Critica Sociale - Anno XXIV - n. 9 - 1-16 maggio 1914

CRITICA SOCIALE 139 L'ERITREA . nella Rela.tione cli Ferdinando· Mattini .Il neo-ministro delle Colonie, Ferdinando Martini, alla vigilia di assumere l'alta carica, ha fatto distribuire ai deputati la sua_ Relazione sulla Colonia Eritrea per gli esercizi 1902-1907, quanti durò il secondo periodo del suo Commissariato civile. La Relazione dovrebbe , documentare la attività, perizia e larghezza di criteri del Martini nel reggere e amministrare la prima colonia <l ella Terza Italia. Dovrebbe, e vi riesce abbastanza. Tant'è, che, leg_; gendo quelle 263 pagine di sobria e composta prosa italiana, riesce talora di imbattersi in iniziative ed ,esperimenti, inspirati non solo da un fervido amore per la, nuova provincia italiana, ma benanche da criteri di modernità sconosciuti alla stessa madre patria; - valga di esempio l'abolizione del sistema cellulare per i con– dannati che, " quando sia inasprito dall'ozio forzato, diventa barbaro e disumano ed. è riprovato dagli stu– _diosi a qualsiasi scuola· appartengano ,, e la sua sosti– tuzione col lavoro forzato all'aperto, tanto più dopo che fu rilevato " un sensibile aumento nei reati contro . -la proprietà specialmente da parte degli indigeni che erano stati ed erano a contatto più vicino con gli eu- 1/'"opei ,,. - Ma giunti in fine, si rimane, per le osser– -vazioni e. conclusioni ·dello stesso Commissario, con la bocca arida e amara, di fronte alla- sproporzione fra i milioni, le energie, gli sforzi consumati e i risultati irrisorii che se ne son tratti fin qui e.... che se ne trar– ranno nell'avvenire. Innanzi tutto, quali risorse di occupazioni o di lucri ha offerto, dopo 20 anni, la colonia Eritrea alla popo- lazione attiva italiana? · . , ' - . - . Vi; . Scarsa popolazione italiana. Il censimento, compiuto fra il 31 dicembre 1904 e il 1 ° gennaio 1905, denunciava la presenza nell'Eritrea ,di· 274.944 (cifra approssimativa) indigeni; 282 europei non italiani, fra i quali 35 svedesi, 11 austro-ungheresi, 6 spagnoli, 5 inglesi, 2 francesi, 1 svizzero· (non è un iu– dice della poca attrattiva della Colonia, che popoli tanto più abili di noi nel cercare e trovare terre di sfrutta– mento siano così restii dall'accorrervi?); 1334 assimilati ·agli europei, cioè appartenenti a stirpi originarie d'Eu– ropa (e sono per la più parte provenienti dalla Turchia 'asiatica e da11e Colonie inglesi); finalmente 2333 ita- liani, dei quali, 364 nati nella.stessa Eritrea. · 'Gli europei ed assimilati, nati in Eritrea dal 1886 alla fine del 1904 ed ivi·a questa data tuttorà residenti, erano 528, dei quali 423 meno che novenni. Quanti fos~ -sero italiani, come fosse formata la famiglia italiana, da quanto tempo risiedessero in coloRia gli italiani, il <:ensimento non dice (forse lo dirà il nuovo censimento dei 30 novembre-! 0 dicembre 1913, del quale ancora 'itorl" cont:lsci·àtno i risultati), ma le cifre addotte' già dicono quanto scarsa popolazione italiana sia accorsa e si mantenga a sfruttare la colonia. _ L'impressione peggiora quando si scomponga la po– polazione attiva nelle diveFse professioni. Italia,ni da 9 anni in su, classificati secondo la pro– fessione o condizione.: Agricoltura . . . Industrie .. Commercio e mediazione Amministrazioni private . 62 1 367 t 634 140 l 65 1 Esercizi pubblici-. . . . . . . . Persone addette a SElrvizi dom1:1stici e di piazza . . . . . Cnlto . . . . . . . 24 / 15 ~ ProfeRsioni liberali . . . . . Persone.JJo_noccupate in alcuna professione Amministrazione pubblica • . 87 ì Difesa_ della Colon-ia . . . . . 