Critica Sociale - Anno XXV - n. 2 - 16-31 gennaio 1915

CRITICA SOCIALE 19 e con vergint\ spinto eroico, ebb!'o della voluU-à del sacrifizio: così come, durarute la Comune, alcunò dei combattenti fu visto sulle barricaite con un sem– plice ba,stonc:ino da passeggio; oosì come queii gi-0~ vani, che, in omagg1O,a,lla tra.dizione di Garibaldi, lw.•mw sentito l'impulso di· portare !'-olocausto d,e-i -lor-0venti annii sull'ara della Repubblica contro la !'uri.i teutonica imperversante nel bosco delle Ar– g.onne. Ma .il mezzo della guerra, in sè, è esisenzial- 1nc.nte·sopraffazi.Qlne, prevalenza del nun'ler-0, preva– lenza di sirnmenti di distruzione. L'obbiettivo è sem– pre quello di arrivare ad essere mille c.ontro cent,o, d:i puntare l'arma più mici·diiale, più perfezi-ona.t.1 nmt1,o il nemico più in,e,rme; cogliere alla s•pro,v-, v,e,duta, demolire a furia quello studio della par·ità de.Ile condizioni che è il primo canone dii una lot,ta mitigata, umanizzata, il primo canone cl'-cmoreper la gente che ha una, crosta di s0cievolezza. Ora, po– tc11csfogare tutti gLi istinti cieli.a violenza primige– nia ,~he, in picco,J.o .e in sol:itudine, porta alla pri– ~io11e ed al patjbolo; trovare qUJan.d.o s.j. esplica _in g-rand·c, in massa, premì, onori, g.1°!1'i~, ecco ciò _che, malgrado tutte le propag,ancle socialiste, esercuterà ,;en;pre un allettamooto irresistibile, un fascino tra– v,olgenLcsugli uomini. Le sue spire avvolgono anche gli uomini di intèlligenw calma, nei qualii una cel'ta [o{!g,i,a soool.are cli educazione ha deposto e mantiene l'insidia di idre avvivatrici e nobilitatrici delle pas– sioni dii o,t·gogli-o,,d,i sfruttamento e. cl i impero, che ~on.o alle -racLicidèll'uomo. Si, l'umanii,tà è abbastanza vio,lenLane,i suoi istinti per poter sempre essere dl'essée alla guen·a. Al co– mune denominato1'e violenza si tira tutto ciò che, '-'Otto il nome. di j'ol'za, dovrebbe esprimere la p,iù alta rappresentazione della idea di coop-er.azaone e . ,;olidarietà clegli uomin,i, idest d.eHa pace. Ora le due parole; anzi le due idee, sono usate e.on una promi&uilà, che dimostra com,e sia facile identifi– care i contrarì. Ah! Molte genera1:i,on-i cl.i donne figlie– rann,o .a.'11,00•ra, p erc.hè ogni patl'ia possa tenta-re la dist.ruzione della patria vicina. Contro questa infe- 1,icilàd,i na,tur.:i,d1e la politica delle classi governanti m:antien:e e sfrutta a suo ,pro, non sta che la propa– ganda soci.a.lista. I~ mo-Lto.ma è poco. f poco perchè appunto gli u•omi.n,inon obbedisc.ono alla ideologia delle predi– che ccl il socialismo non è efficace a mutarne l'anirrm se non nella misura che ,esso progressivamente muta le isLituzi-oni, trasforma gli ambienti, altera i rap– porti 000-nomico-politici delle classi. Ci sono m-0.Jti che, in quest'ora di strazio pe1· il mondo,, a,rd:iscono accusare il socialismo perchè non ha impedito là guerra. Ma come l'av1,ebbe potuta imp~dire ~e _e-sso è ancora cosi !unge dal po:tere? Certo,, 11socialismo h,a amma,;sato• una reale forza di sentimento prole– tari-o, coop,nrutivo cd umano, mostra1nd-0,ai La.vo-ra-. to,ri di tutti i paesi la legge della lo,ro•unità soliclal,e contro il capitalismo,. Ma è tanto vero che sono meno le idee che -i -sentimenti quelH. che d 1 ominano nella •v,i_ta, che noi vediamo .in questo tJempo m-0.!tisocia– listi, i quali, non essencl:osi mai prima res1 oon.to della ataf\/,ica insidia- psjcòlogica per oui essi emno indotti a scorgere il soc:ia.lismo in ogni forma di ribellione violeruta che inehriasse il loro spi-rito, han. potuto P.arLire cLal mito <lieUosciidpe•ro generale, espressio~ne estrema deH'a,n:fiagon,ismodi classe, per m-rivare ad ad·orare 1'~1ltTo• mii-o•, il mito incande- · sccnte, mtiLantc d'ella guerra, che implic:a la più alta manifestazi,one della necess:a:ria wricordÌla na.zioruale! Ah! non c'ò da confondersi'! Sono i ferveniti, clello ,;eiopero• genie•rale a ripetizi·one, ad oltranza, son-0 ,i]i •idealisti cieli.a « violenza riv,oluzionaria », quelli Zh0 ora paTLan. o i.ri n oi: no\, cioè l'ItaLi_ia, la naZ;Ì-0ne, la patria, La fus,w1ie degli oppress:or.1 e cLegli op– pr0s~i. rLr>] 1.11tto.obli.anrlo in cotesta ast.razi-one fan- B.