Critica Sociale - Anno XXIV - n.12 - 16-30 giugno 1914

1B4 ClUtlCA SOCiALE all'emancipazione completa della· classe operaia,. Es– sendo le Sezioni della· class,e operaia nei diversi paesi in condizioni div,erse di sviluppo, ne consegu~ ne– cessariamente chè J.e loro opinioni teoriche che ri– Oettonò il movimento reale sono pure divergenti. Però, la comunanza d'azione stabilita dall'Associa– zion,e internazionale ·dei lavoratori, lo soamb.io delle idee facilitato dalla pubblicità falla dagli organi delle varie Sezioni .nazionali, in fine le discussio11i dirette ai Congressi g,enerali, non mancano d.i generare gra– dualmente un programma teorico comune. Ragion per cui, esula dalle funzioni del Consiglio generale di fare l'esame critico 'del Programma deil'Alleanza. Noi non abbiamo da cercare &e sì o no esso sia una espression•e adeguata del movimento proletario. Pe-r noi, si tratta soltanto d·i sapere se non contiene nu!J.a di contrario alla tendenza 'generale della nostra as,so– ciazione, cioè- l'emancipazione completa della classe operaia». E nella stessa Circolare confid.erÌziale ri·peteva: «Di. fronte alle organizzazioni.• fantas·ti,che e antago– niste delle sèlle, l'Inter-nazionale è l'organizzazione reale e militante d-ella · classe proletaria in tutti i paesi, legati gli un.i cogli altri, nella loro lotta co– mune contro i capitalisti, i proprieitari fondiari e il loro potere di classe organizzato nello Stato. Così gli Statuti della Internazionale no.n conoscono che &emplici So·cietà <e operaie », che tendono tutte allo stesso fine e acoettano tutte lo stesso programma, che si limita a tracciare le grandi linee del movi– mento operaio e ne lascia la elaborazione teorica all'impulso dato daHe necessità della J,otta prati,ca e allo scambio d,eUe id·ee che si fa ruelle Sezioni, am– mettendo indistintamente tutte le .convinzioni socia– liste nei lo,ro organi e nei loro Congressi ll. Le deliberazioni del Congr,esso confederale sono, in,consapevolmente, la fedele copia di quella del Cono siglio dell'Internazionale, cioè di Marx. E non si creda che siano improvvisate, perchè già Rig,ol,a, nella sua Relaz-ione ne aveva lucidamente esposte J.e ragioni nei capitoli· che trattano dei rapporti tra Confed-erazion,e e Partito. A tale proposito, Rigola rileva le divierse soluzioni date al problema nei diversi paesi. Mentre i Sinda– cati francesi e inglesi - antiparlamentar.isti i primi, parlamentaristi i secondi - pur div,erg,endo circa i mezzi della politica proletaria, si trovano d'accordo nel fare dell'organizzazio~e op ,era.ia la base unica d-el movimento di emancipazione, i Sindacati tedeschi e scaacìinavi riconos•cono la necessità di una do"p,pia forma di organizzazione: la sindacale• e la politico– parlamentare, la prima operante specialmente nel campo· economico, l'altra specialmente sul terreno po– litico-. « Sindacato e Partito sono idealmente una cosa sola, come due linee obliq·ue destinate a congiun– gersi al ve-rtice... L'una o l'altra soluz,ione. del pro– blema dei rapporti tra i due movimenti viene consi– gliata dalJ.e particolari condizi,oni di ciascun paese, e nell'adottare l'una o l'altra· si deve aver cura di non pregiudicare in modo alcuno l'unità e la forza d·el movimento sindacale >>. In Germania, la distinzione tra i due movimenti è originata dalla politica dei Governi contro il Partito soci,alista, politica che ha reso necessaria la divisione dei due movimenti per non mettere alla mercè del– l'arbitrio della polizia le organizzazi-oni professionali. Proprio in 'questi giorni l'autorità poli.tica prussiana, dando un'arbitraria ·interpretazi,one alla legge del