Critica Sociale - Anno XXIV - n. 1 - 1-15 gennaio 1914

10 CRITICA SOCIALE pul~azioni e di notare le fuggevoli espressioni e gl'in– -timi atteggiamenti di quella informe caotica materia -democratica, della quale il socialismo, nella sua psico- logia, è per nove decimi infuso, voi coglierete subito vivi sebbeu dissimulati segni come di penosa insoddi– ,sfazione, di stringimento, d'incubo; avrete inodo di osservare e studiare una fase caratteristica, e a dirit– tura nuova, della mentalità largamente democratica: una fase di crisi, ma di una aisi intei•iore, che rivela -e attesta la vecchiezza - e la necessità del rinnova– mento. È, cotesta, la fase del " lauclator temporis acti ,,. Fase di tristezza, di decadenza spirituale. La fase -delle commemorazioni. Le energie, un tempo corrusche d'impeto gioioso e conquistatore, sembrano oggi rica– -scare inerti nel proprio disfacimento. Altre nuove battono, superbe, la via del dominio, anelando alla vittoria. Alle prim.A, trarsi da un lato, e lasciar pas– sare: è intempestivo deprecare, inutile opporsi, folle muover guerra: è, invece, ristoro oggi, e può esser suscitamento domani, sprone e abilitazione a nuovi ar– -dimenti, la ricordanza sonora, magnificatrice dell'antica virtù, delle trasco:·se gesta, dell'epica prima, ravvolta .ancora in un nimbo di tragedia e di poesia. E, ~e un velo di mestizia soffonde l'evocata giovinezza, non è chfl per farla più bella di meritata lode e d'insuperato vanto. Io voglio ora lumeggiare un punto solo d.i siffatta ·" psicologia senile ,, ; e far trasparire che, He questa ha -ragion d'essere (e l'ha in quanto è), ha pure in sè la ragione, cioè i moti vi reali e la ideale giustificazione, -del proprio superamento; che, come la storia procede per negazioni successive, l'unicà via della salute è nella conquista dei nuovi spalti, donde la rimutata -realtà più piena si possegga e si domini, è nel pas– ,saggio dalla posizione di difesa a quella di offe~a, dal momento della conservazione a quello della rivoluzione. E ormai i rivoluzionari ~on diventati i piil accaniti fra ·i conservatori; ormai contro di essi è la reazione che monta in sembianza di rivoluzione, e ha il fascino della novità e il Sapore del " frutto proibito ,, ; ormai i gio– vani son vecchi e i vecchi giovani, e il crepuscolo - -quello che pareva un'aurora - ha i rifles_si del· tra– monto, e l'occaso s'indora come l'oriente, accennando ~lle turbe contrastate il più sicuro meriggio: e qui, frattanto, c'è un mondo da tenere, da difendere, da ·salvare, c'è un complesso d'interessi materiali e ideali -da custodire, c'è una psicologia da preservare, c'è un'anima da serbare immacolata: un'anima, ch'era al– l'avanguardia e ora si trova all'improvviso sorpassata, -0h'era tutta un inno cli vita e di vittoria, e ora è la fioca protesta dell'aggredito che non vuol subire, ma cSa di. non poter dare utile battaglia. Ebbene, conser– vare è subire, e perire, se non sia riconquistare, ripos– .sedere, ricreare. L'avvenire non è di chi conserva, ma di chi riconquista. Bisogna perdere, per ottenere. Bi– s~gna negare_, per affermare. Bisogna distruggersi, per rinas_cere. B1sog0Jl.morire, per rivivere - e per vivere. Chi disse morto il soci•alismo, lo volle salvo. Nessun dubbio che la " reazione ,, si presenti nella maschera idealistica. Per necessità o per caso, è così. Ma non è vero, invece, - e lo si potrebbe, provare - che l'idealismo sia di sua natura " reazionario •· La -comune ideologia democratica, oscillando· tra vecchie schematiche formole di pensiero, ha investito- la parola '" reazione ,, di un significato uguale ed opposto all'al– tr.a: " rivoluzione ,,. Essa ignora che c'è una rea½ione BibliotecaGino Bianco la quale è rivoluzione, e cioè