834 ) 39 30 55 315 921 Totale 1994 Quasi metà della popolazione sopra i 9 anni è rap– present~t~ da impiegati dello Stato e soldati, il 15 per cento sono elementi passivi ·(donne attendenti alle cure BibliotecaGino Bianco domestich;e (267), scolari (40), proprietari, capitalisti, benestanti (8)). Le persone, insomma,. capaci _di impie– gare energie riproduttrici di ricchezza sono 429 addette all'agricoltura e alle industrie, e tra esse sond 75 mu– ratori, 68 minatori, 62 agricoltori, 39 falegnami, 31 mec- . canici, 21 calzolai, 19 sarti e modiste, 11 fabbri e 11 ma– novali. Ma perchè questi nostri connazionali, capitalisti e lavoratori disoccupati, specialmente dell'Italia meridio– nale, non vanno nell'Eritrea e non vi mettono radici con famiglia e figliuoli? Perchè, proprio, specialmente i meridionali, non ci vanno ? Su 100 nazionali, nel 1905, ve n'erano 24 09 dell'alta Italia, 20,88 della media Italia, 22,84 dell'rta'iia meridio– nale e solo· 13,03 delle Isole.- E, quanto a metter su casa, non c'è da parlarne; col 79,75 per cento di celibi fra gli europei, e_ 44,3 donne bianche per 2700 uomini, " sproporzione alla quale si deve il grave inconveniente delle unioni fra bianchi ed indigene,,, che, scrive il Commissario, " va gradatamente diminuendo ,,. · Per fortuna dei bianchi celibi, in Abissinia " la pro– stituzione non è uno stato di rejezione e di abiezione come in Europa, ma un mestiere che permette alle ra– gazze. pove1;e ,di, riunire il peculio o gli ornamenti ne– cessari per trovare marito ,, , per cui i nostri connazionali non hanno neppure il rimorso di favorire la corruzione di _minorenni! L'iml_lligrazione è impossibile. Veramente, c'è eyt_atoun tempo in cui la popolazione affiuiva sulle calate del porto di Massaua. · _ " Dalla nostra occupazione in poi, a Massaùa si era sviluppata un'attività artificiale, assolutamente spropor– zionata alle risorse, commerciali di quella piazza, e che aveva la sua ragione d'essere nei molti milioni che si · dovevano spendere annualmen_te per mantenere uno stato di guerra quasi permanente, milioni che natural- mente dovevano tutti far capo a Massaua. · " La permanenza di c.entinaia di ufficiali, di migliaia di soldati bianchi e indigeni, la fornitura di immense quantità di materiali e di viveri, crearono una quantità di commerci temporanei, che dovevano necessariamente scomparire con il cessare delle cause eccezionali che li avevano prodotti ,,. (Lettore, siamo a Massaua nel 1902, non a Tripoli _nel 1912 !). _ E sì che, nel frattempo, furono aperte vie rotabili, camelliere e mulattiere per 2399 chilometri, " cifra non trascurabile per un paese completamente nuovo,,, ·e fu costruita la linea ferroviaria Massaua-Asmara. Opera~ italiani, 13ì, ne capitavano, ma la maggior parte non sapevano· fate' che · il terrazziere, mentre " è da tener conto che l'Eritrea non può dar lavoro che ad un numero relativamente limitato di operai bianchi; e in tempi ordinari solamente· a quelli che sono abili in dati mestieri,,, il lavoro da terrazziere essendo colà, _pel minor costo, riserbato agli indigeni. Dunque: niente Colonia .di popolamento, niente im– migrazione di man_o d'opera italiana; niente sviamento della emigrazione transoceanica. I lucri illeciti della coloniz:,;azione. Vediamo or·a quali risultati dettero i tentativi di co– lonizzazione nell'agricoltura. Dal 1901 cominciano le concessioni di terre indema– niate a italiani perchè le mettano in valore, ma, " pur troppo, scrive l'on. Martini, · debbo aggiungere, e non senza grande rammarico, che da tali concessioni non si ebbero gli effetti desiderati; si ebbero invece quelli, che, se preveduti, avrebbero distolto dal concedere: perchè, fatte le debite eccezioni, la maggior parte dei ·coloni non rispose alle speranze in essi riposte e non si curò-della concessione ottenuta se· ·non per farne illecito lucro. " Alcuni affittarono senz'altro agli indigeni· a _canoni esorbitanti il terreno a loro concesso, a,ltri, approfittando delle acque esistenti nella concessione o nei pressi, ·mentre per contrat.to avrebbero dovuto lasciarne il li– bero uso agli indigl:lnir sll ne- servirono per imporre pedaggi o servit~ di passaggio, altri taglieggiavano gli indigeni tutte le volte che questi, col loro bestiame, erano obbligati a passare nèi pressi della concessione, altri infine inventarono delle mezzadrie usurarie in cui

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