Critica Sociale - Anno XXIV - n. 9 - 1-16 maggio 1914

130 CRITICA SOCIALE IL PARTITO SOCIALISTA nell'ultima agita3ione dei ferrovieri I ferrovieri del Sindacato hanno abbassato·. le armi. La stampa bo~ghese· si _è divisa: l'un~, la moralista e democratica sta gridando a perdifiato al trionfo del buon senso (si è mai visto un? sce1:11- pio simile del moralis,:no?); l'altra, la reazionaria, si rifà dei terrori subìt1, urlando : la fuga! la fuga! e bada a rovesciare, sui p!'esunti fuggiaschi l'onda dei suoi _improperi eroici. ~ la socialista? _La so– cialista ufficiale non sa che dire. Essa preferisce la– sciar parlare gli interessati, cioè, i f.errovieri di tutti i gradi, senza _metterci be~co. Per ~q stai:npa so– cialista - uffiC1ale- che 10·, tu, voi e no-1, anche non ferrovieri, siamo ~egli int.eressati 1:iel~aque– stione, è cosa che suscita gr-0ssa merav1gha. Che il Partito socialista in queste colossali battaglie proletarie sia interessato, in proprio, e non soltanto nell'atomismo sindacai.e con cui esso pure si im– membra .e s,i organa, ecco qu!lU.oche si ~RJ. igno– rare,. e che, svelato, fa cascare dalle nuvole. (De,ve essere ,1.1n'astuta cabala «riformista»!). ,Così è, il soc,i~lism9 è int~ansig:ente,. intran~igen~i~simo, m_a neH'accez10ne « rrvoluz1onaria » .è 11 servitore .U111!– lissimo di ogni categoria, isolatamente consiiderata,. di ogni !'\indacalismo, o rivoluzionario. ,o riformista si vanti 1 che lo. pigli a calci nel nome, santissimo dell'autonomia corporativa·. · . . . E così eccoci sempre a quel punto. I Congressi del Partito lo deliban-0 e passano, senza lasciare mai un dettame sicuro per la pratica: Quale il rap– porto tra le organizzazioni e il Pm-tito? tra l'azione economica e l'azione politica? quanto, t:ale distinzione è già viziosa, <lacchè ogni vasta• azione economica che rompa gli ordinari rapporti <li classe è essen– zialmente, eminentemente politica? I ferrovieri pre– sentano un memoriale, e poi. altri memoriali ag– giunti non .avendo il primo, se vogliamo credere a . Secondo Ramella, risposto a· tutti i bisogni delle div,erse categorie. Ric-onosciamo subito che il. me– moriale (quello principale) che fu svolto e illustrato nella stampa e nei comizi, e che sulle nostre co– lonne è stato riassunto dal compagno avv. Francesco Buffoni, non potrebbe essere più legittimo, sia per la modestia delle richieste, sia per l'urgenza pie– tosa <lei bisogni che reclama. Non pertanto chiediamo - e sappiamo di pro– porre un'eresia da farci sprofondare sotto terra sol– tanto per averla affacciata - il sociali-smo, cioè la coUettività proletaria in movimento organizzato, può essere veramente estraneo al contenuto· di un sif– fatto cahier de charges? La questione si presta più facilmente ad essere derisa che risoluta, appena -- come nel caso - si passi dalla impresa privata . all'azienda collettiva, nella quale tutta la massa del proletariato è destinata a subire l'immediato con– tra,ccolpo d-ell'agitazione, poichè ad essa• si farà, in ultimo, appello per integrare o sostituire i fondi reclamati dalla agitazione del personale. Ben si comprende come, a tutto. rigor sinda,cali– stico, questo interesse di,,erso o avverso della nu– merosa massa proletaria, considerata come contri– buente, e, p,er tal via, quasi come «capitalistica» di fronte al personale in agitazione, sia fatto ap– punto per rendere più intransigente il principio della autonomia del gruppo economico, perchè in buona lotta di classe non è concepibile si domandi a quelli, che dovranno sopport are i p esi dell'agitazione, l'ap– provazione preventiva del.le richieste dell'agitazione stessa. Da tale punto di vi sta si mettevano anche quei deputat i socialisti i qua)i, chiamati a, pronun-· ciarsi sul.la situazione politica, caratterizzata dalla BibliotecaGino Bianco avanzata di tutti i corpi dei lavoratori dello Stato, asserivano che bisogna sostenerli tutti quanti, senza distinzione ... E all'obbiezione che loro si faceva che · se, in ipol>esi, si fosse soddisfatto, appieno i desideri di alcuna categoria, o più svelta, o più forte di numero, o più forte per il monopolio dello stru– mento del lavoro, nulla sarebbe rimasto, nella at– tuale inf.elicit.