Critica Sociale - Anno XXIV - n. 9 - 1-16 maggio 1914

134 CRITICA SOCIALE molti altri paesi. I loro azionisti .poi, appartengono a tutte le nazioni del mondo. Non è tutto questo l'as– surdo più inverosimile? E si può credere, realmente, che i segreti di fabbricazione siano qualcosa di di– verso dal segreto di .Pulcinella, tra l'una e l'altra delle branche nazionali di codeste mastodontiche im– prese internazionali? E non è logicamente ovvio• che la successione delle innovazioni tecniche, le quali inu– tilizzano oggi quello che ieri costò centinaia <li milioni per dare l'abbrivo ad altre centinaia di milioni di spese, sia regolata e dosata dai trusts medesimi, per assicurarsi una indefinita padronanza sui bilanci mili– tari e sull'opinione pubblica, ingannata e fuorviata? Forte di tanti elementi di critica e di demolizione il proletariato internazionale dirà nell'estate prossima a Vienna una parola decisiva. E il proletariato d'Italia ha forse più ragioni di tutti per trovarsi in prima fila. Gwv ANNI MERLONI. lA BEFFA DI CESELLI O BASSO (I) Quando _nell'ottobre 1911 divamparono gli en– tusiasmi per la bella guerra e le cupidigie verso la terra promessa; e nell'aria arroventata si in– contravano con le note degl'inni fatidici le strofe delle canzoni d'oltremare, e con le urlate ai Turchi d'Italia s'incrociavano i giuramenti degli esplora– tori " sui giacinienti di zolfo talmente estesi che occorrono quatti·o gioi·nate di ca-vallo per att?·a• versarli in dii•ezione della latitudine meridiana " ~ proprio in quella stagione di rinascente Roma– nità un mio amico personale ebbe la luminosa idea di rievocare nell'Avanti! l'episodio Tacitiano di Ceselli o Basso; quello che, nella traduzione del Davanzati, s'intitola: " Nerone da fortuna beffato per Cesellio Basso, che da .pazzo vantasi scopritore di tesori in Africa,,. E' così bello e èalzante e di~ mostrativò dell'eterno ritorno della storditaggine umana, che non 'so dispensarmi da ricordàrlo. un'altra volta. Racconta dunque Tacito, al libro XVI degli An· nali, che nn Oesellio Basso, di stirpe Cartaginese, mente turbida (mezzo mat.to , dunque) noctuntae quietis imaginein ad spem haud dubiae rei traxit, Del quale latino poichè il Davanzati sottintende la traduzione, anch'io volentieri la sottintendo fidando , nella rinnovata Romanità dei tempi. "Costui venne a Roma e, comperata l'udienza del principe,' gli rivela aver trovato in un suo campo una caverna altissima piena d'oro non coniato, ma rozzo e al- . l'antica; esservi mattoni massicci, e da un'altra parte ritte colonne: il tutto stato occulto tanto tempo, per accrescere sua fortuna,,. Ed aggiungeva altre frottole: che era quello il tesoro nascosto di Didone, fuggita da Tiro, prima che incappasse in quel tal suo fatto personale col pio Enea. " Ne– rone, adùnque, senza intendere chi colui fosse, che riscontri dèsse di tanto tesoro, senza mandare in sul luogo a riconoscerlo, è il primo a pubblicarlo; e manda per esso, quasi per conquistata preda, galee ri_nforzate di ciurma ,,. Nec aliud per illos . dies populus ci·edulitate, prudentes diversa fama tulere. C'erano adunque in quel tempo ancora dei. prudenti. Viceversa non c'erano grandi giornali: ma, in luogo di questi, non mancavano " dicitori a lodare il principe, che gl'Iddii non pure gli fa. cevano ·nella faccia della terra nascere le solite . biade, e nelle viscere tra i metalli generar l'oro; ma con fecondità nuqva gli ammannivano i tesori: (Ì) Come slamo andati in Libia, Libreria della Voce, Firenze, 1914. BibliotecaGino Bianco con altre adulazioni,. non meno che faqonde, ser– vili, fidati in sua leggerezza": securi de facilitate credentis. Il quale con la speranza crebbe lo spen– dere, e le ricchezze in erba impoverivano l'univer– sale: divitiarum expectatio intei· causas pauper– tatis publicae ei·ant. Certe cose son sempre