Critica Sociale - Anno XXIV - n.20 -16-31 ottobre 1914

,310 CRITICASOCIALE s'intende, ,a traverso la· sconfitta. Sconfitta, che è il ritorno della ragione e il pied.isLallo della pace. In– falli « non c'è spera.nza cli pace durevole, fino a che il popol•o tedesco non sia slaLo•costrello ,a peroepire quest.a lotta nella sua vera luce, come una rivolta d,clle invincibili fone della civiltà contro l'elica ciel barbarismo, fogg.iata e sistematizzala dai potentati e cl,a,iprofe.ssori lede•schi. Contro ques1.a do<llrina non ci può essere che guerra sino alla fine della fine». ·Al oh,c· fa riscontro il discorso del Trono: « Non ·depmTcmo le armi fino a che il nostro scopo non s.arà stato raggiunto>>. QL~estiaccenni, a parte ogni loro spirito o inten– zion,e. fil.o,sofica, etica, sociale, valgono a ca-r.aLLeriz– zare la concezione, il program!m.a, il metodo clell'ln– ·gltilLerra nella guerra presente, non dissimili eia quelli clelfo g-rancli guen10-, cui partocipò l'Inghil- terra ·nel passa,lo, e delle stesse sue guerre coio– ni,a,l i. E colonia•le è, in fondo, per essa, anche questa ·gu,rr1'.a, che può combattere come se il suo teatro rosse di gran lung:1 più lontano, e senza soffrire in rcnltà Ìnnggiori danni di quanti n,c avrrbbe so.f– l'rrti rimanendo· neutral,c.: p,1•ivilcgioch,c ness11n'all.r,1 11:1zio,n·e al mondo potrebbe, in concl.izioni identiche o somiglianti, godere-,, La guerra sarà dunque necessariamente lunga. L'obieLLivo inglese, lo, « sco,po » cli quello tra gli al– leali che ·è il più forte, e d1e domina inconteistabil– mente, fa situazione, porla inevitabilmente a questo risultato. La potenza del militarismo teutonico si vuol.e, non fia,ccata, annientala. Ma ciò non è fac– oencla di giorni o di mesi. È una partita che non ha s·cadenza visibile·. Perchè il militaTismo I)'russiano lo 1 t,Le,ràfi no agli estremi aneliti. Nè è molto proba– bil.e che, sot.to l'incalzare della furia distruggitrice dei nemi ci, i,l p opolo Ledesco riesca a disiclentificare la sua causa da quella del militarismo, intento à elifencJ.ere « la patria» a palmo a palmo. Do.po.... dopo verrà la luce, verosimilmente. Ma forse così tat1di, che la gue•rra, purtroppo, non sarà stata ab- . br,eviata di un giorno. Al punto a cui sono le cose non si vede, per con– &rYguen.za, qu.afo umana forza potrebhe a:rresl.are il corso così neUamente e terribilmente prestabilito degli eventi. Il proletariato italiano e il Pa,esc traggono da ciò nuove con.fcrm,c .al pro1wio atteggiamento di neu– tralità. Chi oserebbe affermare che il nostro Pa,ese si trovi in condizione da poter sostenere l'immane p,cso di una lunghissima guerra? Lauiamo anelare fo pr.eparazione militar,c e le vivaci e significative polemiche ..e rivelazioni di quest.i giorni. M.a è tutto il nostro .organismo economico e finanziari,o che sarrhhe irrepm·~bilmenLc colpilo. La stessa Ing-hil– lrrra, vedrlr, è lant.o :icc.orlam,cnte parsimoniosa nel– l'rlargire e clisl:ribuire i suoi sforzi.; ed è tale, pre-. e if-arnent,o p,erchè ha chiari il disegno e la visione d,rl ful.11ro di questa guerra, e in gran part,e si ri– serva per questo• futuro,, e precostituisce e o,rganizza le riserve cl.a oollocare a temp•O·oppo rtuno, come col~o•ca i suoi fondi n,cll'invcsl.imcnto p.iù conve– niente. Ottima suggestione, ci pare, a colo ro che V?r_r~·bberospingere l'Italia ne-li.aguerra, giù a pre– c1p1z10 ... E c'è ancora un'alLra considerazione d•a fare, che si d,e.sume cliretLamcnLe dalle medesime premesse. Da Li gli obieLtiv'i «inglesi», com1mi agli AUeati, della guerra, il risultato più sicuro di essa sarà l'csaurimen.Lo ,effettivo del militarismo·, quali che siano le vicende ultime di essa. Nessun popolo sarà tanto imbecillito da c onclud,ere che la