à del bilancio•, per gli altri (postele– grafici, tabaccai, professori, ecc.), si stringevano nelle spalle, rassegnati. Tanto peggio per chi arriva tardi o non ha i pugni sufficientemente duri per bus– sare solidamente alle porte! Ma ques,ta concezione - o noi erriamo a partito - è schie'ltamente sindacalista ed antisocialista, pe– rocchè se noi dialetticamente· la trasportassimo ncl socialismo, dovremmo convenire che per essa il socialismo sarebbe distrutto. Infatti ove si imma– gini che ogni sindacato possa esercitare sugli altri sindacati tutta la forza di pressione e di coercizione che gli viene o dalla urgenza del bisogno a cui esso provvede o dalla imponenza degli strumenti di la– voro che sono in suo pote•re, ne verrebbe. che i sin- , dacati che esercìtano quelle produzioni che rispon– dono a bisogni continuativi o improrogabili, non solo, detterebbero la loro legge, ma metterebbero addirittura in schiavitù tutti gli altri sindacati. Che · resistenza volete ,opponga il sindacato degli ore– fici, degli. artisti, dei letterati, ecc., al sindacato- dei fornai, degli .agenti di ·trasporti, d'ella i.Jlumina-: zione, ecc.?. È per questo fatto· che noi concepiamo il socialismo come collettivismo, come proprietà comune dei mezzi e strumenti di lavoro, e non come· pr'oprietà sindacale, ed abbiamo patrocinato le f er-• rovie allo Stato e non le ferro vie ai ferrovieri. Ed è per questo stesso fatto che il socialismo, già [in d'ora, non può abdicare interamente .al gruppo sin– dacale ogni autorità, sia per il me·rito delle riven– dicazioni, sia pe·r la tattica· con cui farle trionfare. Ed è per la stessa ragione· ehe no•i dissentiamo da quei compagni i quali, avendo l'autorità di farle, si riducono prima a non discutere mai le· pretese economiche dei lavoratori, perchè ciò è affare pri– vato della categoria in movimento, e poi a non di– scuterne mai i metodi della lotta durante la lotta perchè. çiò indebolirebbe i lavoratori .neila lotta; e infine, a non di'scut,erne mai dopo ... perchè ciò po– trebbe sembrare un colpo, ingeneros,o d.i Maramaldo, se la lotta, per intempera,nza di richieste o infelicità di tattica, è andata alla sconfitta. Con tale idi;ia que– sti compagni nostri (e qualche volta hanii.o detto chiaramente che tale era propriame:nte ·il loro pen– siero intimo) riescono a mettere fuori del combatti– mento il socialismo e il Partito, socialista, con im- , mensa soddisfazione del sinda,calismo politicante, dello pseudo apoliticismo, che è in realtàt un poh– ticismo antiparlamentare, un politicismo di azione politica diretta (e diretta, spesso, contro il socia- lismo). · . Noi riaffermiamo ch'e il Partito socialista non deve mai sparire; ma de·ve anzi affermarsi tanto più forte, c:ome indice degli interessi genera,li della classe lavomtrice, quanto più i comprensibili egoismi di categoria tenderebbero a s.fmttarlo, e ad eliminarlo. A sfruttarlo, per ottenere - a mezzo suo - la sim– patia e la solidarietà di tutto il proletariato-; ad eli– minarlo in quanto, come rappresentante di· tutto il proletari'.1to, pl!r ~enden~lo il più _alto oma.ggi_oali~ autonomia dell az10ne d1 categoria, non altrimenti può far pro,prì gli interessi di una categoria di lavoratori se non in quanto armonizzano con l'in– teresse generale della classe. Nella recente agitazione dei ferrovieri, come in altre occasioni (si ricordi lo sciopero generale scop-. piato a Milano durant:e l'agitazione dei metaUur-. gici per l'odiosa sen~nza del giudice AllaTa) il

RkJQdWJsaXNoZXIy