suc– cesse. Intanto, rovistata a lungo i:qvano la terra alla ricerca della, 'prelibata e fantastica caverna di zolfo e di fosfati .... volevo dire di oro massiccio, Cesellio Basso pudorem et metum morte volun– taria effugit. Pare che in quel tempo fosse ancora in uso il pudore. Altri dicono che gli furon tolti i beni. Un idealista patriota odierno non si sarebbe fatto cogliere e li avrebbe prima intestati alla moglie. Ma i Ceselli d'una volta pagavano di per- sona o di borsa (1). . Quando il lettore avrà scorso il rosso libro " Come sianio andati in Libia,,, edito ora· a Fi– renze dalla Libreria della Voce, intenderà il perchè di questa mia rievocazione storica da 'l'acito: non meno calzante, mi sembra, di quelle da Plinio, da Erodoto, e da Sallustio, che i nazionalisti han fatte e delle quali anche si ragiona in questo libro. *** Il quale, lo dico senza enfasi, è un gran libro .e una forte opera civile. E'. la spl_endente protesta, in faccia alla Storia, di una Italia intelligente e colta contro una Italia bugiarda o stolta, avventata o dicervellata. E' un formidabile ammonimento realistico in un tempo di favoleggiata rinascenza ideale. Rinascita ideale con tanta credula mello– naggine da una parte e con tanto, dall'aitra, im– piàstricciarsi nell'attaccaticcio della falsità," vecchia morchia paesana. - diceva Carducci - machia– vellismo in_ politica, gesuitismo in religione, ac– cademia arcadica e idealistica in lettE:)ratura "? E' la vendetta che ci riconforta del pianto che soffocammo nel ·cuore profondo. E' l'Inferno per una luno·a ·tratta di peccatori, che la ragione sot– tomisero0 al talento di tirare un'altra volta l'Italia nell'Africa sterile. " Conosci tu l'Inferno di Dante, le terribili terzine? - domanda Heine . sulla fine della sua Germania. - Colui che il poeta ha ivi rinchiuso, nessun iddip può salvarlo più. Nessun iddio nessun salvatore può toglierlo a quelle fiam~e canore »· Nè più facilmente si salver.anno coloro che questo libro chiude nei suoi. terribili gironi. E' una controdimostrazione di dottrina e di senno a lunghe dimostrazioni d'ignoranza e ma– lafede. E' infine· una superba raccolta di documenti da sei.\rii;e alla storia della mentalità italiana di questo principio di secolo, della ment11,lità di chi scrive e di chi fegge, di ch_i persuade 1 e di chi si lascia infinocchiare - se alµuno mai s'indurrà a così inamabile trattazione. " Lo. storico, il qu11,le in avvenire vorrà ricostruire questo torbido pe– riodo della nostra vita nazional_e - bene scrive, a pag. X, il Salvemini -:-- dovrà giudicare che la coltura italiana, nel primo decennio del secolo XX, doveva esser caduta assai in basso, se fu possibile ai· grandi giornali quOtidiani e a giornalìsti, che pur andavano per la maggiore, far credere all'in– tero paese tutte le grossolane sciocchezze, con cui la i~presa libica è stata .giustificata e provocata. (I) Oggi, la evoluta borghesia non Io patirebbe. ·Ricorda ,11lettore come 1nststentemente sl· raccontasse, son ro·rse due anni, di quel– l'eroico capitano Verri, che, In uno.scontro col Beduini, si sarebbe gittato -allo ,sbaraglio della morte certa, al di là. di tutte le trJncee e di tùttl gli ardimenti legittimi, pel corruccio.- cosi parve a quel che l'accostavano - di vedere come allogassero nel sangue Inutil– mente profuso I miraggi ch'egll stesso, tratto In Inganno, avea'.fatto balenare al G.overno, nel tempo che, In merltlte spoglie, era stato nostro informatore in Tripolitani&, prima della • bella gnerra "' Ma 11 Governo, 1n piena ·camera, non si perUò di proclamare ·assurda. leggenda quella, ad o_gnlmodo, pleton Interpretazione di un tatto. Il rimorso onesto d'un prode non potrebbe non rlesclre molesto alla coscienza disinvolta del militarismo bancario che cl govern.a, "(Nota della CRITICA).

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