Critica Sociale - Anno XXV - n. 14 - 16-31 luglio 1915

CRITICA SOCIALE 213 Un altro grosso vespaio: la ricostituzione della Polonia. Sarebbe niente altro che il copione di una farsa di pessimo gusto quel protocollo d~lla pace, il quale - esordendo con una solenne riconsacra– zione del diritto nazionale - riconsacrasse anche lo smembramento russo-austro-tedesco della nazione .polacca. Ma è da prevedèrsi che contro quesfa rea– lizzazione del principio di nazionalità insorgeranno, per i motiyi più div~rsi, i socialist! ru_ssi?tedesc~i e austriaci. E con inattese comphcaz10m! Infatti, non sarà difficile che i polacchi della Galizia, addo- , mesticati con un'astuta politica dagli Absburgo, optino per questi, anzichè per la loro nazione - e, se si può farsi ammazzare per redimere un po– polo, non è il caso di.... sgolarsi neppure, per ottenere tale intento contro il desiderio del popolo interessato. Ma non è. temerario prevedere che il postulato della ricostituzione nazionale polacca avrà per con– traccolpo un grave dissidio fra le varie frazioni dello stesso partito socialista russo, nel cui seno è un abbondante numero di egregi « storici » della indi– vidualità russa della Polonia! E cosi via .... Io non ho cercato di dissimularmi e neppure di attenuare la importanza di queste difficoltà. Se esse non esistessero, non sarebbe neppure a me neces– sario scrivere un articolo intorno alla iniziativa di un Convegno socialista internazionale. Nè - ed io l'ho avvertito -· questo Convegno deve avere ne– cessariamente il còmpito di formulare gli articoli del futuro trattato di pace, nè il suo successo, nel nostro concetto, è subordinato alla concorde e defi– nitiva formulazione di tali articoli. Il Convegno, al quale io mi riferisco, dev'essere il primo dopo la generale conflagrazione, dev'essere il primo .gesto di rinascita della morta e sepolta Internazionale. Se, quindi, esso riuscisse solo alla concorde formula– zione dei principii generali, che - mutatis mutandis - io ho indicati, il suo successo sarebbe già grande e spianerebbe la via ad ulteriori e più specifiche e concrete intese. D'altra parte, basta indicare, come io ho tentato, le varie questioni capaci di suscitare dei dissensi, per comprendere che questi non sono assolutamente msolubili. Infatti, è evidente che essi risultano an– che di parecchi errori storici, etnici e politici, creati, diffusi e ribaditi dalla diplomazia ufficiale ed ac– cettati infine anche dai socialisti,· per la inerzia che questi han sempre praticata di fronte ai problemi di politica estera. In un secondo Convegno, sarà meno difficile ·avviare questi dissensi ad una solu– zione basata sopra una più retta e positiva inter– pretazione del princip~o di nazionalità, secondo lo spirito largo ed equo che noi portiamo nella pro– fessione d1 tale principio. Ma ciò che importa, ciò che da solo renderebbe meritoria e basterebbe a sollecitare la iniziativa di un tale Convegno, è il fatto che l'Internazionale So– cialista dimostri di trovare, pure tra. le macerie di una spaventevole conflagrazione, il terreno della sua ricostituzione e lo trovi in un'antitesi (suggestiva, luminosa, prontamente popolarizzabile) alle direttive prevalenti della borghesia internazionale e del mi– litarismo. Questi, infatti - come io cercai di cti– mostrare in un articolo in queste stesse colonne (1) (1) N. 12, del 11-80 giugno u, s. ibtiotecaGino.Bianco -- obliando troppo presto di avere scatenato la guerra in n?me .... della difesa della nazi?nali~à op– pressa, e d1 avere proclamato la .necessità· d1 con– tinuarla ad oltranza per dare ad ogni Stato le sue sicure frontiere nazionali, oggi non parlano e non si preoccupano se non delle frontiere ·strategiche. Ciascuno Stato belligerante, mostrando di volersi assicurare una solida porta di casa, in realtà cerca di situarsi in posizionè acconcia per irrompere fa– cilmente nella casa del vicino. E questa . orienta– zione .... strategica delle aspirazioni dei varii Stati belli~eranti reca in sè la negazione dell'asserito zelo per la pace sicura e durevole, contiene il germe di nuovi conflitti, minaccia fin da ora di ridurre il futuro protocollo della pace ad una semplice scritta di armistizio. Sarà radioso di non poca gloria per l'Internazio– nale Socialista il fatto che essa - maledetta e vili– pesa, perseguitata e schernita come negatrice cinica della santità della patria - rimanga sola a pro– clamare, non soltanto, ma a costruire la sicurezza futura delle patrie, costituendosi .in asilo sacro e sicuro del diritto nazionale nell'ora stessa nella quale coloro, che lò gridarono allorchè tale grido era grido di guerra, lo ripudiano, avvertendone il fastidio per le loro brame di conquista e di mutua sopraffazione! E, d'altra parte, ad insinuare la fede nella perenne virtù di verità e di vita dell'Interna– zionale nelle coscienze fin qui refrattarie; a ricon– fermarla ed a rinvigorirla in quelle che la senti– rono illanguidire nei giorni nei quali l'unica verità parve la menzogna tràgica della guerra europea . sempre negata e l'unica vita la morte, assorbente nel suo regno tutti i regni del mondo - a solle– citare questa primavera novella e promettente della nostra fede nelle devastate aiuole dello spirito pro– letario, varrà in maniera decisiva quest'afferma– zione dell'auspicato Convegno: che proprio nell'ora nella quale da tutte le parti le patrie promettono il mutuo esterminio, i socialisti di ciascuna di esse ne varcano i confini, per ricercarsi e incontrarsi in una breve zona neutra e per promettersi che esse vivranno, e non più nella violenza e nella frode, nell'odio· e nell'insidia, ma nella sola atmosfera per esse vitale. L'atmosfera del diritto. · FRANCESCO C1ccoTTI. In questo articolo Francesco Ciccotti pone alcuni principii essenziali che debbono ispirare la p·ace; sono queste, diremo cosi, le condizioni elementari della pace, secondo le intendono i socialisti. Su cjò è bene spiegars(, fin d'ora, affìnc~è non una qu~– lunque pace di Varsavia, che a un qualunque istante · di disperazione faccia cascar di mano ~e armi ai combattenti, venga gabellata come la pace voluta dai socialisti ..... Ah! il socialismo internazionale non sarà mai' ab– bastanza guardingo nell'assumersi responsabilità, cir– ca la cessazione delle ostilità. E certamente a ciò i compagni nostri, peregrini erranti della più ropida rinascita della Internazionale e della più sollecita ri– presa della pace, avranno pensato. In nessun caso mai il socialismo vorrà avere alcuna cosa d'a spar– tire con la pace dei boia, degli oppressori, dei con– quistatori, delle nuove Sante Alleanze. La gatta troppo frettolosa che ha fatto i gattini ciechi non era una gatta $Ocialista. Buttarsi intem– pestivamente tra gli' eventi e la loro sanzione na– turaie ad un certo momenfo 4 può . essere generosa scimunitaggine. La pace dei socialisti non è una pace qualunque, è una pace seco·ndo certi principii. Cic– cotti ne delinea gli elementi p•iù ideali, indipendenza

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