Critica Sociale - Anno XXIV - n.20 -16-31 ottobre 1914

306 CRITICASOCIALE secondo l'ideologia nuova, si trovano ora, con molti sofismi per mas che1'.ar la propria incoerenza, a ri– pensare ciò che, secon.do la tradizione, ne pensano i ceti nobili, rap presentativi , egemonici e, insomma, dominanti. E, senza accorgersi della propria incon– gruenza, buttano in faccia ai contraddittori gli argo– menti (o le insolenze) tempniti al fuoco sacro della tradizione militarista, quasi in una strana rinascenza di medioevo psicologico. Cosi, se noi tenti.amo ap– passionatamente di fare intendere che cosa è la neu– Lralità socialista in questo periodo storico del mondo, e cioè che è tutto il contrario dell'npatia, dell'indiffe– renza, d,el cacciarsi sotto le coltri, gridando: caro mi è il sonno, che la neutralità dell'Italia dovrebb'essere \'assunzione nelle sue mani cli grande potenza di tutte le rescisse fila della società degli Stati d'Europa, e, però, dovrebbe essere un'alacre, ass-idua, inde– fessa nzion,e cli mediazione, e, quasi diremmo, di protezione, dei beJ.ligeranti, la quale richiami e pre– pari e affretti il ripristino delle condizioni naturali della vita, offra a tutti i necessitos.i la sua assistenza, e, acquistando il diritto di parlare a tutti, diventi a tuU,i necessaria come l'ultima espressione de•lla pro-vviclenza umana; donde, prati,camenLe, la clesi– gnazi-one n.nbural-e dell'Italia per i l futuro C ongresso degli Stati e l'acquisii.a autorità di propor.re in quello le soluzioni più con.formi alla pa ce giurid ica che è 1wo-pria del perns.ier,o socialista, ·alla pace, ci-oè, fon– duta sulla inclip,enclenza dei popoli, sull'arbitrato per– manente, sulla limitazione degli armamenti, ecc. ecc.; ebbene, se noi tentiamo cli spiegare questo program– ma, ci si obbietterà con sarcasmo degno di tutti e tre i moschelti•eri cli Dumas: - Ah! Ah! voi dovete avere moli.a fiducia nella diplom.azi,.:d -- Nessuna, vien da ris1pondere; voi piuttosto mostrale di averne lrnppa nell'osercito! ... Cotesta- preferenza sentimen– tale- data .al varco guerresco sul varco pacifico o di– plomatico non forma una vera rivelazione della in– di-cala trasformazione psicologica, 11na vo·Jta che gli oroani per cui deve esplicarsi lo Stato si.ano con– celtunlmente indifferenti alla oonle-sa intellettuale, e tanlo più se eletti organi sono - come si pretende - tutti ugualmente in pess·imo arnese? ... Ma è chiaro che il metodo pacifico o diplomatico o, meglio, giu– ridico è l'uniico che ppss.a socialislicamente essere propugna,to. Così in principio come in fatto. Cioè, più in fatto che in principio. Poichè avendo in fatto sempre i socialisti oppugnato i crediti militari ed avendo responsabilità, sia pur soltanto morale, de-I grndo minore cli efficienrn bellica dello Stato•, sa- 1-,cbbeuna slealtà eia parte loro sping,ere lo Stato al– l'azione bellica in luogo di qi1ella giuridica. E per la qucslion-c cli principio, è pur chiaro che non sa-rà mni abbastanza preferito socialislicamenle quel me– toclo cli azione internazionale, che, permettendo· tutte le socldis.fozioni nazionali allo Stato, oosì come esso, si presenta nella società degli Stati dell'anno (triste anno, di assai poca grazia) HlH, non turba però, non offusca, non cancella le n-eccssarie differenzia– zioni di classe, non riduce il proletariato arei abcli– ca11c alle sue rivendicnzioni ndle mani della bor– gh-csia, costi.tuita rappresentante degli interessi della nazione, come, necessariamente, avv erre bbe con l'a,ccoglimento del molodo tradizionaLe t.ra i ceti do– minatori della socict.