Critica Sociale - Anno XXV - n. 14 - 16-31 luglio 1915

216 CRITICA SOCIALE universale e profonda e 'ricca di veri e forte "di bontà, che ha qualchecosa da dire e da fare in ogni ora della errore e dispersione d'energie volerli artificialmente tenere in vita. Ma altre forme di attività, non solo sono indipendenti o quasi dalla guerra, ma anzi questa ne rende più che mai necessaria la vitalità produttrice. L'agricoltura prima d'ogni altra: i cui prodotti è ben vero che (come osserverebbe un' anticollaborazionista assoluto) purtroppo per ora non sono di tutti: ma sono però necessari a tutti, onde è interesse di tutti che non siano scarsi. , vita, e che la guerra, non solo non lo sopprime nè lo sospende, ma ne mette in luce i vnlori _e ne conferma le diagnosi ed i rimedì; deve essere il nostro còmpito, il nostro conforto, e, in certo senso, la nostra vend_etta. * ** Aiutare le energie valide, con un criterio socialistico e non elemosiniero di assistenza; impiegar bene i soc– corsi, sì che integrino le forze individuali anzichè sov– venire le inerzie, incoraggiar le pigrizie, favorire le avidità deplorevoli; cercare chè, di tutti questi quattrini che si " mobilitano ,,, una parte almeno vada a scopi che, mentre provvedono al presente, durino e soprav– vivano per il domani; questi, e varì altri, sono còmpiti propri é degni di socialisti. Poichè a far tutto ciò oc– corre quel concetto e quella visione " socialista ,, (non è detto che individualmente non l'abbiano altri; ma in noi c'è per definizione) dei vari organismi pubblici, che noi abbracciamo e consideriamo con sguardo nuovo, anticipando i bene ordinati assetti futuri: onde ci av– viene di distinguere nitidamente quel ch'è proprio degli Enti locali e quel ch'è dello Stato; quel che spetta a istituti ordinari, e quel che deve venire· da straordinarì e provvisori, che con mezzi del pari straordinari svol– gono l'opera loro. Definir bene tutto ciò, significa far sì che questo tu– multuario formarsi. di Enti, di Comitati, di iniziative, di competenze e di responsabilità, si coordini in coo– perazione efficace, e non sia duplicato inutile, intralcio 'dannoso, disperdimento di forze: significa distinguere i provvedimenti propri degli Enti permanenti e ordi– nari, da quelli degli Enti sorti per la circostanza ec– cezionale; evitare la confusione delle funzioni, che è una piaga cronica della nostra vita amministrativa, e in simili contingenze si fa acuta. Eppòi è nostro còmpito denunciare e combattere certi c,iteri illusori (la buona gente borghese, anche se competentissima, ne ha sempre un bagaglio, per riflesso logico del suo mondo, che di fenomeni simili è pieno) coi quali si crede provvedere a necessità nuove, sov– vertendo, scombussolando, spostando tutta la vita so– lita, e non ci si accorge di fare come quel tale che voleva empire una buca aprendone un'altra, e poi colmava la seconda scavandone una terza, e cosi via all'infinito: certi criteri coi quali si crede, nel campo .. del procacciar mezzi da privati o del ricavar tasse dai contribuenti o gettito dalle imposte, che una botte, di certa capacità, aprendovi dieci fori e traendone il vino pur dieci zampilli, dia più vino di quello che ha e che versa per l'unico foro consueto. Chi vive, in questi giorni, in mezzo all'affaccendarsi degli uomini dei Comitati e dei funzionari ufficiali, sa se di questi. errori se ne facciano, se di queste illusioni se ne accar;,zzino, se di questi abbagli se ne piglino; se tutta codesta brava gente non si avvolga e non si impigli, ad ogni passo, entro gli assurdi e i paradossi, economici e morali, tecnici e ideali, che dominano sem– pre il