Critica Sociale - Anno XXIV - n.20 -16-31 ottobre 1914

308 CRITICASOCIALE • veli dell'innooninato. E sorvolo a certi metodi pole– mici a cui egli, che pur non è il primo venuto nel giornalismo, non disdegna di far ricorso (influenza della guerra anche sulle polemicihé dei gentiluomini!), come quando mi chiama « più superbo di Lassalle che, di fronte a un contraddittore, diceva di· essere armato di tutta la scienza contemporanea» (io affer– mavo soltanto che la mia tesi rimaneva vera in· lutti i oasi, sia che l'Italia s-erbasse, sia che r,omp,esse la neutralità), o come quando, per ,aver io scritto che mi oompia:oevo di aver s-empre considerato per so– lennissimi pagliaclci oerti rivoluzionarii ohe o-ra si schierano per la guerra, e che pei socialisti reputavo un dovere il serbar fede alla neutrali•tà, egli traduce e deduce liberamente... ch'io chiamo « pagliacci e codardi tutti quelli che pensano diversamente» !! Assai più mi preme ·c1i lo-ccare, brevemente, del merito della questione. li collega sec'Olino dunque, ritiene -ohe k1 mia tesi di neutralità si inspiri agli interessi, all'ambiente,_ alla ·psi,colo,gi.a del buono, del pacifico, del oen or– dina!,o movimento proletario reggiano! fatto di gente di campagna, cihe ha raccolti da spartir-e e utili di osterie cooperolive da divid,ere. È -evidente ch'egli scamlbia per i pingui me-zzadri cattolici le migliaia dei nostri braocfanti (a proposito di raccolti!) oggi terri1bilmente· disoCJCupali-. Naturalmente, su questa oleografia di maniera, egli fa oompeggiare, parlandone con una r,everenza iro– ni1ca di cui mi doigo vi-vamenite... per lui, la figu-ra di Gamillo Prampolini. Cita anche (a memoria, si vede) un certo aneddoto di gariooldini a banchetto e di brindisi, nel quale p.are ch'egli ahbia in.teso che Prampolini scusasse, in certo qual modo, gli umili da lui rappresentati, di non aver ancora po:tuto- salire al p,iano no.bile delle as-p·irazioni politiche nazionali. Mi -pr-eme assicurare il poJ.emista del Secolo cihe la « guerra alla guerra », tenacemente condotta da ' Camillo Prampolini, tre anni fa come oggi, e da me sulle sue orme, si in.spira a motivi e concetti della cui .altezza morale si direbbe ohe egli - il polemista del Secolo - non ahbiia il più lontano sospetto. Altro che racoolti da curare e boUeghe coopera.tive da acéudire. Ben altra è l'aria socialista di Reggio, ben altro I-o spirito dell'apostolato di Prampolini. Chiamatelo ulop-istico se non lo comprendel~, defini– tel·o assurdo ed inutile se non vi riesce lradurl-o, seduta stafbte, in effetto politico concr-eto, ma non misuratelo con sì misero metro di abusate e fruste J.eg, gende sull'utilitarismo coop-erativ,o reggiano! _Un'umanità nuova - non l'umanitarismo pacifista dei "filantropi di prof.essione, che va in soffitta pro– prio quando sar~bbe l'ora di agire - una umanità alla, civile, in cui si adempia l'ideale etico di appli– care la mor.ale privata alla pubblica (Claudio Treves vi .accennava ottimamente chiudendo un suo articolo nell'ultimo numero della C. S.); in cui non vi sia la menzogna della « partila doppia», comoda per tutti gli ipocriti piccoli e pei grandi criminali; una propaganda d'educazione nuova, che abbracci-a e con– giunge il- minuscolo episodio individuale all'immane fatto colleltirvo; e non sdegna le più umili semplici v-ergini impr,essi-oni logi-ohe de·i popolani, e attinge le vette del swblime; e mira a escludere i « dist.inguo », a eliminare le morbide 1,el-ati·vitù, a fondar qualche BibliotecaGino Bianco i-dea assoluta, a !or.mare l'unità di coscienza nei la– voratori, neii cittadini: questa, e,gregio collega, è l'o– pera di Prampolini-. Ed ella è faltf\ di propaganda, ed è falla di realtà. S'integra anche e appunto in quelle opere di solidarietà ohe voi temete (nè vi in– gannate del tutto) siano cagione di •ostilità alla gu,e,rro. È « pensiero ed azione)>. (L'accenno non vi dovrebbe essere discaro). Ma l'azione... gi.