Critica Sociale - Anno XXIV - n.12 - 16-30 giugno 1914

CRITICA SOCIALE 17!) dei rapporti di classe e non, bakuninamente, la quantità emotiva delle convulsioni della sofferenza. Il perchè, in quest'ora, il socialismo resta, sere-no e impavido seppure pensoso, sul terreno parlamen– tare, ingigantendo il suo sforto perchè nel più allo istituto borghese suoni la voce stessa del prol,eta– rialo che è fuori e si arrovella nella sua azione di– retta. L'ufficio suo è di denunziare dalla tribuna i clolor1 e le ingiustizie che esacerbano l,e folle-, e p,erò non deve dare tregua ai partiti ed ai governi promo- 1 lori della rivolta e pervicaci, in loro follia, a man– Lenere quella politica di militarismo e di fiscalit.à, che è stata la vera genitrice-, la prima e maggiore «artefice» di cotesta « creatura >l. Di poi il socia– lismo ·parlamentare ha il dovere di presidiare la li– bertà minacciata e di scongiurare le più inique rappt1esaglie- di classe. Quindi il còmpito suo non può essere quello di inseguire il Governo in ogni movimento con un cieco ostruzionismo permanente, sistematico, che cacci il Governo, come una belva in furore di disperaziòne, per necessità ciel funzio– numenlo dcl,l o Sta to, ai colpi di Stato, che trove·reb– bero in quest' o.ra una pronta immensa maggioranza -ebbra, plaudente; la saviezza e la forza del Gruppo parlamentare si mostrerà nell'in·calzare invece il Go– verno, fermamente ed abilmente, nelle vi,e piane ed aperte della libertà, dell'amnistia, della rinunzia ai gravami fiscali, militari, ecc., già macchinati e pron– ti, e nell'indurlo ad affrontare con provvidenze stra– ordinarie le riforme sociali, convenute tra il Gruppo socialista, la Direzione del Partito e la Confedera– zione d-el Lavoro. In soslama, per noi nulla è mutato. Per noi gli avvenimenti cli questi giorni non hanno fatto che mo– strare come e quanto il Partito socialista, ·nella sua implacabile opposizione intransigente alla politica borghese degli ultimi anni, culminata e dominata d.alla guerra libica, avesse ragione, più ancora forse di quello che egli st,csso supponesse! Le cause hanno, pitt presto e più violentemente che altri immagi– nn&sc, per l'estrema fragilità economica dd- nostro pa•csc, prodotto i loro effett i. II sorit e che annunzia– vamo nel settembre Hlll al comi7.io dell'J\rcna a Mi– lano è, pur lt'oppo, tulio compiuto! Quale lczion,c Lcrribile agli.amici« destri» che, per amore di cieca 1.:oncorclia popolurista, hanno voluto_ indulgere a quella polit.ica, cd hanno con mediocre convinzione voluto trescare con l'illusion,e che si trattasse cli epi– sodio breve, che non recasse il prolclarialo alla fa– mr, alla disperazione e alla rivolla, che· non essic– casse le risorse per le riforme sociali! Ora l'ammo- 11imc11lorampolla spont.aneo dalla vicenda. Conti– n11arc bisogna, intensificare bisogna l'opposizione fin qui sostenuta, indirizzandola, non a sempbci mo– vimenti di sterile e conv.ulsionaria protesta - per la q11alegi/t agiscono - anche troppo --- fattori esterni, obbiettivi, ma alla imposizione di una politica riso– lutamente riparat.ricc. Il quid aurndum t' fiammante davant.i a noi di categorica evidrnza. Tmporr,c al Go– v,crno cd alla borghesia di Italia di rifare la si.rada hatt11la, ritornare sulla via maestra, indicala dal suf– frag-io universale, sulla via della libertà assoluta e delle riforme radicali. lnstauratio ab imis. IL VICE. Ai prossimi numeri: Alfredo Oriani, di AGOSTINO LANZILLo. Un cinquantennio di legislazione sociale, di PE– TER AUGEN. Verso una nuova legge su la proprietà eccle– siastica 7 di CARNEADE, La