mondo presente, ma che nell'ora delle grandi crisi si rivelano enormi e balzano all'occhio di ognuno. Orbene: fare tutto ciò - perchè è bene in sè, e perchè è utile al nostro partito che noi ci mostriam capaci di farlo - ; additare tanti aspetti della vita so– ciale, che di solito restano celati e oggi si svelano ; far si che nuove coscienze si formino, nuove volontà si affermino, nuove istituzioni, non solo sorgano, ma rimangano; porre il problema "perchè solo ora, e non sempre ? ,, , affinchè dalla onda travolgente resti almeno un limo fecondo di visioni nuove e di opere; convin– cere noi e gli altri che il Socialismo è dottrina così BibliotecaGino Bianco Noi dobbiamo fare, oggi come ieri, imprimendo alla nostra opera il suggello della nostra fede socialista; non andare a ,rimorchio, ma dominar noi le iniziative e le azioni - nel multiforme campo dei consumi e del– l'assistenza - in cui questa strana società, sotto l'as– sillo della guerra, tenta difendere sè... da se stessa. 13 luglio 1915. G. ZIBORDI, L'IMPALCATURA ECONOMICA DELLA GUERRA Uno dei f.atti più ooratteristici dell'attuale grande conflitto europeo e che si impone fin da ora all'atten– zione degli studiosi, è la inattesa, straordinaria r-esi– stenza economi-ca degli Stati e delle popo1azioni. Che se da una parte le previsioni ootastrofiche d"ella fu propaganda pacifista sono rimaste pienamente con– fe:rmate p,er ciò che riguarda la pre-con<izzata entità deJ.le spese, ammontanti roo.lmente ,a mili.ardi sop,ra mHiardi, d'altra parte ciò che pareva dover essere il logico corollario di un cosi immane sp-reco, ossia il rapidissimo es.aurimento delle ris_o,rse governative e private, non si è invece per nulla, verificato. Esaminando peraltro le cose un po' più dappresso, ci si accorge che anche questa· volta, come del resto• ,accade sempre, nel conflitto fra La teoria e· J,a relllltà il torto è deJ.Ja prima e non della seconda. O in altre. parole la meravigli.a, che nel nostro animo su seiita un tal fatto, non deriva già. dalta sua stranez.za in sè, ma solo dal suo• diverg,ef'\l dalle nostre anteriori pre– visioni. Una non troppo lunga analisi ci dimostra infatti, che la accennata resistenza economi-ca dei Governi e dei privati si spiega facjlmente e naturalmente. Nella vita e-conomica delle nazioni moderne occorre distinguere tre sfere diverse, benchè fra di loro stret– tamente connesse ed allacciate. Queste tre sfere sono: l'e-conomia dello Stato, o la finanza, l'economia de:ll'ind,ividuo come• tale o il reddito, \.'economia soci.aie vera e propria o la ric– chezza pubblica. Per ciò che. riguarda la finanza, la previsione ooo– nomica anteriore alla guerra non si mostrò fornita di troppo acume. j:; noto infatti che la sorte d-eJ prestiti di Sta,to è legata a tre condizioni, necessarie e sufficienti, di– rebbe un matematico, ossia la fiducia nella solvi,bilità dell'ente, Ja convenienza delle condizioni dii emissione, le condizioni, del mercato moneta-rio. Erà perciò da prevedersi che, data la immensa fidu– cia, che ai giorni nostri, e non a torto, isp-irano finan– ziariamente gli Stati, date le condizioni favorevoli di emissione a cui senza dubbio si sarebbero assogiget– tati i Governi, dato i,nfine il preveduto e prevedibile ristagno delle industrie e dei commerci e delle tran– saziorui in genere fra privati, che «liberava» d'un colpo in~nti quantità di capitali, i prestiti di guerra, destinati. a fornire ai rispettivi Gov-erni quello che già g,li antichi conoscevano come il più vero ed au– tentico neruus belli, avrebbero avuto, come infatti ebbero, un discreto, anzi, diciamolo pure ottimo sue-

RkJQdWJsaXNoZXIy