· 1~0teca Girlo Bianco tasti.ca il contenuto re_al,e,ooncret9, d'elle classi, ohe -!'-informa. Lo stesso gioioso fermento cLi istinti di · vio.Jenza, che ,si aueggiava i.eri a socialismo cata– strofico e arutimilita,r1stico; ·può oggi atteggiarsi a pa,tri,ottismo frenetico ed i,racondo. Lo spirito di vio– lenza. riprende le pecorelle smarrite nel socialismo e le rip-o,rt,aall'ovile della tradizi,one. Se ciò è, con · quia1e es•ageraziol')e dii pensiero si può, on. Gola~ .. ja,nni, paventa-re che il socialismo. non lasci poi al proletariato tanta virtù gue•rri,era quànta ne potrà rÌJchiedere un pensiero ragionato di vita e di giustizia nazionale, un sentimernlio aust,ero di dovere ed un istinto di -dif.esa della patria, in un'orn di pe,ricolo? Ohibò!. .. CLAupIO TREVES. "Il\r'DECIS.I? " I Ora la parola d'ordine è questa: nel dibattito su la neutralità o l'intervento noi saremmo degli " indecisi,,. A:veva cominciato un giorno il CO'ii-.- · riere della Sera, cui poteva servire da scusante l'esserci politicamente cosi lontano e il desumere le sue impressioni da resoconti di conferenze mon– chi e sovente .... allontanativi. Gli chiarimmo il pensier nostro e prese atto, con quel· tanto di replica che,· in polemiche fra avversari, dee con- cedersi all' ....onor delle armi. · Ora l'accusa ci torna da più vicino,, Da qual– cuno incartocciata in molta stagnola di compli– menti, ma, a svolgerla, v'è anche di peggio: v'è l'insinuazione di reticenza volontaria, ossia - in lingua povera - di codardia. Grazie! Altri fa le viste di compiacersi, perchè, da una recente adu– nanza, ci saremmo decisi a essere alla fine - guarda mo'! - un po' meno " neutralisti asso– luti ,,; e, bontà sua, ci incoraggia a proseguire. Ma costoro soll'_fuori delle chiostre del Partito, e non hanno obbligo nè di lealtà nè 'di essere comunque informati del fatti nostri. Altri infine - da dentro le suddette chiostre -:---ci significa cortesemente che i ·cancelli potrebbero magari' serrarcisi sul muso, se non ci affrettiamo a deci- derci. Deciderci.. .. a che cosa? ,.,.. '' Ripetiamoci una volta di più! · ' ·;, ,! '.1..- .' ._'1 " Indecisi ,, siamo - sissignori ! - sulle, cose delle quali ci mancano elementi essenziali per giudicare in modo certo. -Una tale " indecisione li ha nome. probità elementare. Ne van senza gli imbecilli e i cialtroni. ' Se l'Italia,· ad esempio, che è semplicemente beota pensare (e nessuno, che pensi, fo· pensa) possa rimanersene assente ed apatica fra l'incen– dio che le rugge d'attorno - se l'Italia sia pos– sibile o .no che, ad un dato momento, nell'inte– resse nazionale e, implicitamente, proletario, debba essere costretta a un movimento di difesa, a una affermazione di forza, anche colle armi - qual fu già, del resto, inizialmente, la semimobilita- . zione avvenuta e il pegno preso su Vallona, che nessuno ha seriamente, contestato o pensato a contrastare - ; è un problema a -troppe incognite perchè noi lo possiamo oggi dipanare e risolvere. Ma, se è a troppe incognite per noi, esso è esat– tamente ad altrettanto troppe incognite pei no– stri censori, :i quali - per non apparire " inde– cisi ,, - debbono o non porselo, o negarlo, o fin– gere di averlo risolto. con la negativa. Menzogna in tutti e tre i casi; perchè l'eludere un problema è ancora •mentire. Noi speriam0 e propendiamo a ritenere che il I,

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