Critica Sociale - Anno XXIV - n.14 - 16-31 luglio 1914

CRITICA SOCIALE 223 detto Croce,, che·, dando bella prova di spirito indi– pendente, volle che La lotta politica rivedesse 1a luce, e provvid,e intanto alla pubblica~ione di tutte le altre opere de,ll'Oriani. * ** L'importanza di Alfredo Oriani è per noi quella derivante dalla Lotta e anche dalla Rivolta ideale che riassume tutte le tesi dello scrittore. La parte lette– raria ed artistica del,Ia sua produzione non è obbietto d,i questo, scrittto e ne prescindiamo del tutto. La Rivolta ideale, materiata di Saggi di natura poli– tica e storica, è una mirabile opera d'arte e di stile, di eloquenza e di spiritualismo. Libro alquanto oscuro, ma ricco di immagini, di profondità, di intuizioni, di fede. E un libro di poesia. La passione domina e trascina Oriani; qui come nella Lotta v'è una ten– sione continua, .instanoabil,e, affannosa, che quasi mozza il respiro nel lettore, come la corsa verso una altura. Sotto l'asp-etto ri.gidamente storiografico, La lotta, come la Rivolta, come. gli altri scritti di Oriani, dis– persi in quotidiani e Riviste del suo tempo, lasciano tr,orppovediere nell'Auctorela deficienza, anzi l'assenza d,el metodo interpre,tativo. Manca, in Alfredo Oriani, la critica marxistica, la conosoenza e l,a valutazione del movimento operaio. Si scorge che egli ha dovuto legig,e·re,fors,e in parte, Marx, ma senza intenderlo nè penetra.rio·. Lettura superficiaJ.e, epiisodica, chè altrimenti un ingegno come il suo, e con la po·tenza sintetica di cui era capaoe, al contatto di Marx sa– rebbe· diventato immortale. L'opera di Oriani è manchevole appunto per questo:. e J'.immensa defioienza si r1percuote in tutti i suoi libri e scrolla le basi stesse del suo organamento sto,rico. Egli non conosce la lotta di clas1,e, non ne tiene alcun conto, sicchè, al di fuori di questo tragico imperativo storico, tutto l'edificio vacilla. La oscurità conolusiva d,ella Rivolta ideale risente profondamente di uno stato angoscioso d'insoddisfacimento; l'Autore invoca una rinnovazione, ma non conosce la strada p,er gi,ung,ervi, e si dibatl;e fra J.e formule della con– sueta ideologia borghes·e e demoor,atica, incapace di vedere la saHente marea proletaria e di comprenderne il significato univers[lle.. Nella Silla.Storiia l'istesso fondamentaJ.e equivoco aberrante lo domina, e all'Italia, risorta, come unica forma per cancellare il ricordo del grande fallimento rivoluzionario, dà la mis~ione di portare la ci-viltà col sistema coloniale in Africa... Egli non si accorge che il colonialismo moderno è un f.enomeno borghese, un proçlo-ttodell'econom,ia capitalistica e, pe•rchè tale, se può essere un fenomeno caratteristico e transitorio dell'epoca pres-ente del cap-italismo italiano, non può assurgere ed offrir sua sagoma ad una forma univer– sale di rinnovamento italiano. L'unghiata di !,eone di Carlo Marx non scalfi l'epi– dermide di Alf1,edoOriani, ed è ciò che costituisce la precipua debolezza di questo storico, per tanti altri aspetti insigne e degno di memoria e meditazione. AGOSTINO LANZILLO. POSTILLA. Vogliamo _bensl che_la Cri_tica_ Socia_le sia aperta a tutti i ven.t1e magan a tutti gli zeffir! della mo,da; ma vogliamo anche non esserne travolti. Dando l ar– liculu \Ji Lanzillo ci teniamo a mostrarlo per quello lioteca Gino Bianco che ci pare sia, un portato cioè cli quel falso ideali– smo, che, seoondo certo rivoluzionarismo oggi in voga ... tra i clericali, dovrebbe sostituire nella co– scienza proletaria i concetti vivificatori del materia– lismo storioo. Cotesto idealismo, con le sue