Critica Sociale - XXVI - n. 4 - 16-29 febbraio 1916

54 CRITICA SOCIALE fisio,l,o,go,f.r.anoese, che ho ,pass·a,to La vi-La lavo-1 1 ando nellia pi•C<Clo,l;a, oop,a.nna in f,ondo ,ad un co,rtile· che, vo-i ,cion01sce-te? ,Mi vesta di ge,Cta,rmi-a c,apo fitto, giù_ da queste, scale! E non fui se,nz:a, f,atica che Ludwi,g ed io Tiuscimmo ,a ca-lmare ,J.a, su"'1 em,o,zionie.>J. Che· ,cosa vog,Jlio d:i,re, oon ,ciò? Quiesw,: ohe, se l,a soli,d,arie-tà intieU,e,ttu.ale.fornn:oo,- :ang.lo -italiana vuol,e davvero ,ciontra:pp,o-rs.i rulla l(ultur, bi•sogna cominci col metLer mano ,a.Ha•ho,r-sa. Di,soorsi,, ,pro,grammi, invet– tive, rico-rdi della ,no-stra tri:p'1i•ce-nobi-l'tà stoni,ca in– t.e!Uettu.aleed umania,: tutto bene. M,aidate, b:rìsi e,c,o,nio– mi,che aiH'-a-tti,vi-tà inteHe.ttuaJ.e. Se no, ,l'o:rbo non canta. ALBERTO VEDRANI. COLLABORAZIONE DELPUBBLICO Perchè siamo erimaniamo nel ecol. Partito. Un no,s-t110 aintl,co e caro ,compagno, il Ra,g. Donato Bachi - di ,cui sono note Ie diverg,e:nz,e e>o.JlaSe1Lio,ne s,o,ciaH,sta torinese - ci, scrive la seguente '.J,ettera, aHa q-u;a,11e ia,bb1amo .rispos,to con, l'aÌ'tr.a ,ohe la s•e ,g.ue. Il dibavtito è - ossia era - assolu.tamenLe pel'so– n:a:le e privato, ma ,n,on ci spiace rend,erlo phbbli,oo, pe1·chè ta•Ìlto .la :J,ettera del Bachi quanto la nostra ri– sposta esprimo•no d'U'e stati d'animo oomu:ni a molti, ,che è beme vengano ,in luce: e !,e nostre spiega1,ioni •si possono e fo.rse si debbo,no rivoJgere a più d'un ami-00 e 1-etto,re. · Torino, 2 febbraio 1916. Speli. Direzione « Critica Sociale·» Mila.no.· Con rammarico debbo pregarvi di cancellarmi da– gli abbonati della « Criitica JJ. Da tempo dissento dalle opinioni da essa manifestate, ma speravo in un·a re– sipiscenza. Invece di essa, viene la collaborazione di Massimo Fove/, proprio quando vengono rivelate le sue comp-licità con certi tentativi a danno del Paese. Voi. vi alleate a Massimo Fovel, l'« Avanti! » /a- l'ap– pello agli anarchici, e non viene da voi alcun segno di ribellione. Che cosa resta del nostro socialismo, di cui la « Critica » era vessillo? Mi auguro poter rivede,·e la «Critica» di un tempo, e con dolore, ma senza rancore, vi saluto. DONATO BACHI. Mii.ano, 5 f-ebbraio 1916. Caro Bachi, Trasmetto alla Amministrazione la vostra disdetta di abbonamento per dissenso politico, o forse più per « incompatibilità di carattere», e non ho bisogno di agg.iungere che ne provo un vivo rammarico, natural– mente pel suo significato morale. Tutti i buoni anti– chi compagni che si appartano da noi, non solo ci la– sciano indeboliti nella lotta, oggi più .che mai necessa– ,ria, ·contro il privilegio borghese, in un momento gra– . vissimo per il p•roletariato, per l'avvenire del socia- 1ismo, e gravido, credo, di formidabili imprevisti, a cui dovremo far fronte; ma ci indeboliscono anche nella resistenza interna ~he, in tempi normali, do– vrem_o tornare a sostenere, nei confini stessi. del Par– tito, per la difesa di quella che fu semp·re la nostra bandiera di fronte alle perduranti o rinasce{lfi degene- BibliotecaGino Bianco ruzioni anarcoidi, alle intransigenze e _ai semplicismi settarii delle nostre masse e di tanti loro « pastori JJ. La vostra, caro Bachi, è, in sostanza, la prosecu– zione logica, per vostro conto, de-Ila secessione bisso– latiana - che apparve « esp-ulsione JJ ,;w fu vera cc secessione JJ - verso· fa quale vi siete sempre sen– tilo propenso, e la· quale però, coi su'oi effetti politici oggi più che mai evidenti (e che io avevo un p·o' pre– sagiti, facile prof eta, al Congresso cli. Reggio, invano tentando deprecarla), avrebbe potuto persuadervi dello sua inanità e del danno che doveva recare alla causa comune, senzCI/creare nessuna nuova grande forza po– litica compensatrice. I cc Destri» non sono diventati infatti che una ap– pendice - e sarei per dire una ap,p·endice più che mai antisocialista neg'li e{fetti e, senza vo'lerlo, rea– zionaria - · del Partito radicale, di un Partito, cioè, borghese per eccellenza. Non siete Voi nello stesso stato d'animo loro, e, starei per dire, più radicale cleg'/i stessi radicali, quando solidarizzate con questi ultimi fino al _punto da pare,;vi un delitto l'accogliue, senza · -apologie cli sor.ta, un ar•/icolo di Mass{mo Fovel, che dice le stesse, s'tessissime cose che noi andiamo r;en– sando e dicendo da tanto tempo? Voi avete giudicato (me lo avete scritto e lo scrive– ste alla Kuliscioff) un segno di indebolimento - non voglio dire di diser·zione - la mia ap•parente acquie– scenza all'attuale indirizzo ufficiale del Partito e del- 1' <e Av,anti! ». Non cli/endo ·me stesso, e vi concedo anzi subito che un poco l'età (veggo prossima la ses– santina), un poco gli acciqcchi che mi tribolarono que– sti ultimi anni e da cui /lOn sono ancora del tutto /i– ·berato, possono, anzi debbono - • è più che natu– rale - avere alquanto smorzata la mia qualsiasi com– battività. Ogni giorno diven,tiamo.... meno giovani, se anche, in parziale - molto p,arz.i,ailiei - comp·enso, diventiamo insieme più misurati e meno impulsivi. Ma credo di possedere ancora sufficiente senso critico· per potervi assicurare che, a(Jche trovandomi nel mio pienissimo vigore, avrei parlato e o•perato dipi'ù, ma avrei tenuto, nella linea .generai/e, l'identico atteggia– mento, come ha fatto, per esempio, il comune •amico Claudio Treves, che pure è nella pienezza •a.e/ vigore, e che è, e volle· essere, anche più « acquiescente JJ di me. Non è nel ,momento in cui il Partito a cui siamo , ascritti ha addosso a sè tutte !è ire e tutti gli anatemi; non è quando, al semplicismo delle masse - che dob– biamo ingégnarci di correggere, ma d/ cui dobbiam pure tener conto - la nostra ribe 1 llione verrebbe ga– bellata, e in buona fede apparirebbe, come una ade– sione all'enorme misfatto della guerra, di cui tutt-e le borghesie sono complici perchè è il frutto del si– stema sociale che il socialismo ha la funzione· di de– nudare, di criticare e di smantella·re; non è ora, in– somma, che io possa sentirmi il coraggio di « fare il difficile >J coi miei e abbandonarmi a proteste che /e– tificherebbero gli avversarii, perchè la Direzione del Partito o l' « Avanti! JJo questa o quella Sezione, fosse pure la mia, pecchi di qualche settarismo eccessivo e assuma atteggiamenti tafoolta, a mio e a nostro av~ viso, o meno intel/ig_enti o meno simpatici - nei quali, del resto, il buon senso pubblico non ci ri~ ti~ne_ solidali, e p•er questo basta, all'occasione, aver dzchzarato, pacatamente e senza tono di sfida O di sprezzo, la -nostra non conforme opinione. Fra i· due pericoli, ad ogni modo - apparire connivente col– i'« Avan_ti! », che fa un dito di corte agli anarchici e

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