Critica Sociale - Anno XXIV - n.14 - 16-31 luglio 1914

Cl:UtlCA SOCIALE 219 notevolmentie le offioine-,hanno determinato la conoon– trazione d.elle grandi mas·s.e· op.eraie, J,e quali sono sbate portate così natmalmente ad organizzarsi. Ed è accaduto così che il turbam,ento dappirima prodotto dall'applicazione dei grandi meccanism~ alle mani– fa;ttul'e indus'l!ria,Ii si è andato gradatamente tI"asfor– mando in una nuova forma di ordinamento, che il danno di pochi si è cambiato nel vantaggi,o di molti, anz,i di intere c1assi di opeI'ai e che tutto· ciò, oltre ai v,antaggi materiali; ha prodotto un notevole .eleva– mento di livello morale nella esistenza dei lavora– tori. Niente di tutto ciò è avvenuto nell'agricoltura, o ben poco. E 1a c:o&asi spiega p,eirfottamente. Circo– st.anre diver&e non hanno permesso che gli avveni– menti si svolge-ssero -in mani,era analoga. E in primo luogo si ha il fatto che i prodotti deH'industria oo i prodotti dell'agricoltura differiscono p,er la .loro na– tura iii' modo, che i f.en ,o'ineni determinati dalia cbn– co-:r-:t1enza in un campo s-ono completame,nt.e diversi da quelli determinati nell'al.tiro campo. Infatti, mentre nell'industria J termini in cui si svolge .la conco•r– renza sono precisamente de.terminati, nell'agri,co.Jt111ra,. p,er forza di co&e, restano semp·re vaghi ed indetermi– nati: lì si tratta di opporre macchina a macchina, potenzialità a potenz,ialità, utilizzazione di date forme di en,ergia ad utilizzazione di altre forme di energia, rapidità di produzione a rapidità di produz,ione, cir– costanz,e· in poche p.arole, dipenden,ti dalla voJ.ontà, dall'attività •e dalla ,effici,enza finanzi,aria degli uo– mini; q,11iinv,ece si trovano di fronte terreno e ter– reno ,e per consegUJenza g,radi di fertilità differenti, condizioni climatiche che non sono mai simi-li, con– dizioni di v~abilità che rendono p,iù, o meno facile il trasporto dei raccolti dai luoghi di produzione a quelli di smercio ed altl'e simili. Inoltre avviene che i pro: dotti per natura loro sono, tali che non è affatto pre– cisa-bile p,er essi un limite minimo di prezzo, oltre il quale n,e div.e,nti asso.Jutamente· impossib.il, e la pro– d·uzion.e,,sia perchè nel costo di essi non viene com- . presa la valutazione d.ella fortilità del terrnno, sia perchè spesso, il mercato della mano d'opera va sog- · getto a special.i variazioni che non hanno alcun ri– scontro in queMo della prod·uzion,e industria·le .. È oe,r– tamente deplo11evole che sia così; ma è per tutte que– ste ragioni che si spi•ega perchè l'agricoltura non si sia avvantaggiata così come l'industria del pro– g11esso compiuto e non ne abbia risentito le conse– guem,e che questa ·ha risentito e in particolare perchè non si sia avuto cii fonomeno della pi,ccola, diciaq10 così, agri-coltura soffocata dalla grande. * ** li grande cambiamento, dunque, determinato dal- l'a,ppilicazione della macchina all'-industria, non si è verificato ancora per l'agricoltura. Eppure non si può neg,are che anche, all'agricolt1J1ra La macchina sia stata largamente applicata. Esistono infatti macchine di tutte J.e speci-e, adatte a compi,e-re non solo tutte le operazioni neoessal'ie pe,r la preparazione del terr,eno, · ma anche quelle necessarie a 11endere più agevole e più sp.edito .il raccolto dei varii generi di p,rodotti che da•lla terra si ricavano•. Ma il fatto è che l'uso della macchina in agrico.Jtura non ha ancora superato il peri,o:d.o di turbamento che s.egue inevitabHmente ogniqualvolta urna macchina viene sostituita ad una qualsiasi. forma. dell'-aUiviitù urna,na. B·ibfiotecaGino Bianco I.;a