Critica Sociale - Anno XXIV - n.12 - 16-30 giugno 1914

CRITICA SOCIALE 186 senso che è un movimento democratico di collabo•ra– zione di_ classi e di politica di patronato e, quindi, sarebbe ,errore vol:erlo forzare artificialmente entro schemi teorici che non sarebbero- la adeguata espres– sione dei movimento: reale nella sua totalità o preva– lenza; ·una importante funzione resta per altro da com– piere alla Confederazione e al Partito socialista. Oc– corre, sopratutto, -che ess·i si facciano educatori e su– scitatori della coscienza di classe nelle grandi masse del proletariato -ancora estraneo al movimento fede– rai-e e conf.ederale, e interpreti de.i bisogn,i e deJl.e aspirazioni di queste classi, vigilandò acchè la poli– tica dei grupp•i non comprometta il movimento di clas·se e imped-isca un'azione veramente tale. Le gran– di categorie. prol,etarie non possono essere conqui– state, sono anzi respinte, dall'ideologia piccolo•bor– ghes·e: Coop,erativ•e di produzione, Cooperative di la– voro, Banca del lavoro sono istituti che non possono attirare se non artigiani e contadini e sono parte di un programma politico di un socialismo piccolo,bor– ghese, che, come vedemmo, è sostanzialmente ostile al movimento di classe. . « Siccome gli antagonismi di classe si sviluppano di par.i pass-0 coll'industria - dice il Manifesto - que– sti socialisti (utopisti); non trovando suffici,enti oon– dizioni mat,eriali per l'emancipazione del prol,elariato, vanno in cerca, per crearle, di una sc•ienza sociale e di date l,eggi sociali. All'azione sociale sostituiscono la loro azione inv,entiva persona1e, aHe condizioni sto– riche sostituiscono l'emanaipazione fantastica, allo spontaneo e graduale organizzarsi del pro.J.etariato in clast-e, una fittiz.ia organizzaz.ione della società. La stor,ia universale d,ell'avv,enir,e si risolve per essi in propaganda ed ,esecuzione dei loro piani sociali ... Essi disapprovano quindi ogni azione politica, cioè a dire rivoluzionaria, vogliono raggiungere lo scopò con mezzi pacifici, e cercano con piccoli e perciò inani ,esperimenti, colla potenza dell'es,empio, di ·aprir la strada al nuovo vangelo sociale. II quadro fantastico di questa società futura è fatto in un .tempo in cui il proletariato è anco-ra assai rudimentaJ.e e perciò comprende ancora fantasticamente là propria condi– zione, le sue velleità di aspirazione ad una generale trasformazione della società». Man mano che si svilupperà l'organizzazione del proletariato vero e proprio, il movimento operaio di– venterà anche da noi un movimento, di un.a sola class•e e non un movimento di categorie; l'unità economica determinerà .l'uai_tà, politica; la ctasse 1rassorbirà il partitò; il socia\.ismo non sarà più nei Circoli, ma nella classe; l'ideologia politica non sarà cosa stac– cata dalla classe o una generalizzazione teorica dei · movimenti di sing,oli grup,pi, bensì riflesso teorico del 'moy,imento reale di un proletariato· omogeneo, che si sente una classe. « La .coalizione delle forze operaie, già ottenuta medianrte le lotte -economiche, - di,oeva l'ordine del giorno famoso della Confel'enza dell'Internazionale di Londra del 1871 - deve _pure servire da leva nelle m~mi di q,uesta classe nella sua lotta contro il poterE politico de' suoi sfruttatori;... la Conferenza ricorda ai melillbri dell'Inten1azionale, che nello stato mili– tante della classe operaia, il suo movimento econo– mico e la sua azione politica sono indissolubilmente uniti ». Questa affermazione di principio era una previsione futurista ._per quell'epoca; sta diventando realtà con– creta solo ora nei paesi industriali, è una