BibliotecaGino n.i neo 1908 sulle .associazioni, tenta una manovra reazionaria contro le organizzazioni sindacali battezzandole per Società politiche. Ma, ad onta della p,rqclamata neu– tralità politica dei Sindacati, l'anima politica del mo– vimento è il socialismo di class-e, e il Partito socia– lista diventa sempr-e più il Partito dei lavoratori or– ganizzati sul terreno di classe, in qua11to la comu– n,anza sostanziale degli interessi del· proletariato de– termina una comune ideologia politica., talchè gli stessi dissensi teo,rici si mant,engono nei confini di una di.versa valutazione della tattica contingente e non d,ete-rminano nè possonp determ~nare s~iss·ioni, o tutfal più distacco di individui, non di gruppi. Il Partito è gradatamente assorbito nella classe, come in Inghilterra, ovie, per essere anche colà il movi– mento sindacale un i;novimento proletario di cla,sse, • man mano ·che le trasformazioni industriali e I.a dif– ficoltà deHa lotta economica, · rompendo le vecchie barriere « professionali », creano un.a nuova solida– ri-età di class•e al posto della antica solidarietà pro- 4essionale, jl Partito çl.el ,Javor.,o, da eterogeneo rag- gruppamento ·di correnti politi,che con~ras-tanti, di– venta vero partito di classe del proletariato mili– tante. In Italia mancano queste condizioni pregiudiziali. p,erehè I.a classe sia fondamento omogene,o di un P'H'– tito; il movimento operaio è un movimento di classi et~rogene,e: artigiani, lavoratori della terra, operai della grand,e industria, con prevalenza, nella Confe– derazione,, dei p.rimi gruppi sull'ultimo. Nè molto dis– simili sono J.e corndizioni de,! mo,vimento sindacalista. Mancano, perciò, J,e premesse vere e proprie p,e•r un movimento di clas&e nel ·senso marxista. È ancor.a Rigola che lo rileva con acutezza: « Gli s·piriti . )·iberi devono guardar-e senza pr,econcetti in faccia alla realtà: E la realtà è questa: che la lotta ecoµomica, o marxista, di clas&e è appena delineata in Italia, e -ciò che prevale è la lotta d-emocratica. Il socialismo. è d.i partito, non di classe, p,erchè i suoi battaglioni, o ffiieglio, l'élite socialista, è formata in prevalenza di popolo, .di uomini, cioè, di tutte le classi. Questo stato di fatto non è modificabile ad arb-jtrio, p-erchè è determinato dalle condizioni ob– biettive del nostro paese. Così stando le co&e,· è da no•i, più cli.e altrove, logica la coesistenza del par– tito e dell'organizzazi-one d-i classe, .e noi, più degli altri, ab-biamo, interesse a regolare i rapporti tra i due mov.imenti sullo schema della mozione di Stoc– carda. A ciascuna organizzazione il proprio ufficio. Così, mentr-e aJJ.e F,ederazioni di mestiere o di indu– stria spetta la cura degli inter.ess·i più strettamente profe,ssionali, alla Conf,ederazione competono quelli di carattere più general,e, ed al Partito quelli più spiccatamente politici ». . cc Porte spalancate, adunque - scriv,e ancora il Rigola - per gli uomini di buona voontà di tutte l•e fedi politiche e religiQse. Unica condizione: q,uella di essere disposti a lottare contro il mondo degli sfruttatori. La selezione, purtroppo, avviene automa– ticamente. La nostra è, e rimarrà finchè gli strumenti di lavoro non saranno passati alla collettività, orga– nizzazione di battaglia». Se, però, il movimento operaio italiano in genere non è e non può essere ancora un movimento poli– tico di. cl.asse omogeneo, se il movimento op,eraio confederale in ispeci,e è, in parte p,re- ed extra– marxista, riformista, non nel senso di un'azione pro– letaria ohe tien conto della r,ealtà concreta, ma nel

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