Critica Sociale - Anno XXIV - n.20 -16-31 ottobre 1914

CRITICA SOCIALE • 307 Nel divampare, tra le minoranze aristocratiche fautr~ci. della guerra, de_i sentimenti oligarchici, e quasi 11 spreg10 contro 11 povero volgo, il servum pecus metto e codardo, sordidamente attaocato alla conservazione cliella sua epa, piuttosto floscia, non si ~uol_eavvt:itirc l'inicongruenza, per cui tutti gli ero,ism1 che s1 esalteranno dopo, a guerra scoppiata, saranno- compiuti da qu,~llo stesso bistrattato volgo pleboo, che finalmente s1 sarà mosso. Ciò potrebbe significare che l'uvversionc organica e costituzionale .cleil.cmasse alla guel"J'a non è dovuta a viltà Gsica, alla cieca paura dei cimenti, dei sa•crifrci, dc,gli or– rori della guerra, ma è piuttosto dovuta ad una oscu– ra m.a profonda intuiiionc che la guerra è sempre fondamentalmente contraria all'interesse dj esse mus– sc. I Governi, le borghesi-e, con tutti i loro famuli (lctlcrati, storici, artisti, giornalisti, professori, ecc.); ben sono esperti nell'urte di sopraffare al momento opportuno coLcsla sana intuizione dell'interesse po– litico di classe, ordinando I.a furiosa vellicazione de– gli istinti b-elh1ini della razza, per richiamare alla s11p,erficie !'eroica bestialità primitiv.a in piena ac– censione dionisiaca. Quando ciò accade, i· sullodati Governi e borgh-esi con tutt i i loro fa muli (lellerati, storici, artisti, giornalisti, professo.ri) celebrano fi– n.almenLe l'entusiasmo patriottico, la mirabile con– cO'rdia, ecc., ecc., ecc., e hanno quasi sempre ra– gione, perchè per un tempo più o meno lungo avran- . no rimosso ogni opposizione ul loro potere politico e potranno riprendere la totale padronanza e dire– zione della soci,età, riassumendo anche quella parte che la cv,oluzione democratica dei t,empi aveva fatto loro, più o meno volontariamente, cedere al prole- tariato•. · Ma appena il .proletariato ritrova se stesso, l'affer– mazione pacificista ritorna a lui prepotente come la legge s·ua di vita e di sviluppo. Si può dire che dagli albori del socialismo - il quale è la coscienza stessa del proletariato - non si adunano• lavoratori senza sentire il bisogno immediato di proclamare solenn,e– mente la loro fr.aternità internazionale. La uffenna– zione più alta di classe, che sempre e .sempre rinnovu il prol,etari.aLo, è quella della sua internazionalità che esso gitta come una sfida perenne ai Governi cd alle borghesie - perchè in verità in essa sta tutta la sua essenza present.e, tutto il suo d,estino fut.uro! Ora bene ridono Governi e borghesie, poichè la Internazionale è rolla e fanno grande sforzo di pr-opaganda a persuadere il proletariato che l'Inter– nazionale non si ricomporrà più; che il benessere, la g-iuslizi.a, l'avvenire del proletariato sta nel rias– sorbimcnt.o suo nelfa nazi<:me, nella bo1'ghesia domi– nante. Se ciò è, è la fine del sociali_smo! Quale in– teresse quindi nel vecchio mondo a spingere più che sia possibile i proletariati in guerra! Ogni proleta– riato tir.alo nel vortice infernale è un colpo formi- · clabilc cli più vibratD all'Internazjonale. E, in verità, se nessun colpo può essere mortale, per l'intrinseca virtù di rinascenza• che è nella vita dell,e .classi come degli or~ranismi, ogni colpo renderà più lontana, pi,\ cliffièilr., più dolorosa la risurrezione! Ebbene, è a questa ché noi, socialisti, dobhiamo costantemen– te mirare. Il socialismo i10n si intende fuori cl-ell'In– lcrnai'.ionalc. Se questa è morta, quello è morto: e se, come italiani, la neutralità ci clà anche afl!:d.a- 1111•11tN ·di tutelare più. efficacemente gli interessi dello Stat.o, scongiurando in ogni caso il