Critica Sociale - Anno XXV - n. 19 - 1-15 ottobre 1915

292 CRITICA SOCIALE L'indirizzo bollava del pari « i criminosi intrighi dello czarismo, il quale, dopo avere innumerevoli volte tradito e consegnato ai loro nemici .i popoli balcanici, oscilla tra il timore delle cons,eguenze di una guerra e la paura del movimento nazionalista che ,esso ha creato. Quando, pertanto, esso si at– teggia a liberatore delle nazioni balcaniche, ciò non fa che per ricuperare, con un pretesto ipocrita e con una guerra sanguinosa, la sua preponderan– za sui Balcani.... Ma il còmpito più importante nell'azione internazionale spetta ai lavoratori di Francia, •cli Germania e di Inghilterra. Essi debbo– no chiedere .ai loro Gouerni di rifiutare ogni soc– corso all'Austria-Ungheria e alla Russia, di aste– nersi da ogni immistione nei torbidi balcanici e di mantenere una neutralità assoluta. Se tra i grandi Stati che guidano la civiltà del mondo .dovesse scop– piare una guerra per 1a querela serbo-austriaca a cagione cli un po-rlo, sarebbe una criminosa folli.a >>. Dov'è lo spirito magno, a cui il futuro spiegava tutto se stesso e svelava tutti i suoi misteri perchè egli illuminasse la via all'oscuro ma profondo istinto della fra,ternilà internazionale d,elle masse proleta– rie? _Laguerra, per passare, doveva, prima di ogni altro, spegnere lui, che ne conosceva tutti i delitti, e della sua scienza e del suo cuore nutricava la f.ede e la speranza dei milioni di lavoratori. Ma, a Basilea, non era solo Jaurès, estensore dell'Indirizzo, a «vedere>> l'avvenire ignoto. Tutti lo v,eclevano. Glossando l'Indirizzo, il de– putato tedesco Haase, dopo aver gridato che sa– rebbe stato un « delitto inespiabile di lesa umani– tà>> lasciare che scoppiasse·« la guerra mondiale >> per la questione austro.-serLa del porto o del cor– ridoio ali' Adriatico, soggiungeva: « D'accordo coi nostri fratelli di Austria, noi stimiamo che è dove– re del Governo tedesco gridare risolutamente al Governo austriaco che ess.o dev,e assolutamente ar– restarsi sulla via in cui si è messo .... Nessun trat– tato di alleanza può obbligare il popolo tedesco a versare il suo sangue in favore del desiderio di conquista e della sete di « onore >>e· di « gloria >>•di certe èamarille >>. Come il Gov,erno tedesco abbia ascoltato il mòni– to dei proletari, è ornai manifesto· per cento modi, e l'ultimo fu rivelato da Salvatore Barzilai nel suo alato discorso di Napoli - troppo più antiaustria– co - del resto - che antitedesco. Ed è anche pur troppo risaputo come i deputati socialisti tedeschi, in un solo giorno, in un solo istante di inconcepi– bile debolezza o di funesta demenza, col voto di quel fatale 4 agosto bruciarono tutte le benemeren– ze acquisite durante i lunghi anni della loro aper– ta, coraggiosa, instancabile lotta contro il milita– rism_o, l'imperialismo e il dinasticismo della Ger– mama cesarea. Ma fu l'olandese Trodstra quello che, fra tutti, ebbe forse il brivido premonitore più profondo, quando osservò: « Il punto decisivo della politica internazionale è certo ora l'antagonismo esistente tra i Governi inglese e tedesco. I Belgi e gli Olan– desi sono convinti che, se scoppia la guerra euro– pea e. se si combatto110 l'Inghilterra e la Germania, sarà il loro paese che servirà da campo di batta– glia ... >>. Ah! quale orrore, quale mortificazione umana dover oggi riconoscere che tutto ciò fu visto, fu annunziato, fu declamato, invano! L'Europa, coi suoi diplomatici, coi suoi governanti, coi suoi sa– pi,enti, continuò, superba e inconsapevole, imper– turbabilmente, la piccola giostra di intrighi, la sor– da •Opera di seduzione, di adescamento, di