Critica Sociale - Anno XXV - n. 14 - 16-31 luglio 1915

212 CRITICA SOCIALE questa ora sia disposta a far credito alla lorp buoria fede internazionalista! Nondimeno, i socialisti di tutti gli altri paesi belligeranti o neutrali - non debbono lasciar ca– dere, non lasceranno cadere sterilmente queste tar– dive, ma sincere resipiscenze dei nostri compagni tedeschi. Vi è in esse, più e meglio di un salutare ravvedimento, il germe di una rinascita valida e sicura: vi è la granulazione del tessuto internaziofla– lista, proprio là dove la distruzione fu più violenta e più completa. Cioè, in Germania. E io credo che quelli dei nostri-, i quali hanno autorità e possibilità di insistere intorno alla iniziativa di un Convegno fra le rappresentanze socialiste di tutta l'Europa, non debbano stancarsi dei loro sforzi e debbano, al contrario, intensificarli di fronte alle resistenze inevitabili dello scetticismo. Naturalmente, non credo che da un simile Con– vegno, allorchè esso sia posto in atto, uscirà la pace, e neppure l'impulso decisivo verso la pace. Ma è ragionevole aspettarsi da esso, almeno, una comune orientazione delle idee e delle J!,assioni ,di tutti i socialisti di Europa. Più proci~amente, questo Convegno dovrebbe proporsi di stabilire alcuni cri– terii accettabjli per i socialisti di tutti i paesi belli– geranti e riferentisi alle basi della pace futura; do– vrebbe ottenere la revoca della cosidetta « tregua dei partiti » da parte di tutte quelle Sezioni dell'Inter– nazionale, che l'aooottarono nei loro paesi in guerra; e dovrebbe efficacemente impegnare tali Sezioni ad intensificare nei loro rispettivi paesi, e con tutti i mezzi consentiti dalle circostanze, la propaganda per la pace, sulle basi - beninteso - stabilite nel Con– vegno dal quale uscirà r~consacrata l'Internazio– nale. Non è difficile comprendere come la possibilità di orientare per questa comune direttiva g.Ji sforzi dei socialisti di tutta l'Europa sia subordinata alla scelta e aJla indicazione delle basi, _o dei criterii informatori della· pace futura. Quanto dire che il successo della iniziativa dipenderà sopratutto dallo spirito c\i equità ,e di chiarovef!genza, col quale si saranno prospettate le soluzioni dei varii problemi posti dalla guerra per ciascuna nazione, e non solo per propiziare oggi la pace, ma per conservarla domani, per sopprimere tutti i visibili focolai di nuovi conflitti. Ora, sopratutto per la ricognizione di alcuni cri-. teri fondamentali, atti a raccogliere immediatamente l'adesione di massima di tutti i socialisti di buona fede, non si dovrebbe stentare molto, essendo quelli contenuti nei postulati essenziali e sempre e da tutti accettati deJJ'Internazionale Socialista. Questi criterii possono così raggrupparsi : a) la convivenza delle popolazioni affini per il comune idioma e la comune storia in uno Stato Na– zionale rappresenta, n'éll'àmbito della civiltà contem– poranea, la s,istemazione meglio conforme ai preva– lenti concetti del diritto internazionale e al comune interesse di eliminare ·occasioni e provocazioni guer– resche di natura irredentista; b) là dove non sia nettamente definibile e sia contestata la pertinenza etnica dei territorii e delle popolazioni, siano queste chiamate a risolvere la con– t~oversia mediai:ite U? responso di plebisciti, garan– tito neJJa sua smcentà con le stesse forme in uso per l'esercizio del suffragio universale e convocato. sollo il_controllo di una rappresentanza dei paesi neutrali; e) l'istituzione deo-li eserciti stanziali .si è rive– lata essa stessa una delle principali istigazioni alla guerra ed è in ogni contingenza esiziale allo svi– luppo e al godimento delle libertà costituzionali e BibMotecaGino Bianco . popolari, oltrechè rovinoso per le finanze degli Stati e l'economia delle Nazioni. È supremo interesse per la democrazia sociale reclamare in ciascun paese che nel futuro trattato della pace sia incluso l'ob– bligo di sostituire l'istituzione dell'esercito perma– nente con quella della Nazione Armata in tutti gli Stati; d) la funzione effettiva, permanente e obbliga– toria di un Tribunale Arbitrale per risolvere tutte le divergenze fra gli Stati si è rivelata una supre– ma necessità per la conservazione della paoe inter– nazionale e per la difesa della civiltà umana. Il futuro trattato di pace deve contenere l'esplicito riconoscimento di tale obbligatorietà da parte di tutti gli Stati. Per assicurarsi l'effettivo rispetto di tale obbligo, alle antiche alleanze sarà sostituita una sola, fra tutti gli Stati, cioè, contro quellò fra essi, che si ricusi di sottoporre un'eventuale 'sua rivendicazione al Tribunale Arbitrale, o che si ri– belli al lodo da questo emesso. · Non è difficile prevedere - e neppure ribattere - due notevoli obiezioni ad un siffatto programma. La prima è questa: - Il programma è be)lo, ma è anche .... molto avvenirista. - Eccò l'altra obie– zione: - Sarà ben difficile applicare il criterio di nazionalità, di cui alle lettere a) e b), alle concrete questioni suscitate dalla ~uerra 'attuale. Alla prima obiezione rispondo che uno degli er– rori del socialismo - d'onde è poi derivata la sua impotenza asso.Juta o relativa contro le forze co– spiranti per la guerra - è consistito appunto nel considerare avvenirista ogni rivendicazione.... più recisamente oppugnata dalla borghesia e, quindi, di non agevole effettuazione. Ma, sopratutto, io penso di non essere un visionario, contando sul decisivo appoggio che, dopo la guerra, deriverà a q~elle no~tre rivendicazionj dal sentimento popolare d1 tutta I Europa, suggestionato dalle conseguenze spaventose della conflagrazione attuale. * ** Mi sembra, invece, più importante la seconda obiezione. È infatti prevedibile che, nell'applicazi-0ne del principio di nazionalità alle divergenze .concrete suscitate in questo campo dalla guerra, noi inciam– peremo in resistenze scabrose da parte dei socia– listi dei paesi interessati. Pensate all'Alsazia e Lo– rena, alla Polonia e, sopratutto, alle delimitazioni balcaniche; e, per ciò che si riferisce all'Italia, alla 1 Dalmazia, all'Albania .... I socialisti tedeschi, per esempio, saranno - so– pratutto più in là - pressochè unanimi nel ricono– scere la reintegr.azione del povero Belgio e, forse, il risarcimento della colossale devastazione· in esso perpetrata dalla furia selvaggia dell'esercito del loro paese, trasformatosi, nei primi mesi della guerra, m un'orda armata. Ma reclameranno, in compenso - i compensi anche qui! - la restituzione di tutte le colonie to1te alla Germania.... ·

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