Critica Sociale - Anno XXIV - n.14 - 16-31 luglio 1914

CRITICASOCIALE 221. Orbene, di recente per Parigi i rilievi di carattere economico, hanno permesso una constatazione molto importante ed hanno condotto a verificare oome in elletto ciò che il fisiologo definisce come l'alimenta– zione tipo è l'alimentazione reale dell'uomo medio: Gli scarti rilevabili sono insignificanti: e la natura e l'istinto hanno quindi in pratica operato sp·ontanea– mente come se un fisiologo li avesse gu'iclati. Il chimico che ha compiuto questa ricerca, il Gau– tier, si è sostanzialmente preoccupato di rispondere a:l qrnesito <e qual,e e quanto cibo, in una alim-entazio~,e libera, non retta d,a do,gmatisrni di scuola, è consu– ma,to dalla rpopolazione di una grande città moderna», col derivante corollario dei giudizii che della razione risultante si potranno dar.e in confronto con i dettami del laboratorio. Gautier, per una tale determinazione ha scelto la popolazione di Parigi, eh~ ha una grande maggioran– za operaia e piccolo-bo1'ghese ed è quindi in condi– ·zioni 'economiche tali da non avere di solito se non. il necessario. Gautier 11.a giustamente osservato che le eccezioni non potevano mutare sensibilmente i valori medii generaÌi e che le correzioni tra i pochi che abu– sano e quelli che digiunano si devono f: ;i.re sponta– neamente. I dati as,mnti furono tolti dalle veri.fiche degli uf– fici daziari, controllando i cibi entrati durante· i due gecenni 1880-89 e 1890-1899. Per i pochi cibi che non risultano segnati al daz.i.o il quantitativo fu stabilito con una minuta indagine, stabilendo il consumo an– nuo reale presso un certo numero di famiglie bor– ghesi e operaie. -In tal modo, valutando le medie su una popolazione di 2.800.000 abitanti, si è potuto stabilire dei valori che possono demograficamente considerarsi esatti in– torno al consumo alimentare della popolazione pari– gina durante due decennii. Ecco, per il primo decennio, il consumo medio gior– naliero del parigino: pane gr. 420, legumi (non sbuc– ciati) gr. 250, legumi secchi gr. 40, patate (e riso in minima proporzione) gr. 100, zucchero gr. 40, vino (birra, sidro, acquavite: il tutto calco-lato come vino a 9°) eme. 532, frutti freschi gr. 70, carne al netto (compresi 40 gr. di polleria, pesce, selvaggina) gr. 200 (senza osso), uova al netto gr. 24, formaggio gr. 8, burro-grasso, oli gr. 28, latte eme. 213, sale al netto gr. 12 (oonsumo totale compreso perdite gr. 20). È bene intenderci subito che -una vera alimentazione media come l'intende il biologo o l'economista non · esiste, non trovandosi un teorico uomo medio, ma esistendo ragazzi, bimbi, adulti, vecchi, la alimenta– zione dei quali diversi individui muta di volta·in volta· ma per i calcoli demografici si può ritenere che 1~ - media, purchè. stabilita con esattezza, ha un notevole valore di riferimento. Per stabilire dei confro~ti logici, Gautier ha pro– vato a prendere un e.erto gruppo di uomini di media età e sviluppo, lasciando che essi mangiassero libe– ramente secondo il bisogno (gli uomini lavoravano), e ha assunto un altro gruppo di individui, ai quali somministrava una certa razione fissa, sorvegliando solamente che il peso non mutasse, aumentando o ri– ducendo la dieta a seconda dell'oscillare del peso, così da ricondurlo sempre ,in equilibrio. Ecco i dati dei bilanci giornalieri (divisi nei tre gruppi di materiali nutritivi che si introducono ogni volta: e cioè grani, sostanze azotate (albumina), idrati di carbonio (amido, zucchero, ecc.): 1bliotecaGino Bianco Alimentazione Individui ad Soggetti a Razioni giornallere parigina media allmentazlone equilibrio di constatazione llbera di peso Sostanze azotate 97 106 110 Grani. 58 84 56 Idrati di• carbonio 418 416 425 e tradotti in calorie si avrebbe: il parigino medio teorico assume 2574 calorie al . giorno, il parigino delle prove di Gautier ad alimentazione libera (e per questi verosimilmente un po' superiore al biso•gno reale) assume calorie 2835; e il parigino in esperi– mento che si mantiene in equilibrio di peso, assume 2638 calorie. In definitiva si può trarre una prima conclusione: in una grande popolazione come la parigina, l'alimen~ tazione reale è identica a quella teorica che conver– rebbe consigliare per mantenere gli in<lividui in equi– librio di peso, Vi sono, è vero, piccoli scarti, ma si tenga conto che l'uomo medio dei calcoli è sempre un essere artifizioso risultante- di equilibrii numerici tra ragazzi, adulti, vecchi, mentre l'uomo della prova non è un essere teorico: ·ed è a presumere che l'uomo medio (che comprende anche i ragazzi ·nel _computo che vale- a determinare la media) risulti un po' meno bene alimentato di quanto non sia in effetto. Un'altra constatazione riguarda un quesito fisiolo– gico che è anche un gra1~de quesito- sociale: . quello · della razione d'al-bumina (sostanze proteiche), ché in effetto occorre e che nei fatti è assunta da una popo– lazione civile. Oggidì i fisiologi sono molto modesti e affermano che l'uomo adulto che consuma 40-50 gr. al giorno di sostanza azotata (albumina), non soffre danneggiamenti, e per usare il termine fisiologico, è in equilibrio di azoto. Anzi così spiegano come anche durante ·i periodi di grande carestia non si siano avute delle grandi stragi collettive da digiuno di albumina (che è sem– pre la porzione più costosa della alimentazi•one). ·ora i dati di fatto ne dicono che una popolazione quale la parigina, nella realtà pratica non digiuna di so– stanze awtate, m_a anzi abbonda notevolmente nell-a sua razione-, portandosi anzi più sopra al minimo di fabbisogno. Anzi, ciò che consuma r-ealmente, rap– presenta dei valori quasi identici a .quelli che anni sono i fisiologi davano come valori ideali da seguirsi per coloro che volevano mangiare seguendo la logica della ricerca scientifica, mantenendosi in perfetto equilibrio nel ricambio organico. Ripeto che le medie determinate così come è in questi calcoli di carattere economico e desunti eta dati che come i daziarii hanno un significato di va– lori complessivi, possono indurre in qualche errore, perchè non è da escludersi (anzi è da ammettersi), che gruppi interi di popolazione si allontanino dalla media trovata nel calcolo, in parte mangiando sen– sibilmente più di quanto la media non dica, in parte mangiando meno: ma data una popolazione di quasi 3 milioni di abitanti e date le abitudini alimentari odierne -che, per una buona e lodevole sistematica, di solito tengono lontano anche il ricco dalle iperali– mentazioni, la média può essere accoglibile. E la medi-a pare un buon elogio dei tempi moderni, almeno nei rapporti della popolazione parigina, per la quale si può osservare che l'alimentazione reale corrisponde per massa almeno alla alimentazione teo– rica che il fisiologo suggerirebbe. E. BERTARELJ.I.

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