Critica Sociale - XXIV - n. 4 - 16-28 febbraio 1914

bhitICA SOCIALÈ 59 sci tare il fascio delle energie locali. o il gioco della ·speculazione privata, la quale va vigilata ma non impe,iita. Senonchè le aspirazioni giuste·sono una cosa e la realtà risultante dal!' ambiente storico e sociale è un'altra; e. qi.1esta realtà - nota l'ono– revole Ruini - costringe alcuni autorevoli scrit– tori i quali più dubitano dell'efficacia delle opere _pub'btiche, a lamentare l'ineseguìmento, per esem- · pio deali edifici scolastici e di lavori ancora co– mu.'nal( cioè a piegare verso l'azione diretta dello Stato. La puntata è tirata abilmente, e cre~iamo ~a?a diritta a Salvemini; ma non sarebbe 1mposs1b1le . pararla obiettando che non è certo allo stato at– tuale delle finanze comunali che si può fare affi– damento sulla iniziativa degli enti locali. Accennato al valore delle opere pubbliche in genere,· l'on. Ruini tratta dei diversi generi dl la– vori e anzitutto del riassetto idro-forestale delle pendici dirupate 'e nude dell'Appennino: ·una po– litica energica di boschi ed acque• è ormai la ya– rola d'ordine delle leggi recenti, che l1anno savia– mente spostato il peruio dell'at_ti ~ità i~r~ulica dal piano al monte. Ma anche qm _11 Rum1 1 che non crede ai rimedi unici, mette m guardia conti:o l'opinione abbastanza diffusa che i_l ~imbo~cp1- mento basti alla rinascita delle regioni merid10- nali. Il rimboschimentò- si legge nella Relazione finale dell' " Inchie.sta par:lamentare sulle condi– zioni dei contadini meridionali ,, - costituilice la sola g1·ande ope1·a assolutamente ·necessaria per_ la trasformazione delle co1J,dizionif/.siche att'}J,al_i del Mezzogiorno; pun~o di pai·tenza per ogni ~ni-. glioi·amento economico, senza del quale q_uri;tsiasi alt1·a d'indole tecriica o sociale. rirnai'ra inetfì- cace. . L'on. Ruini non pare completamente di questo avviso. Egli _vuole infatti, non si di_me~tichi co~? l'azione boschiva con l'arrestare 11 deflusso pm rapido delle acqu'e,piovane, riesca_ in· alc~ni ~asi danuosa; come piu della. corteccia boschi va 1_m– porta pel regime idrico la costituzione ge?logic~ dei terreni; come il rimboschimento non risanera senz'altro il regime idraulico, pel quale occorre-. ranno altr.i e costosissimi lavori che richiederanno, insieme alla restaurazione boschiva, l'opera di più generazioni; come il bosco non. riuscirà in tu~ti i casi, dal punto di vista del reddito, qu~l m_agrn~c~ a.ffare di cui si è talvolta parlato. Infine 11 Rum~ osserva che non sarà. facile· passare dai progetti alla loro effettuazione. senza dover combattere ..op– posizionl fierissime, basate su'cons~etudini s~colari e risolvere problemi di organizzaztone. tecm?a e~ amministrativa i quali hanno finora impedito d1. far cammino. A quest'ultimo proposito, credia1:llo uti~e rilev'.'-re che, forse e senza forse, un _for_temcenti':'o al rim~ boscbimento lo darebbe una d1 quelle riforme d1 carattere finanziario che si vogliono considerare quasi antitetiche alla politica dei lavori pu~blici: intendiamo riferirci all' aboli,?.:ione del dazio sul grano. " Tu ti illudi - diceva l'Einaudi all'on. Nitti - se tu credi che il Governo sia capace, anche quando tu sarai a capo. del Ministero cosidetto dell'economia nazio~ nale, di compiere l'opera, che ti sta tanto a cuore; del rimhoschimento e della ricostituzione · della terra ·di- strutta nell'aspra montagna. Non bastano i milioni a raggiungere l'intento. È d'uopo che gli uomini nuovi, che l'emigrazione ha suscitato nel Mezzogiorno, abbiano il tornaconto a ricreare la terra ed a trasformare le teca G.inoBianco