Critica Sociale - XXIV - n. 4 - 16-28 febbraio 1914

54 ~~delle popolazioni meridionali, ed alle manifesta– zioni di tanti cultori .dell'importante problema. Nè il timore è vano; poichè, se le nostre inforniazioni sono esatte, parrebbe che quivi l'audacia riformatrice del ministro .Nitti nou sia pari all'intento. A · prescindere da ciò, è indubitato che la portata finanziaria di questa legge agraria sarebbe tutt'altro che indifferente. Si tratterebbe di non pochi milioni, che dovrebbero consentire l'inizio di una vasta e pro– gressiva t;asformazione di tante terre ora incolte, o insufficientemente utilizzate, .e dar vita, finalmente, e funzione, e movi~ènto a ,quegli· uffici interregionali_ di collocamento, di oramai allegra memoria, eh.e· da non brevi anni attendono negli archivi del Parlamento. Ed allora noi ci domandiamo : " Fanno sul sario o da burla? ,, Ma, come abbiamo detto, in queste rapide note espositive ci asteniamo dal dare voti di sfiducia _piu o meno prematuri. Ci basta per il momento di aver dato ·alla Critica questa primizia giornalistica, di cui a,vremo ' • , l ,/ , la conferma prossimamente e ms1eme un maggior ma- teriale di studi e di critiche. * * * Al Convegno di Milano .della "Triplice del layoro ,, .si è svolta nei giorni scorsi la disputa se convenga accettare la risoluzione successiva dei problemi dell'as– sicurazione malattia ed invalidità, e dell'assicurn.zione per la vecchiaia o delle pensioni operaie; oppure ri· chiedere ed urgere colla pressione. delle organizza,,ioni la contempor·anea ~oluzione dei problemi stessi. La ·con– federazione del Lavoro ebbe di recente ad. èsprimere il suo pensiero in proposito, nel sens·o che ~ disputa po– teva anche lasciarsi tacere; e che fosse da accogliersi subito anche la sola a~sicurazione contro le malatt10, purchè si facesse davvero sul serio. Storia quindi di .altri non pochi milioni, che dovrebbero 'impostarsi nel bilancio dello Stato per realizzare il fine suddetto. La Triplice labourista è andata invece piu in là, poichè, ~ulla fede delle proposte e dei calcoli' dell'on. Abbiate, . ~i è dichia_rata propensa a chiedere tutto in 'una volta, oss;a che si cominci contemporaneamente ad a_ttuare e l'assicurazione malattia e invalidità, col triplice con– tributo, .operaio, p_adronale e statale, mediante ordina• mento che si valga delle Mutue operaie, Casse di me– stiere e Casse di Stato da costituirsi e colleghi· Casse locali, libere e statali con la Cassa Nazionale di previ– denza, quale organo di riassicurazione prolungata o ,, pnmanente; e l' as,sicurazione Yecchiaia col duplice contribnto- operaio e padronale, immediatamente_ obbli– gatoria per gli operai delle industrie ed i lavoratori della terra dai 15 ai 40 anni. Durante un periodo tran– sitorio di 25 anni sarebbero a carico dello Stato degli assegp.i vitalizi agli operai vecchi, sino a concorrenza di una somma massima da determinarsi. Assicurazioni queste, da coordinarsi con. quelle infortuni, come af– fermava l'on. Abbiate, secondo i precetti della tecnica assicurativa, e il principio del minor dispendio col ·pro– fitto maggiore. li problema, secondo i ca 1 coli dell'ono– revole Abbiate, potrebbe esserè risolto organicamente, per le tre assicurazioni, coi seguenti. carichi: lire 24 a carico dell'operaio, lire 14 agli assuntbri di mano d'o– pera, lire 11 a carico dello Stato. Resterebbe a carico esclusivo dello Stato Fonere deUa pensione' per i piu anziani e per 25 anni; 1opo il 25° anno l'assegno dello. Stato verrebbe integrato dai t1ontributi operaio e pa– dronale fino a carico loro completo. Il carico imme– diato dello Stato non sarebbe inizialmente superiore ai 54 milioni annui La cifra non dovrebbe certo far BibliotecaGino