pericolo della invasione st.r.anieru - pericolo che non è sopprimi– bile nel bilancio delle prMpettive d,ella guerra che dai superficiali - la neutralità vigile, attiva, ener– gica - come noi la vediamo -- banditrice assidua di diritto e di giustizia internazionale, la neutralità è ancora il d,over,e dell'ora che volge .... INTERMEZZO DI CRITICA POLEMICA Caro Turati, Non è proprio di una Ri"Vista quindicim:ile pole– mizzare coi giornali quoti,diani,. ma il caso è speci,ale e merita un'eccez"ione. Io mi d-omando da quale .be s-cttimana s-e la guerra davvero travolge gli ,:mimi come la bufera dantesca, s,ì che il diritto• e il lorLo, la v•erità ,e la me•nzogna, la r::igio-nelogica c. l'arti,lìcio capzioso siano mescolati e sovvertiti oscenamente. Il 1° ottobre, nell'A.vanli!, io scrivo un articolo, che forse qualcuno rioorda ancora: Classi e Nazioni. Sul Carlino, un ,ex-socialista l'ivoluzionario, oggi catlolico– nazionalista, ·punto da un mite- accenno di quell'arti– colo, mi accusa di viltà ignominiosa .. E sullo stesso gi•ornale-, Libero Tancredi, anarchico-guerrafon<laio, ri,badisce l'accusa. Io chiedo al foglio bolognes-e di rend-er p·ubblico, s-emplicemente, il passo del mio scritlo per cui si levava tanto rumore, con tutti i commenti che a lui piacesse, purchè i lettori ne av-essero conoscenza. Quel foglio non accoglie la mia domand,u, e affida vi– lissimamente al suo collaboratore ex-socialista ri·vo– luzionari,o ecc. ecc. il ·còmpito di replicare· . [A proposito: non è curioso che, oggi più che mai, la grande polemica politi·ca dei giornali è quasi tutta fatta eia ogni sorta di ex? Ex,rivoluzionarii, ex-socia– listi, ex-anarchici, e non di rado ex-galantuomini. Mancia competente a chi ci regali un pol,e,mista, for– caiolo, prete, delinquente, che abbia in regola le carte della sua coerenza. E assai spesso, per colmo cli ludibrio, sono proprio essi i particolarmente incu– ricati cii insegnare la coerenza e... l'id-ealismo a noi - che ex ,ancora non siamo!] Mi rivolgo ,allora al radico-socia.J.e Giornale del Mat– tino perchè mi consenta di dernunciare l'inonesto trat– tamenbo usatomi... e il radico-so:ci-ale Giornale mi oestina, rispondendomi privatamente ohe non poteva os,pitar me, la cui tesi è opposta a quella del Ma/lino, e proprio mentre il frate) suo maggiore Secolo mi assaliva. E, dichiarandosene dispi·acente, quell'arguto Direttore concludeva: « A la guel'/'e comme à · la guerre!». Ah sì, davvero! La guerra sopprime ogni dovere ed ogni uso ... di buona guerra! Essa è lo sciopero gene– . rute del diritto pubblico, e la sospensione si esl,ende anche al diritto privato. Sed paulo maiora canamus ... Nel Secolo dell'8 ottobre, un redattore delle grandi ocoasioni (l'arti,ciolo·non r:ec,alìrma, ma lo stile è ab– ba stanza t rasparente e denunziator.e) mi fa l'onore di o6 cup:i.rsi di un mio articol,o della Crilica Sociale, del 1-15 ottobre u. s., nel quale analizzavo la Babele dei partiti d'avanguardia rispetto alla guerra, e il contegno r,eticente, oscillante, è da tòp•o alquanto marinaro, delkt Democrazia. L'articolo deve aver colpito nel segno, se l'eminente scrittore del Secolo ha messo mano alle sue più ele– ganti- ironie, ed è rioorso a quelle penombre del pensiero, a quei chiaroscuri della forma, che servono ottimamente à chi voglia attaccare senza troppo esporsi, e aggredire con parvenza di cortesia. Lascio al collega secolino le ironie ad hominem, in cui, davvero, non mi sarebbe difficile eguagliarlo -e superarlo, non per abilità mia, ma pel destro ohe me ne porgerebbe egli stesso, ove si sciogliesse dai

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