Critica Sociale - Anno XXV - n. 14 - 16-31 luglio 1915

Cl-UTICA SOCIALE 217 ,oe.sso. Successo tanto più goonde e no,tevole se si considera ohe, per il peso della prima e più ancora della terza dellé accennate tre condizioni di ·riuscita, i Governi poterono collocare i loTo titoli a condizioni relati,vamen,te pochissimo, onerose e tutt'altro che usuraie. Di guisa che, è lecito affermare fin d'ora con sicu– rezz,a che, se questa guerra immane un giorno o l'altro cessasse, non sarà certo il difetto di mezzi finanziari, che costringerà i Go,v•erni a venire a più miti consig.Ji. Un po' più complessa si pr-esenta La questione del– l'economia priivata, ossia dei rooditi, ma. non tale da non poterne venire a. capo. Il reddito individ:uale è regolato in sostanza oa queste tre condizioni: la domanda delle merci o dei servigi, la possibi,li'tà materiale di fornire merci o servigi, l'entità dei bisogni, che il reddito è desti– nato a soddisfa.re . Oéra senza andarè tanto per le lunghe osserveremo che, quanto alla prima condizione, il v,enir meno di una certa parte d-ell,adomanda di merci e di servigi è stato almeno parzialmente compensato (fino a ohe punto lo 'diranno a suo tempo le statistiche) dal sor– gere di wna nuova am,p.Ji.ssima domanda di merci, capitali, e mano d'opera, dovuta agli spooiali bisogni dena. guerra e la cui entità è facilmente commensu– rabil·e, tenendo presente La cifra dei miliardi, sp-esi dai Govemi: · Quanto alla seconda. condizione, da una parte l'es– sere rimasti• i rispettivi territori nazionali nella 'loro quasi totalità liberi da invasioni nemiche e dall'altra l'avere potuto supplire, più di quello che comun,e.. mente si pensi, al lavoro dei riohiamati, le donne, i fanciulli, i vecchi, i fisicamente deboli, assicurava la possibilità materiale dii approfittare <l-eUesuperstiti e sopraggiunte domande di merci e di servigi. Quanto aL!a te-rza condizione, è ,e,vidente che, se, come è avvenuto appunto e avviene in questo pe– riodo, l'agente economico r,estringe notevolmente i suoi bi-sogni e quindi le sue sr/ese, anche un red– dito notevolmente diminuito gh basta a sbarcare il lunario e l-0 solleva dalla triste necessità di intac– care i propri risparmi" o di ipotecare, indebitandosi, il reddito degli apni f.uturi. Ma il pessimismo economico di coloro che dal loro amore per l'umanità - sentimento in sè nobilissimo, ma non tanto da autorizzare a travisare il vero, che è cosa ancora più nobi,le della stessa pietà- sono tratti a oorcare dovunque argomenti anche estrinseci alla loro tesi antiguerresca; sconfitto sul te·rreno délla realtà presente, si aggrappa al futuro e profetizz.a, novella Ca-ssandra, sciagure sopra sciagure per l'in– doro.ani, pe<r il di dell'estremo giud-izio e d·el,la resa dei conti. Queste anime, più buone che veritiel'e, più com– passionevoli ohe acute, ragionano al lume del buon senso. Un.a v-01,t.a ohe il fior fiore dei ceti produttivi della società europea se ne si.a in ozio, e sia pure un ozio sublime ed eroico, e una volta che ·1a ·guerra divora non pure i miliardi di carta ma, quel che più conta, ogni. specie di beni .di consumo ed ~ssorbe in buo,na parte il lavoro v,ivo di coloro, che per avventura non sono andati al campo, chi- colmeTà questo deficit spa– ventoso? Ora, come di.ceva già Fed,erko Engels, il buon sen- Bibli:otecaGino Bianco :so è un bravo anzi ottimo ·.figliuolo, a patto però di non mettere il becco in f.aoce'nde, che sorpassfoo di grart l1Ungal'orizzonte limibato e casalingo della sua comprensività intellettiva. Questo è appunto un caso-. Ma procediamo con o·rdine. La rkchezz,a pubbli,ca, quella ric-chezza cioè in cui i redd<iti privati affondano le loro radici, v-era mensa comune di cui i singo,J.i agenti economici so-rio come i commensaJ.i, e che non aumenta o scema p-er il fatto che Tizio o Caio riesca ad assi-curare a sè una por– zione maggiore o minore, consta di .tre parti .. La IH"ima parte è costi-tuita dalla massa esistente dei beni di consumo. La seconda parte è costituita dalla massa: es-istente dei me-zzi· di pr-oduzione. La terza parte è costituita dal grado di potenzialità del lavoro, sto-ricamenite raggiunto. L'importanza d-i queste tre parti non è per niente egua.J,e. La ..~econda è, di gran lunga più illlportante della prima, la terz,a d·i gran !•unga p,iù imp,ortante · della seconda. 11 Ora, la guerra attuale, per quanto te-rribile, non ha finora intaocato, e con ogni probabili-là non inbac– cherà neanche in seguito, nonchè la t&ia, neppure la seconda parte del'la ricchezza pubbl'ioo. Ma, si di•rà, e i milioni di lavoratori ;i,n ozio for– zato? e il lavoro degli ,altri rimasti, distratto da fini veramente utili per opere mi,cid,iahl e in ogni caso economioamente sterili? Chi dice ·questo non ti-ene cònto di un fatto im– portantissimo, che è il seguente: :e notorio come, nel co•rso del secolo XIX e nei primi anni del XX, i consumi siano cresciuti. enormemente. Sp,eci.almente negli ultimi anni lia società europea, in tutti i suoi strati e non soltanto in quelli alti, si e·ra fatta spendereocia e gaud-en,te. Se un buon borghese della prima metà del secolo soorso avesse potuto assisteTe a si largo sperp-ero pubbli,co e ·pri– vato, gli -si, sarebbero rizzati con ogni p•robab<ilità i capeHi· in capo. Ma, -come sosteneva già, secoli OT sono, Mandeville nella sua famosa: « Favola delle Api », anche il lusso è utile, in quà~to esso dà da vivere a moltissima gente. Certo pi è che, s-e, prima della guer,ra, l'Europa si fosse alzata un· bel matti-no col prurito del1'a par– simonia e de.c,i.saad ,adotbare di un wlpo le parche abitudini di vita• dei nostri nonni,, non ci sarebbe potuto essere un peggiore disastro, una più terribile calamità. Una· quantità enorme di stabilimenti indu– striali e comme·rciali avrebbe dovuto chiudere· i bat– tenti, la .disoocupazi-one avrebbe infi.erito oltre ad og.ni misura. Al:la fir1,ei Governi, tanto per correr-e in qualche modo ai ripari, avr-ebbe-ro dovuto ricorrere al mezzo estremo, di contrarre prestiti immensi, traendo par– tito dalla sovrabbondanza di capi-tali « .liberati », ed occupare tutta que-sta g-ente a spasso in opere· di vera o presunta pubblica utilità. Gli interessi d:i tali de-biti sarebbero po-i stati· pa,gati dal pub·blico sul fondo dei risparmi da esso re.a:lizzati co-1suo nuovo parsimonioso tenor di vita. Orbene; questo quadro da me schizzato non fa che rÌ'produrre a rov,escio la situazione attuale. M.a nori basta. Se, come ho detto, l'odie1ma società europea ave,va quantitativamente e qu.ali-tativamente e.levato· i· suoi

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