Critica Sociale - Anno XXIV - n. 9 - 1-16 maggio 1914

CRITICA SOCIALE 131 Partito socialista ci apparve - perchè non dirlo? -- così perplesso nei principi, come incoerente nell'azione. Notiamo, prima il nobile sforzo tentato dal Gruppo parlamentare con l'o,rdine del giorno Casalini di riguardar.e l'agitazione dei ferrovieri in ra.pporto- a tutte le altre agitazioni dei dipendenti dello Stato ed in rapporto alla situazione finan– ziaria del paese, quale la' lasciò la i~presa di Li– bia. Not.iamo poi che lasciandosi travolgere dal movimento il Gruppo, stesso non s,e·ppe fare valere prati,camente il principio che aveva appena formu– lato, e a mezzo dei suoi oratori mandò ai comizi la sua adesione pura e semplice· e incondizionata. E fin qui nessun male, ma solo perchè obbietti– vamente le richieste dei ferrovieri erano le più legittime e giustificate del mondo (Ma se non lo fos– sero state? Se, fossero state esagerate? E a quale stregua giud_ic3:re,in ipotesi, della esagerazione ~elle richieste : pigliando per .norma· la P.aga del ~1ret– tore generale delle ferrovie o quella di un bracciante pugliese?). Ma dove il Partito socialista ci sembrò forse inferio•re alla gravità delle· circostanze e certo all'altezza dei principi, fu nell'aver prima respinta e poi accolta la teoria del disinteressamento, per cui gli avve.nne· di andare a cacciarsi, irresoluto, tra le due org.anizzazioni ferroviarie, in una situazione non -bella e non chiara•. Tra• la Federaz,ione e il Sindacato ferrovieri il Partito socialista poteva e doveva sceglier.e. In cotesta scelta poteva l~sciarsi dirigere dalle circostanze puramente estrrnseche (priorità dell'iniziativa, numero- degli organizzati, qualità degli organizzati) e mett~-rsi_da~]~ parte del Sindacato, òppure doveva lasciars-1 dmgere dalle circostanze realmente intrinseche (solidarietà nei fini del movimento, comunanza dei metodi, accre~ scimento della propria autorità per la richiesta par– \.ecipazione al movimento) e mettersi con la Fede– razione. Ma, fatta una scelta, il Part.ito· vi doveva persistere. Noi, con la grande maggioranza del Gruppo socialista, apertamente sostenemmo la tesi di diritto e di opportunità, che il Partito socialista·, invitato, ·nella persona del segretario politico della Direzione e del segretario dd Gruppo parlamentare, dalla Fiederazione dei ferrovieri, a sostenere il mo– vimento, secondo i metodi parlamentari che gli sono propri, non potesse rifiutarsi, senza fellonia.• Era un riconoscimento di ferrovieri che il loro movimento intendeva~o stretto all'unissono con gli interessj di tutto il proletariato socialista, era la categoria che voleva scendere in campo come classe, e come classe reclamava dai suoi rappresentanti in Parlamento, nella arena, cioè, più grande e. spe– cifica delle lotte di classe, aiuto e solidarietà, se– condo i principii aff.ermati nella stessa cfrcostanza con l'ordine del giorno Casalini da essi rappresen– tanti. Ancora adesso (adesso, anzi, più di prima) fortificati dall'esperienza di ciò che è avvenuto (e cioè che il Sindacato ha fatto, dopo, pi.egando alla inelut.tabile- ne,cessit.ù, qu-ello che fece subito la Fe– de-razione, si è messo cioè a contatto col Governo, per precisare< con esso le proposizioni espresse) sia– mo convinti del bef! fatto del gruppo, all-0rchè, clopo aver deliberato coll'ordine del giorno Casalini, il proprio atteggiamento politico sulla questio:ne com– plessiva, ne tirava la conseguenza legittima, neces– saria di accompagnare i rappresentanti della Fede– razione dall'on. Ciuffelli. L'amico non è il nemico. Il socialista non è... il sindacalista. Tult.avia consen– ti:ìmo per larghczw di discussi,one che altri prefe– risse tenersi allé vie del Sindacato, per la grande ra– gione della opportunità del numero, sacrificando a quest.a ogni ragione di principio (1). I ferrovieri for- (ll L'amico llocllgllanl cbe con Alberto Calcia e l\Iusattl fu quello che In seno al Gruppo parteggiò più apertamente per il Sindacato ibliotecaGino Bianco mano un nerbo elettorale considerevole in moltis– simi collegi e l'Òpinione « ferroviaria » ineontest.abil– mente nella sua grande maggioranza propendeva per il Sindacato·. Ma quello che non doveva