sfrenala gara degli armamenti t.ra i popoli e il prepotere del mi– lit.rurismo•abbiano re c::ito qualche vantaggi.o a.i po– p,oli stessi e .all.a ci"viltà. E quello che non 'fu possi- . bile quando il mi,Jitarismo era in Em;opa nella sua BibliotecaGino Bianco piena e formidabile efficienza materiale e psicolo– gica, sarà possibile nell'ora in cui il militarismo avrà stremato e dissanguato vinti e vincitori. AHora, cioè, si impo.n·à il « controllo internazionale su.gli arma– menti», preconizzalo già dal Comte più di settan– t"anni or sono.. Orbene, il proletariato italiano, orientandosi sin d'ora a qu,ooto principi,o, può creare una forte cor– rente di .opinione pubblica capa,ce di ispirare il Go– verno il giorno in cui dalla gu erra dovrà uscire J,1 sistemazione elci nuovi rapporti t.ra gli Stati e•uropei. - GIOVANNI .MERLONI. LERAGIONI DELLA NEUTRALIT 1. Pm•plessità. Ho esiLaLo a lungo a scrivere questo articolo. Il problema che eia due mesi turba profondamente. la coscienza degli itali.ani è di Lale entità, che non può non suscitare un.a folla di dissidi nell'animo di ognuno di noi. Ua du,e mesi J,cggo una quantiLà in– V,()['Osimiledi giornali, per trovarvi la ragione deci– siva, solida che fughi ogni dubbio e mi permetta di associanni al voto sentimentale che ci spinge a una guerra di integrazione deU.e nostre grandi idea– lità nazionali. Ma purtroppo sinora ho letto• molte parole, molte frasi, a cui manca La definizione che dia loro un contenuto, molti luoghi comuni, enun– ciati com,c principi sui quali sarebbe inutile discu– tere tanto appaiono chi.ari por se stessi. Qui dunque mi propongo non già di stabilire delle verità, ma assai modestamente cli .acoennare a una serie di problemi, che sarò lieto se verranno risolti dai f.auto,ri della « grande guerra ». 2. Una p'regiu<lùtiaw indispensabile. Ma prima cli tutto mi sia permesso di esprimere la mia indignazione di uomo libero perchè', in pieno secolo ventesimo, la politica estera sia ancor.a sot– tratta al\a vol?ntà ?e\ popoli e tr~t~ata da una pie: cola sch1,era d1 arb1tn 1rresponsab1h. Nessuno degli al.Li.che legano e compromettono stabilmente per d.e.cin.edi anni e cli lustri la vita delle nazioni viene compiuto alla luce del sol,e e con la approvazione cosciente dei Parlamenti. Oggi trecento milioni di uomini - senza parlare delle colonie - giocano il si!-ngue più puro, l? ~ff~zioni più _sa~re, gli inter,cssi più profondi e leg1Lt1m1,per un ms1eme complesso di ca.use .a cui non diedero il loro cosciente con- corso. . L'Italia si 'trova a•d essere un'oasi, dove si !'espira ,e si ragiona; dove la libertà e La vita umana hanno ancora un signi0caLo; dove non si sente l'atmosfera insostenibile d,clla durlindana; dove infine i valori morali non sono stati capovolti. J~ questo un bene- • ficio immaLeriale, ma di pregio ineistimabile. Fra la sclvaggeria e l'imbestialimento univ,ersa!.e, noi ser– biamo• il culto. cld diritto e l'equilibrio morale. Pri– ma di uscir,e da simile stato cli privilegio per get– tarci nel fondo molto cieco. di una lotta all'ultimo sangue, abbiamo dunque il diritto di pretendere che alla nazione venga dimostrato• che il muoverci è dettato dalle più imprescindibili, dalle supreme n,ecessità della vita italiana. E abbiamo il dintlo cli pretendere che queste necessità supreme vengano den,unziate al Parlamento, che ci rappresenta: de– nunziate logicamente, con una rigorosa enunciazione di tuLti i dati di fatto, sottoposte al vaglio di un accur,ato esame. Non già con quelle frasi vacue e insulse, con cui cli solito i Ministri ris.pondono alle interpellanze sulla politica estera, con l'aria di dire al Paese: Tu paga cli averi e di persona; chè, quanto

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