previsione ibJ16teca Gino Bianco e una speranza oggi in Italia, ma serve di bussola all'azione tendenziaJ.e avvenire della Confederazi,one e del Partito: fare, come dicemmo, che il movimepto operaio diventi sempre più movimento d.i classe, col progredire dell'industria; difenderne l 'avveni.re salva– guardandolo dalle influenze di ideologie caratteristi– che dei movimenti destinati ad esser eliminati dal– l'evoluzione economica; preparare, attraverso !',unità di classe del movimento sindacale,; l'unità reale del movimento ·economico- e del movimento politico (1). FAUSTO PAGLIARI. NB. A questo a,•ticolo, in cui è sovente invocata l' auto,·ità di Rinaldo Rigola - che anche pe1· noi è g1·andissima •- lo stesso Rigola contrappo,wà alcune sue osse,·vazioni nel fascicolo prossi?no. (I) Tutto ciò che Fausto Pagllarl dice è esattissimo'. Ma dlvfnta 11/op,sttco se Pagl11<rl esclude, come accenna più sopra, Il proieta– riato agricolo et 11u11c et sempe,· dalla possibilità di diventare un proletariato dl classe, Jn luogo df restElre un eempltce movlmrnto economico, perturbntore piuttosto che alutatore di quel vero 111ovi– mento àl classe che nasce solamente dal • progredire dell'Industria •· A menò che Il l'agllarl si attenda che Il proletariato agrlcolo,cbe è ora Il più numeroso debba essere assorbito tutto o In buona parte. nel proletariato Industriale .... Per Il che cl vorrà molto tempo. Ma noi slamo convinti che Pagllarl, malgrado Il soggettivismo delle sue preoccupazioni critiche, debba accettare, come noi tµttl, Il socialismo secondo Il genio della gente e la natura dell'ordina– mento economl•o tra cui sorge e però debba finire per perdonare a questa • umile Italia• la sconvenienza di avere un proletariato 'lgrl– colo cbe vuol essere organizzato soclallsllcamente, mentre la Fao1<1tt marxista (Marx non si diceva .... marxista!) non lo può tollerare, assolutamente.... (Nota àl VICE). LA POLITICA MUNICIPALE DE AVORO Ciò che è stato fatto a Verona. Segnalata su queste colonne l'attività municipa– lizzatrice del!' Amministrazione Comunale di Vero– na (1) - segnalazione che dovette essere utile se all'Ufficio competente perv,ennero, subito dopo, pa– recchie richieste della Relazione da noi citata e se, cli seguito, comparvero, anche su giornali e Riviste estere, notevoli articoli sull'argomento - riteni~mo non meno opportuno dar notizia degli esperimenti tentati e delle· effettuazioni compiute dal Comune di Verona nel campo nuovo e non facile della politica municipale del lavoro. Poichè è ormai nolo che il Municipio di Verona fu tra i primissimi in Italia a sentire - nella sua alacre opera cli rinnovamento - che, insieme alle antiche funzioni amministrative, educative, sanitarie, altre e non meno doverose, gliene aggiungevano le necessità nuove creale dalla civiltà industriale. E per questo volle dedicato alle questioni del lavoro un Ufficio apposito, che fosse, nel medesimo tempo, biblioteca e laboratorio, osservatorio e fucina dei fatti e delle provvidenze, che possono gli uni inte– ressare e influire su la produzione e sul consumo, le altre riuscire di tutela, cli salvaguardia, cli aiuto ai lavòratori. Così - per la iniziativa e la preparazione geniale dell'allora Consigliere e poi, per breve tempo, As– sessore del Lavoro, avv. Sirio Caperle - il Con– siglio Comunale di Verona, nel dicembre del 1907, creava l'Assessorato del Lavoro col seguente pro– gramma: (I) La politica ,n1micipale àd consumi: Le mu11kipalizzazionl del pane, della carne, àel pese• • del combllsllblle a Yerona, IÌl Critka Sociale del 1•-1~ febbraio 1914.

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