fi1ie dell'articolo di EUGENIO C1ARSKI m La rina– scita proletaria e socialista in Russia. Ugualme'nte ai prossimi fascicoli i già annunciati studi di GIUSEPPE BARBERI, di ENRICO LEONE, d·i RAFFAELE PIRRO, di F;RNES'J'O :J3~l'4RELJ,J, ecc. iòteca Gino Bianco I DIRITTI DELRIFORMISMO Per parlare chiaro. ' Poichè il dissenso esiste, poichè il « riformismo » ha i- suoi dirilli e i suoi doveri, poiclzè pare a molli - ed anche a noi - e/te tra la concezione intransi– gente-rivoluzionaria del socialismo sanzionala negli ultimi Congressi e la concezione che è praticala ci sia divario profondo, e poichc . la funzione nostra è cli discutere e di studiare, respingendo le coartazioni al silenzio, pubblichiamo l'articolo ciel prof. Alessandro Levi. Mi &arebbe facile, sotto il punto di vista intellet– tuale. - francamente, sento che avrei un'intelligenza bastevole. pe·r silTatta non ardua bisogna - di far la vooe grossa e di stemperare in qualche colonna di prosa alcuni vee-me.ntiluoghi comuni. Ma èiò che mi tornerebbe, intellettualmente, assai facile, mi riesce, moralmente, impossibile, perchè ripugna alla mia n.a– bura di studioso e- di galantuomo scriv,ere o parlare in modo (iiverso da quello in cui penso e sento. Obbedisco ad un· dovere -etico e po.Jitico, esprimendo francamente il mio pensi,ero intorn9 all'ultima grave agitazione e .ad alcuni commenti che essa ha provo– cati nell'Avanti!. Ed invoco p·er le mie idee, sempre schi-ellameilte professate, quella tolleranza che io pra– tico verso le convinzioni altrui, riaffermando, per me e per quelli che la pensano come me - e ritengo non sieno pochi - quel diritto di cittadinanza nel Par– tito, che la maggioranza rivo,luzionaria ha il dovere di riconoscere alla mino·ranza riformista, cui gli ob– blighi, volonterosamente accettali, di solidarietà nel– l'intl'ansigenza, non possono costringere ad un'abdi– cazione dei propri dissens·i ideali e tattici. Veniamo. ai fatti. * ** Nessun dubbio - anche• se la causa pl"ofonc/a degli ultimi moti d(}bba ricercarsi nel diffuso malcontento, prodotto dal maJ.cssere delle plebi, che è sobillatore ben p·iù effìc.ace dell'eloquenza sovversiva - che la causa immec/irzla di queHi è stata l'episodio di Ancona. Ora, poche ed ovvie conside·razioni giuridiche baste– ranno a mostrare il duplice arbitrio, del Governo e dei suo·i agenti; d,el primo, nd divieto incondizionato de-i comizi pubblici contro le Compagnie di disciplina; dei seco11di, negli eccidi commessi. ' Neflo Stato moderno - che è, o dovrebbe essere, Stato di diritto, cioè Stato che si fonda su la presun– zione, di libertà dei cittadini - non vi possono essere .altri limiti giuridici afl'allività di questi all'infuori di quelli esplicitamente riconosciuti d.alle vigenti leg– gi. Quell'autorità qualsiasi, che varca questi limiti per imporre ulteriori restrizioni aHa libertà dei cittadini, è fuori del suo diritto, cioè agisce contro l'oTdine gi·uridico. È superfluo ricordare che la norma fondamentale sul diritto di riunione, pacifica e senz'armi, è l'art. 32 dello Statuto, il capov,erso del quale dice, però, che la disposizione non è appl-icabile alle adunanze in luo– ghi pubblici o aperti al pubblico, i quali (luoghi) ri– mangono interamente soggetti alle leggi di polizia; e cioè, oggi, alla legge 30 giugno 1889 ed al regola– mento 8 nornmbre 1889 su la pubblica sicurezza. Detta legg-e impone ai « promotori di una riunione pub– blica» l'obbligo del pI'eavviso di ventiqunllro ore « al– l'autorità locale di pubblica sicurezza»; il regolamento

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