riscosse· reazionarie, ci regala delle esumazioni che fanno inorridire. Una di tali esumazioni è quella di Alfredo Or.iani, scrittore fervido·, oscuro, arbitrario, van– deano, che in due libri, La lotta politica in Italia e la Rivolta ideale, tentò tutto quello che si p,oteva contro l'unitarismo e contro la democrazia, a vantaggio del federalismo e della tradizione. Con poca fortuna, e meritatamente, poichè, in quel fervido ventennio 1ra il 1885 e il 1905, prevalendo il metodo storico e la ricerca positiva, affaocianclosi da tulle le pubbliche arene il proletariato a chiedere libertà e riforme, i giorvani sentivano finita la guerra tra lo Stato locale e Io Stato nazionale-unitario, e già nel Socialismo intravvedevano un gradino più .alto della consocia .. zione umana. A quel tempo Alfredo Oriani, malgrado il suo in– negabile calore· di eloquenza, non poteva essere in• teso. Ora l'ombra sua torna, poichè l'intellettualismo accademico,, buon satellite del sole-capitale, che si concentra nelle industrie sovvenzionate e negli ap– palti delle opere pubbliche, è ridiventato religioso, spiritualista, patriottardo, nazionalista e colonialista Il proletariato, è solo; la borghesi.a si è riunita; pon– tifica il senatore Croce, tri,onfano Bergson e Royce, si riesumano Bonald' e Novalis. E si riesuma Alfredo Oriani ... I giovani si lasciano facilmente cogliere al laccio dei ritorni che sembrano novità audaci. Non è Al– fredo Oriani un repubblicano, un «nemico>> cli Casa Savoia? Sì, lo è. Ma per quel d.onchisciottesco· e rea– zionario fu.r-or federalista-provinciale, che è altro dei tratti del nazionalismo francese, da cui beve senza discernimento il nazionalismo nostro, e, con esso, beve tutto il coretto del sindacalismo soreliano, idealista, volontarista, ecc., che tiene il campo, e parla delle « autonomie locali», putacaso,, in materia scolastica con l.a c,ompunzione antimassonica di un conte Gentiloni. Noi non nascondiamo• il fastidio che ci dà l'Oriani quando combina ogni cosa nella sto·ria c-0nl'« Idea» - quella cosa che nessuno sa che cosa sia, il De– miurgo di tutta quella ignava filosofia della storia. eh.e procedeva per grandi aforismi « volitivi » e per freque·nti punti esclamati ivi! Il metodo sto•rioo, pur con: le sue esagerazi-oni imbecilli, sembrava aver do– vuto liberarci per sempre da quella storia e da quella filosofia d'ella storia tutta ,in.tessuta cli «Popolo», di « Destino», di « Spirito dei tempi» e di « Dito di Dio,» - come avviene nella Stella d'Italia del Co– relli - con la quale i patrioti analfabeti, "scrocconi di cattedre, nel periodo da.l '70 all'80 interpretavano ogni cosa e incretinivano la gioventù. Nel genere, Alfredo Oriani è certamente il più forte e geniale, anche pel'chè ei dovette pure cimentarsi con le grandi ombre del suo tempo - Spencer ed Ardigò, Darwin e Marx! - Stupend,o egli è quando, irrigidendosi lut– to nella sensazione della soprastante disfatta, senten– zia : << Il materialismo storioo è l'inintelligenza della storia»! Oriani ha un fatto personale permanente contro la natura, i fatti, la storia. Egli crede di fugarli armato dell' « Idea », senza accorgersi che è la spatola di A r– lecchino•. Egli è capace di dire ·che « le classi non sono più», d'i dire che, col naturalismo riell'arte. « l'uomo, invece delle passioni, non ebbe più che dei vizi>>, di dire che « l'uomo, senza lo spasimo dell'infinito nel cuore e la luce divina nel pensiero, ridiscese nell'anim,1litlt, ultimogenito di una serie anzichè primogenito nella crca;,ione ». Viene voglia

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