sovvertimento dell'ordine costituito con la creazione di nu0vi valori economici politici morali. Qui l'" avanti ,, e l' ·" indietro ,, sono posizioni relative, che non possono definire un movi– mento; e la realtà è, invece, comunque, un processo e un progre~so. E un progresso è, dunque, purA, in ogni caso, la " reazione ,, : un progresso di . cose, che non può, perciò, esser superato da chi s'attardi nelle antiche posizioni e continui a crederle, per defini>!:ione, "rivo– luzionarie ,, ; ma solo da colui che, riconosciutane I.a " vecchiezza "' sa liberarsene, sa aecettare raccogliere comprendere sorpassare la, nuova realtà, dando un balzo in avanti, là dove è l'attacco, non la difesa, l'e– brezza della lotta, non il torpore della soddisfazione. Non occorre mutare o vendersi l'anima: occorre, in– vece, saperla amplificare, secondo il recente sviluppo di cose, saperla svecchiare, sveltire, rinnovare. Ma, prima, possederla: tale da non tremare al soffio dei nuovi venti, alle scosse dei nuovi assalti; tale da poter attra– versare il pericolo, sentirlo tNtto, purificarsi· quasi in esso, e così piantarsi dall'altra parte, con baldanza fre– mente come di rinnovata verginità. Occorre, non già restare tapinamente in se stessi, ma riconquistarsi at– traverso gli altri, gli avversari, ma ripossedersi attra- . verso le fibre e lo spirito del nemico. Questo, di vec– chio che era, si è rifatto nuovo, e ci respinge indietro. È lo stesso: ma è diverso. Bisogna, come lui, diventar diversi, per non mutare, per restare -rivoluzionari. Bi– sogna diventar lui, per restar noi. Questa critica dei concetti di reazione e di rivolu– zione libera l'idealismo di un'accusa imi_neritata. Se quei due concetti finiscono col coincidere, non si vede l!; ragione per cui l'dealismo debba favorire rina rivo– luz\one borghese_ invece d'una proletaria 1 Il socialismo - ciimentico che il materialismo positivistico è una produzione affatto borghese, e quasi il nudo riflesso intellettuale del mondo capitalistico - se n'è investito tutto, ne ha fatto come cosa propria, e ne ha.legato le sorti alle sue medesime. Non giovò che la vena he- · geliana, discendendo nei muscoli del pensiero marxiano, gli desse uno spirito e un ritmo idealistico. Non giovò che una germinazione di nuovi valori - e quando si parla di valori, si è già superato- il materialismo - si annunziasse chiaramente attraverso le procèlle della vasta anima proletaria. Il sociaLismo preferì il semplice agevole schema ,positivistico. Dottrina storica, non capì la storia, affogandola nell'astratta uniformità ver– bale. Dottrina filc;isofica, non capì la sua posizione és– senzialmente idealistica, di critica e di negazione. E quando vide sorgere e farsi innanzi la "reazione:,, agi– tante la bandiera dell'idealismo, la disse un mero " ri– corso,,, e, senza 'intenderne la struttura nuova e la funzione innov,atriee, restò fermo al suo posto, non altro che lamèntando, deplorn,ndo, commemorando, e in fondo aspettando che la bufera passasse, per la ri– conquista della posizione .... iniziale. Questa storia che non si muove, qnesta storia che · tonia indietro è quanto di più coerente possa essere · con la mentalità socialista educata dal positivismo; ma .è pure quanto di più assurdo possa. concepirsi. Dire che il meglio sia aspettare, per poi ricominciare, è dire, non solo " non agisco ,, ma " rinuncio ad agire ,, ; e, cioè, non solo " non intendo ,,, ma " rinuncio ad inten– dere ,,. E infatti il socialismo, non tanto critica, quanto non .intende ·i nuovi valori che il nemico oppone: i va– lori. intellettuali; etici, nazionali; questi sopra tutti. Esso è rimasto li a pigliarsela con una borg,hesia ormai

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