essere era· da parte <leUa stampa responsabile del partito il buttarsi nelle braccia del Sindacato, accusando poco meno la Fe·dcrazione, e, con essa, per implicito ne– cessario, il gruppo parlamentare di tradimento ... Per essere stato· (uha volta, almeno!) intransigente sui proprii principii, sui principii del socialismo cli classe in luQgo del socialismo ... di _categoria!. .. Obbi.ettivamente è ben certo e chiaro- che la mossa della Federazione non comprometteva nulla. I ter– mini di quel colloquio per la Federazione e il Go– verno, presenti i deputati socialisti, erano di infor– mazione e di chiarimento. Dopo, la massa era sem– pre padrona di s·e stessa, o sia i. suoi dirigenti ave– .vano sempre il diritto ed il mezzo di condurla allo sciopero o alla transazione, secondochè fosse loro pia-ciuto; e tanto più se il Sindacato, - come vantava - aveva con sè tutto l'elemento viaggiante, fuochisti 1 macchinisti, i quali bastano per tutti per ogni ci– mento ferroviario estremo. Il trad_imento pertanto della Federazione, ottimo paravento finale alla so– pravvenuta saggezza del Comitato Centrale, dopochè fu ricevuto dal Ministro, e da due stenografi da quello preordinati, ed ebbe dal Ministro ricevuto in forma di pregiudiziale al colloquio la paternale che toglieva a priori ogni fiducia che il colloquio potesse andare oltre alle promesse fatte dal Governo al Parlamento e già spiegate al Comitato della Fede– razione, senza che si disturbasse alcun presidente· di Camera di Commercio come da qualche tempo,. da Salmoiraghi in poi, è stile di ogni grande ai:ri– tazione sindacalista, il tradimento, diciamo, clellci Federazione non era certo tradimento alla caus·:L dei ferrovieri; lo sarebbe stato, a.i metodi del Sin– dacato - se pur si possa mai parlare di tradimento della tattica altrui! - ove il .Sindacato non avesse ef>attamente ripetuto il gesto della Federazione, da·1- do esso la prova, provata della intrinseca saviezza: dell'atto stess-0. che tgno,·ava Il Partito contro la Federazione che lo -invocava - e ciò proprio per le accennate ragioni <Il alta opportunità politica; estrinseche al principi ciel Partito-l'amico l\Io<llgllanl, che - beato lui I - non è almeno un traditore <lei ferrovieri come gli altt·I del Gruppo 1 second9 la logica dell'Avanti!, tn un suo scritto sulle uJ– tlme ngltazlont rerrovtarle, ama ragionare da Padre Cristoforo .... rlvoluzlonarlo. Come Padre Crlstoloro (o non c'è niente da ribattere} chle<le a tutti gli Del l'amore e la concordia rra tutti I ferrovieri. Va benissimo. Con che la fusione adotti I metodi <lena Federazione e non quelll d~l Sindacato. Co'/'"e rlv?luzlonarlo Il Modigliani annota: 11 Pe,· esse,·e se,·enamente giusti bisogna riconosce1·e che, se ii sin– dacato dei Fen·oviet•i non avesse fatta baleu01·e la seria minacela dello sclopero, ,u Governo - molto 1n-obabllmente - non av,·ebbe p1·omesso quel clie ha p1·omesso. Si conf 'ron.ti come ha trattato, pro– p,•io contemporaneamente, tanto t postelegrafici, quanto i lavo,-atot·i ctei tabaeco ! • E noi facciamo notare che I lavoratori del tabacco lo sciopero lo feoero anche, e non solo Io minacciarono. Ciò che può voler dire aver il Governo ratto orecchi da mercante ane loro domande perchè già aveva deciso di tenderle là <love Il rumore per la semplice- minaccia era più grande. Ora ciò se stabilisce - e nes– suno Io nega - che la minaccia di sciopero ferroviario è tsl~ da rar tremare le vene e I polsi a tutta la nazione, non stabilisce però che I tabaccai abbiano torto e elle 11loro sciopero - soclallstlca- . mente - non sia altrettanto Interessante quanto la mi11accia del terrovteri, sebbene meno efficace. 11 che ,arrebbe, secondo noi, a confermare la opinione nostra che Il socialismo è una questione di merito e non cli sola tattica e che il Partito socialista non pnò la– sciarsi captare .... da una sola categoria solo perchè questa abbia strumenti belllcl di gran!le efficacia nelle suo mani. n socialismo è <Il tutto Il prolotarlato, per I ferrovieri che mmac– ciano e non scioperano e guadagnano qualche vantaggio, e Per I tabaccai che non minacciano ma scioperano e (ahimè!) flnorn non pare abbiano ,rua<lagnatq nulla. (n. et. ,·).

RkJQdWJsaXNoZXIy