à, la guerra. Quando· scoppia la guerra e tull-c le cla,ssi, neces– sariamente, si confondono in uno sl.a·ncio di solicla– rirtù attiva, il fatto giova a tulli, ma chi ne appro– fìtla cli più è la borghesia. Ciò che avviene a questo 1,igua.rdo nei paesi dove la guerra ha soppresso i partiti è istruttivo. Il Vorwarts, l'organo centrale del Partii-o socialista germanico, ha dovuto impegnarsi per tutto il tempo che durerà la guerra a non parlare di classi, e di lotta cli classe. Deulsche Treue! E ciò è giusto se c'è la guerra, se la concordia è questione BibliotecaGino Bianco di vita o di morte per tutti. Senonohè la guerra ha pure per immediat.a conseguenza un'orrenda eco– nomia pubblica, nella quale gli interessi rispettivi della borghesia e del proletariato non coincidono esattamente ... Come farà il proletariato a difendere gli interessi suoi se è p'roibito di eccitare gli anta– gonismi di classe? A chi toccherà di immolarsi? .... Più dappresso a noi c'è un'osservazione da fare: - Parrebbe che tra tutti i fautori dell'intervento cJ.ell'ltaJ.ia nella guerra dovrebbe già aleggiare co– me un'aura preconizzatrice di quella ideale concor– dia di popolo nel seno materno- della borghesia che si dovrù verificare nei giorni solenni della prova. Ebbcn,e, verso• quale sollecitudine di affetto per il prc_iletariato si svolgerà quella « concordia », più se– g111a.ccerrnano. Ecco qua un foglio, l'Azione, nazionaJista-libera/e, cioè, non di quelli legati a fil doppio coi preti e coi r-eazionari, no, di quegli altri; questo foglio, co– me si conviene, è tutto fuoco e fiamme per la na– zione, e, natura1mente, per la guerra. Ora questo fogli o piglia in grave esame la proposta dell'amni– st.ia per i fati.i elci giugno scorso•, e segnai.amento, per i ferrovieri. La sua conclusione? ... Ne dubi– tate? È nettamente, stizzosamente contraria ali.a amnis tia, e le sue ragioni sono• quelle ciel più r.ab– bio.so ranoo-re di classe, tutto at.teggi.ato a s·ca ndalo per l 'indebolimento che l'amnistia, nel concetto dei henefìcnti e d,e,i ceti cui appar(engono, porterebbe all'autorità dello Stato. Dove l'equazione non po– trebbe spiccare più ingenuamente chiarissima: na– zione = Stato = borghesia. Non di,ciamo nulla d-0lla reazione violenta scguìt.a alle crud,eli uccisioni dei « liberi lavoratori» di :Molinella, dove la pietà µor i feriti e p,er i morti 11011 è stat.a che un pretesto ali.a stampa n.azionalis-t.a e della guerra per una violenta riscossa contro i cliritU d-ellc orgnnizznzioni econo– miche dei lavorat.o·ri. L'esaltazione· forsennata del krumir.aggio, cioè d el tradimento di classe prol-ela– ria, l'auspicio çl.el trionfo del capitalismo attraverso I.a « libera » co ncor renza, in seno cieli.a classe prole– taria, ,e,cco i concetti capitali che dovrebbero• stare a b.ase d,ella ideale concordia nazionale, la quale basta da sè per gli apologisti a far tro-vare così bella la guerra, come basta l'entusiasmo di quella con– cordia a legittimare la guerra e la sua invocazione! Pas si bete, dopo tutto! ... Ma p,e,rchè il proletariato deve essere eternamente lo zimbello di ideologie non sue? Perchè tanti « rivo– luzionari» debbono eccitarlo, punzecchiarlo con pungiglioni c,ostrutti con punte slra'J)pate ai senti– menti proprii dello classi dominatrici? Perchè deb– bono umiliarlo ali.a stregua dei principi dell'etica dei signori. - per usare clella terminologia di Nietsz– che? - Quando il proletari.alo difende il suolo in– vaso della patria, egli assolve tutti i suoi doveri verso la so-ci-età p1,esente per quello che esso ha ri– cevuto di diritti in essa ... Ma che esso per fare la guerra all'es·te-ro debba inch1rsi a compromettere la sua .autonomia cli classe all'interno e la sua neoessa– ria ·solidarietà con lutti i proletariati all'estero, spo– sando la causa cli alcuni contro degli altri (e non csclu cl,endo a ncora il pericolo che ciò facendo non sposi inve.ce la causa di qualche piì1 astuta borghesia capac e di dif endere un monopolio. sotto le ali fulgide della libertà) ecco ciò che sarà nazionalista (lo è, anzi, certamente!), democratico, rivoluzionario, ma– gari, ma non è socialistico, non è di classe, non ri• sponde alla visione delLa. società divisa in classi. Dicono, infastiditi, i nuovi apostoli: - Ma al di là della classe, c'è ben qualche cosa d'altro ... Verissi– mo. Ma a quel qualche cosa d'altro si arriva attra– verso la classe o al di sopra della classe. Nel primo caso si è nel socialismo; nel secondo se ne è f uori 1 se non se ne è già contro!

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