macchin,a ,infat,ti è venuta a tul'bare le varie for– me di contratti esistenti fra p,ropri,etarii ed -affittuarii di terre, senza ancora, ri,uscire a farne formulare uno di tipo nuovo e meglio rispondente alle esigenze create da.ne nUJov-e circostanze; la maochina è venuta a tur– ba1,e J.e l'elazioni esistenti fra le varie categorie di lav.oratori della terra, senza ancora orientare gli in– teressi di queste varie c,atego·rie in maniera che -esse possano stringei:rsi- in nuov-e e più &alde relazioni; la macohi-rm è v,enuba a rendere più che mai inoerta e difficile la vita del piC'colo proprietario senza però an– cora c11eare.quel-le sp,e,ci,ali circostanze che gli per– mettano, come accadde per alcun,e categorie della borghesia a!ll',avv,entodel soci,a,lismo, di schierarsi de finitivamente o dalla parte d,e] grande capitalismo o dalla parte del proletariato agricolo. E di questo stato di cose transitorio, è vero, ma estremamente disage– v,ol,e, abbiamo la prova evidente, direi quasi palma– re, in due fatti che sono veramente e propriamente l'in– dice :·oaratberi_stico di questa situazione: i conflitti agriool'i di Romagna e i te•ntativ.i'dei piccoli proprie– tari i che non tralasc~ano occasione di indire Congressi per cercare di unirsi, di stringersi disp-eratamente l'uno all'altro, allo scopo .di froriteggial'e l'avvenire che -si annunzia per essi più fosco che mai. I conflitti di Romagna, a parte quel tanto di cause politiche che hanno fatto sentire in essi la loro in– fluenza, hann,o messo in rilievo l'azione perturbatrice d(;)Uemacchine. Per ragion di queste si sono trovati in lotta braccianti c·ontro mezzadri, braccianti contro proprietarii e si è avuto il fenomeno strano chè ·in alcune fasi delle competizioni i' contadini affittuari i, che spesso•, per quanto riguarda i contratti, sono in lotta con .i propri,etari1i, si sono &chi-er.aticon questi contro i braocianti quando si è vienuti nella neoessilà di, di,scutere le questioni delle m'acchine. E per mo– strare come q.ueste non possano assolutamente ,esser-e risolte con oriterii attinti a.Jle vecchi:e condizioni di c-ose, rn,a debbano essere affrontate con criterii ispi– rati a.Jle condizioni determinate d•ai fatti nuovi, basta riporta-re quanto cvedette st•abilire la Commissione che. fu inviata dall'on. Giolitti a compier-e una inchie– sta sui conflitti di Rom1agna, in rapporto all'azione d,ella• macchina in agricoltura: « La macchina per sè non è appendice del capitale nè del lavoro; essa è parte ciel capitale di esercizio ed appartiene a chi la destina ai fini prodizttivi dell'azien– da. Nell'industria il macchinario fa parte dell'opifi– c;io; nell'agricoltura le macchine agricole sono parte integrale dell'azienda, sia che appartengano in pro– prietà a colu·i che la dirige, sia che da questo siano prese in fitto per eseguire lavori di coltura e di rac– colto. Il personale che serve le macchine agrarie non ha maggiori diritti su di esse, di quelli che spettano ai macchinisti, fuoch_isti ed inservienti sul macchina– rio delle fabbriche. Le cose non procedono diversa– mente se le macchine agrarie appartengono ad una cooperativa sia pure composta di braccianti. Tutti possono acquistare macchine e concederle in fitto; neswno ha il diritto di farne monop'Olio » (p. XLI delle conclu-si,onii della R,elazion,e dell'inchi,esta). Non è un bel pasticci.o? È -non è evidente lo sforzo fatto pe,r impostare premesse: che siano adabte a trarre le conclusi,oni a cui si voleva arrivar.e? I Congressi dei piccoli proprietarii, che si tengono tutti gli anni e i varii problemi che vi si discutono,

RkJQdWJsaXNoZXIy