\, l'azione non è quella laJ.e di cui pare sentiate la nostalgia o al– meno ammiriate ,c;hi I.a sente. A proposito: se voi, democratici d'Italia, vi deci– deste a dirci qual'è la via delle rivendicazioni prole– tarie ohe voi preferite - pur non credendo (il che è tecftissimo e rispettabilissimo) alla mela coHetlivi– sla? Se vi decideste ... a decidervi per la rivoluzione ò per I.a evoluzione, uscendo così da questa ·poco ono– revole .ambiguità nella quale voi pure cadete, predi– cando calma, educazione, civiltù, quando uno scio– ,per-0 frantuma dieC'i-lire di vetri, e ironeggiando, sia pure con atticilà sottile di forma, sul movimento di riedi.ficazi.one sociale << pac-ifidò' »;' s~"ciò vi serve per una vostra tesi, o se (come nel nos,tro ,caso) suppo– nete che quella abitudine di paci.fis-mo soci,ale germini un pericoloso, e gretto pacifismo nazionale neUe g-ravi ore de.Jla patria? Invitandovi a questa risoluzione, non intendo eso– nerar.mi dal dirvi qual'è il pensiero ch'io albergo, e cihe tento diffond-ere tra iJ. proletariato, ciroo la guer– ra. Voi non lo trovate conclusivo. Anch'io. Vo.i mi rimproverate di non sa·per consi,gliare nè la rivolta, nè la diserzione, nè aJ.tro. C'è del vero. Avete fallo una -scoperta profonda. Vi ·siete accorto che può ac– cadere 0. un cittadino, che, non sia re· o ministro, o a un partilo, cihe non sia al potere, di trovarsi nella condizione di non saper consigliare nulla di pratico; di non voJ.e11e nè potere accodarsi a nessuno dei par– titi cihe fanno o .fingono o s'illudono di «fare» qwal– checosa; e di doversi rifugi-are nella astrazione di una funz.ione• puramente morale. Credo, e voi forse lo sapre·te me,gli·o di me, che -a Giuseppe Mazzi-ni (non vogliate vedere alcuna teme– raria i-ntenzionie di raccoslament,o in questo ri·chiamo) ciò sia accaduto più d'un-a volta, e anche -per pare:cchi anni di seguito. Voi- volete cosLringerci ad ,avere un piano di azione di fronte allà ,guerra. Vi scandalizzate perchè l'unico ~oto ch'io ho formulalo è..,. platonico. Di. quanti au– gurii, -platonici, fermamente perseguiti e ,asserili, s'è fatta la storia! È proprio obl>lig.atorio avere un pro– gramma d'azione, quando non si ha la forza di at– tuarlo; o a:coeltarne in .su 1 bordine un altro, come il meno peggio? Eicco. Sincero-mente, il mio ·programma - forse voi di-rete che è più esattamente uno stato d'animo - cofbdiviso da centinaia di mi,gliaia di lav-o.ratori, trop– po pochi tuttavia, aimè! per renderlo èffic-iente, è que– sto: che andaste ali' inferno (absit injuria) tutti quanti·; la Germania militarisfa e la Francia banchiera nonostante il be-rretto frigio; l'Inghilterra coloni-aie e la agricola Russia; il Kaiser non meno c'he il si,gnor Caillaux; le mooorohie autocratiche e le repul>blicihe pJ.utocratiCJhe; il IlllOnopolio i,ndustriale che genera le guerre, iJ, latrocini-o m~lilarisla che ci mangi-a sopra, e la grande stampa che le prepara, che imlbroglia il suo pwbblico di allocchi, e fa, perfino nei giorni più gravi, la sua picco!µ vile politicbetta peT caIDl:>iar

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