr;ordare i suoi canti a quelli degli uccelli, . eh'esso venga,. eh' esso venga, eh' esso venga! Qui non avrà altri nemici che l'inverno e la tempesta .... ». · Datemi trenta parole d"un li,omo, e ve Lò facoio à:ss:o,lvere,per I.a vita. * **· Shakes pe:are intesista .... Non vi persuade? Neppure me. Eppure; come vu dicevo, s'è già pensa,to a me-ttierloin reg,o1ai col Patto·. Sarà una b.andiera di più contro, I.a, barbara Germa-' nia: Shakesperiana, -è ve·ro, ina harba,_ra .. Soo,pri– ranno che il· poeta oe l'avesse, and1,e ·Jui, con la Kultur? Chissà! Se i tedescòfobi p,ermettòno, d@Loro. .un'.inclicazi-one.C'è neHe Pene d'amore. perdute un raffronto f,r,a le mogli e gli orologi d'Aleinagn.a, ·, « sempre da sorweglia·re-», eh~ d!avvèro n,011 è troppo cortese, n:è per l'Alèrnagna '.Hèpe,r le mogli. Ma per la v~rità', peg&io gli è cap:ita-to di dire ,deg!i ltaliant e dei- Francesi, ev-ocando. un· Delt:lno mutil.a,tore di ' cadaveri, e uoo Giovanna, d'Aroo sofferente d'isteria rna 1 rziale (è curi-OSlO· CG,e fra le, poche cl.onne diffamate dallo .Shakespeare siano Giovanna d'Arco e M.a,r– gherita d.'Anj~u: ambedue francesi e guerriere) e msiste,nd0 tanto -sulle -origini fior.enti'.nedi J,agl), che qua-lche c 1 ritico ha finito p:er vederci l'alunn@ di Ma– chiavelli, e quindi l'ltaha inoarnata,. Lasciamo an– dare. lncide~tti, cose da, nulla-. NeL '600 non vigeva la Quadruplice, e non, è d·etito·che,- p,er piace·re a re Gia c-om.oo a Elisabetta regina, il trageda cesa,re-o dovesse riverire i forestieri. Più sorpren<l'e che. lo Shakespeare, .con tutto il suo nazionalismo obbliga– torio e di parata, non abbia; av:uto rispetto, qualche v-olta, neppure pei conniazio.na: li. Era in vòga, al– lora, la 'leggenda che gli Inglesi discendessero di– ritti da. Ettore troian-o; ,eppure, manco a farlo ap– posta, nel Trailo e Cressida l'eroico Ettore non figura meglio d~un fa.echino. Altrove, i puritani di Scozia sono trattati ancora, peggio .d'egli· alunni di

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