colture.' L'abolizione del dazio sul grano servirà so– pratutto a far scomparire la m9:ssima vergogna della agricoltura nostra: le troppe te'rre· coltivate: È merito grande del Valenti di aver dimostrato, con la sua sta– tistica agraria, due verità: che in Italia non esistono terre incolte e che in Italia troppe anzi sono le terre coltivate. Quando il coltivatore non sarà più spinto a cc,ltivare a grano - coltivar male ma pur coltivare - le tArre diven.ute disadatte ·per la tenuità· dello strato vegetale, o per l'arsura della stat_e; il Mezzogior~o avrà trovato la sna salvezza. Risorgerà il bosco, rifioriranno !11 verdi distese _deipascoli;. ed il censimento del ·be– stiame ci ridarà le meraviglie antiche di greggi innu– meri. Solo l'abbattimento dell'edificio protezionista,. burocratico, .paterno, creato nell'ultimo trentennio dalle ·clientele ·politiche e dai gruppi economici parassitari, potrà rassodare cosi la grande rivoluzione meridionale che l'emigrazion·e ha compiuto ,,. * ** Anche di questa _granrie rivoluzione_ ~he si di?e compiuta d'all'emigrazione, l'onor. Rum1 mette m lnce il pro ed il contro, rilevando. speci1;1-lmente che le forti somme inviate dagli em1_grant1 vanno in gran parte a finire nelle casse cii risparmio, agli •istituti di credito, a finanziare lo Stato, che con esse ha convertito la rendita e ha sostenuto le spese coloniali, ma non si i_nvestonb in tn_isforma– zioni culturali e in industr10 della Calabria e per la Calabria. Pur non credendo alla efficacia delle misui-e dall'alto e confidando nella spontaneità dei tornaconti che non si possono creare ma predis– pori·e, sen~brerebbe giusto al Ruini ·che si stu– diasse questo problema: come e fino a. qual punto .l'azione legislativa e i provvedimenti d! Stato pos- sano agevolare il buon uso a fa'7ore diretto ~el)e Calabria del tesoro raccolto con si grave sacnfìc10 dai figli deila terra cala.brese nei lunghi esili trans– oceanici. Veramente lo Stato pare si sia dimenticato per– fino di far buon uso dei denari che direttamente sborsano gli emigranti per emigrare; e· presto ab– biamo-.intenzione di occuparci di proposito della dégringolalie _in cui è caduto il Commissari~to 1iell' emigrazione. Nou possiamo dunqu.e. nutrir~ molte speranze sull'intervento statale ~ tayore c'.1 nn impiego proficuq delle rimesse degli em1grant1. La miglior soluzione sarebbe ancora quella che lo Stato pompasse il meno possibile, sia pure sotto forma di prestiti, tali rimess~, che, versate ne~le casse· in massima parte dai meridionali, vanno m- . o-iustamente a beneficio di ·tutti (accanto alla con– . ~ersione della rendita e alle spese coloniali, dob– biamo 'ì-icordare altre infinite spese, in ispecie quelle per le ferrovie di St~to ), e, sopra~utto, n_on si · imba-rcasse in pazzeschi progetti d1 colomz– ·zazione interna che oggi ritornano in auge dopo aver dormito lnnghi anni negli· archivi. bo ~tato deve ricostituire la terra, non con la _colonizza– zione e con sussidi inutili, ma coi rimboschimenti, colle opere montane e colle bonifi~h_e al pian~. Se per 9.uesti soli lavori indispensab11I o_ccorr~r~ l'opera di più generazioni, come riconos~e 1! Rum1, e ci vorranno miliardi, con qual criter10 l_oStato intende disperdere i suoi sforzi in altre imprese di molto dubbio valore? * * * La legislazione speciale per_ le .Calab:ie non ba tenuto conto di tutte le quest1om che rnteressano quelle regioni (di alcune, come l'emiwazione, non si sentiva allora il gran!le valore); ma, m compless?, nota il Ruini, non è riuscita unilaterale. Determ1-

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