Bianco disperare uno Sta:to,. che intendesse 'd'i affrontare con · sincerità e onestà di pensiero il vitale problema delle assicurazioni sò.ciali. Ma, pos.siamo cullarci nena,' illu– sione che questa abbastanza notevole dotaz~one· sia per esser~ consentita dal Governo e dal Parlallltinto, quando fa già sorgere tanti dubbi il laborioso e pur meno gra– voso finanziamento del disegno testè ,Ùscorso sulla· ri- forma agraria? ' Intanto quel che sappiamo è che il Governo non ac– cede alla tesi della contemporaneità di quelle soluzioni, e che si dispone a dar l'ultima mano ad un disegno da tempo vagheggiato sulla- ·assicurazione obbligatoi:ia conti·o le malattie. Staremmo per dire che, dopò tutto,, è qualche cosa, se non fossimo sempre tratt11nuti da, quella tenia di veder le COS!l risolte a mezzo; e anche, meno. Del progetto poco si sa anco'ra: vogliamo dire, dei suoi partiéolari precisi e piu minuti e dl)lla sua portata finanziaria. La linea fondamentale, tuttavia, sa– rebbe il triplice contributo operaio, padronale e statale, e le disposioni principali si incardinerebbero sU: pro– poste precedenti ·del Consiglio della previdenza e· delle assicurazioni sociali, tendenti ad utilizzare l'opera della Società di Mutuo soccorso e delle Casse di previdenza. è loro federazioni, e della Cassa Nazionale di previ– denza, funzionante come istituto centrale' .di assicura- zione per le malattie. . Sicuramente è difficile stabilire ·a quale delle· due assicurazioni fondamentali - malattia e vecchiaia - debba darsi la preferenza nel caso che si debba sce– gliere fra le due. Forse, dinanzi al disegno imminente sull' assicurazione malattia, la controversia potrebbe essere anche oziosa, dal p,un'to di vista pratico. Si ca– pisce che tanto le· organizzazioni quanto i· deputati so– cial'isti si batteranno con tutto l'impegno possibile per far trionfare la desiderata contemporaneità, e farla trionfare nelle proporzioni piu adeguate'. Ma potrebbe essere ·fin d'ora anche piu opportuno concentrare gli sfo.rzi di tu.tti nel far uscire dal Parlamento una ri– forma legislativa, in materia di assicurazione contro le malattie, che risponda a,lle sacro~ante esigenze delle famiglie operaie, ai doveri della 'col!etti:vità, e al grido de~la scienza. Le ragioni della riforma sono 'infinite;. pè o·acorre qui insisteFVi. Alla Camera furono e\rocate d'a ·quanào, nel 1896, la questione fu. p1:iman1ente sollevata dall'ono– revole. Berenini; a nome dell'e•siguo gruppo sociali~ta di allora; alle ~ec«tnti propostii (lell~on.._Piiiraccini, altro· deputato socialista, il quale chiedeva eh~ il .princfpio del rischio professionale, applicato in Italia soltanto agli infortuni sul lavoro, fosse esteso anche alle ma– lattie del lavoro. Nelt'o stesso Senato, che si è creata quella_ fama tirchia· che tutti sanno in argomento di legislazione sc;>ciale,si approvò fino da dodici anni or sono un ordine del giorno invitante il Governo a stu– diare un progetto per l'assicurazione obbligatoria con– tro le malattie degli operai, comunque cagi'onate, in armonia con !a legge per gli infortuni sul lavoro. Da quel tempo poi la. situazione si è fatta ancora piu grave e complicata, sia per ragioni di 0rganizzazione e di amministrazione, sia per ragioni igieniche e umàne. L'assistenza. degli ammalati messa à carico degli enti locali, è non ultima causa- delle grame condizioni di molti bilanci comunali, specialmente nei piccoli centri; senza dire che l'assiste'nza stessa riesce. terribilmente inferiore ai bisogni più impellenti dei' servizi sanit~ri, e aJla necessità. di combattere effica.cemente le piu de– vastatrici malattie sociali, come, ad esempio, la tubar- I , I

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