corru– zione, di violenza su questo e quello· Stato balca– nico, su questo e quel capo di Stato e di Governo, su questi o quei ceti economicamente prevalenti. La BibliotecaGino Bianco vanità vittoriosa di ciascuna Potenz.a si estasiava per ogni divisione, per ogni ripicco disseminato, che mettesse gli uni contro gli altri e consolasse di una cavalleresca patacca la carriera annoiata di un addetto di .ambasciata! Heattoli, - di cui l'ultimo, il principe di Wied, è stato il più grottesco e non 11 più miserevole -- reattoli per stirpe e sangue vas– salli dell'Europa, più sensibili ai proprf che ai bi– sogni dei popoli a loro affidati; maggioranze par– lamentari privile~iate, access·ibili alle persuasioni estere; grandi giornali sempre pronti all'incanto; •ecco le basi di operazione, per mo.Jti e molti annì consacrate da tutte I.e Potenze. Venuta la grande crisi, scoccata l'ora della convulsione mondiale, tutti gli appetiti eccitati balzarono avidi, sentendosi prossimi a diventare padroni dei lor.o padrini. D.ei Governi B.aJ.canici, •ciascuno, per conto proprio, pensa •che è questa l'ora di ricattare l'Europa, di s.ervirsi dei bisogni dell'Europa per appagare le proprie brame. E' la grande rivincita dei divisi, dei corrotti, dei calpestati. La Bulgaria si accq_rda ·col Turco e punta ·minacciosa su la Serbia. La Roma– nia si .abbandona a tutte le carezze, occhieggiando alla Triplice e alla Quadruplice, e, intimamente, ri– servandosi... neutrale per un'altra... passeggiata romena! La Grecia è più enimmatica che mai tra Venizelos, anglofilo, e il re, germanista. E J.a Ser- .bia si chiede se la Quadruplice non le lascierà espia– re con la vita il fortunoso colpo della Macedonia!. .. Quanto alla Quadruplice, essa, mentre riprende l'ardente -offensiva francese dalle Argonne, e da Dwinsk a.spetta di sapere quanto sia definitiva la ritirata della Russia, per l'inspirato passaggio del– la Bulgaria alla causa nemi,ca vede profilarsi la minaccia della marcia teutonica su Costantinopoli e su ·l'Asia, e sgomenta e perplessa si chi,ede : - « Che fare? Come agire?>> -- Ebb,ene, il suo fol– letto interno, quello che è _dentro ciascuno di noi a farci il processo dei nostri atti e delle nostre gesta e· a ricordarci per ischerno quello che noi vorrem- · mo dimenticare o non aver commesso; il suo fol– letto le suggerisce : - Puoi riprendere, puoi far tua la troppo ingenua, la troppo derisa politica bal– canica dei socialisti, la Confederazione repubblica– na e nazionale dei popoli. balcanici? La salvezza è forse là... · · CLAUDIO TREVES. D PROPOSIJO DICERTE PROFEZIE La guerra e I partiti, Mentre si va ripetendo da molti che, sotto l'in– flusso possente della guerra, la nazione ha assor– bito le classi e i partiti; coloro stessi, che insistono nell'affermazione, quasi avessero bisogno di con– vincerne se 'stessi, lasciano comprendere la esage– rata, la meschina, la bassa preoccupazione delle sorti future del loro partito, dopo la pace. · Classi e partiti sono morti nella concordia· nazio– nale, ma tutti costoro ne parlano come si parla dei vivi che fanno paura. Il tema « Quali influenze avrà la guerra sulla vita e sulla politica dei partiti >>(e non pare un di quei temi, alquanto sciocchi, che usavano molto per la Licenza liceale?) si svolge, con molteplici variazioni, sui grandi e sui piccoli giornali. Ciascuno, mentre ciancia di sacrifici di parte, e di fazioni ·cremate in olocausto sull'ara della patria, pensa alla sorte che l'attende a guerra finita. E la speranza, interessata e stolta, che le armi uc– cidano, oltre i nemici esterni, il nemico interno, il

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