Critica Sociale - Anno XXIV - n. 1 - 1-15 gennaio 1914

Critica Sociale 'RIVIST .Il °<}.lf lNDICIN.RLE. DEL SOCI.RLISMO Nel Regno: .Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: .Anno L. 10 - Semestre L. 5,50 DIREZIONE:Milano - Portici Galleria,23 - AMMINISTRAZIONE: Via S. Damiano,16 - Milano Anno XXIV - N. 1 Il Numero separato Cent. 40 Milano, 1°-15 gennaio 1914 SOMMARIO Polltlca ed Attualltà. -au.a,·atmclo '" avanti· (lL VICE). Politica este,·a socialista (g. m.). .L'espns1.::1011e fbrnnzia,·ta ttetl'o11. Tettesco e il fabbisogno dt!lo Stato (Prof. ATTILIO CABIATI). -011 ,,,segnamenti tlt una polemica (CARNEADE). - 'Postma (NOI). Studi economici ~ sociologici. .11 quid agendum mlgrt1to.-io e ,.., paradosso che cllventa verità (pro– fessore E. BERT ARELLI). ,va,·lazloni soclalist,clle (Avv. TULLIO COLUOCI). - Postma (c. t.). FIiosofia, Letteratura e Fatti soclall. .E. Ji'ourn·iè.,·e: necrologio.· Le grandi cronache s,,ctaliste: L'Unttà soc-iaztsta inglese e l'Jn.terua• ,::tonale anttmlllta,·ista (Prof. GIOVANNI MERLONI). .BlbHoleca at Propagantla della CRITICA S,OOIALE, Per ti 19H (anno u•1: Condizioni d'abbonamento, abbonamenti oumulatlvl, premi, ecc. GUARDANDO IN AVANTI Questa C1"itica nostra si svolge, si allarga e, re– ·stando sempre la stessa, si rinnova sempre come il pensiero socialista dal faticoso crescere <leifatti -che intessono nella lotta delle classi l'ampio avve– nire. E' il nostro modo di mantenere sempre verde la giovinezza nel rinverdire perenne delle cose, -che non si peritano di sfrondare le troppo ra– pide generalizzazioni dei dottrinari e gli orgogli dei possel'sori di nomi e di formule. Er:co che il nuovo anno ci sta investendo <li tanti problemi, a sciogliere i quali è pur d'uopo cbe lasciamo· ai più -competenti di noi la pa1·ola tecnica e la libertà piena del giudizio, sopra le nostre piccole caselle ,iottrinali del socialismo riservando a ·noi soltanto il diritto di coorrlinare e tir·are le fila per la sin– tesi pratica dell'azione. Così, ad esempio, ecco il problema formirlabile della conquista dei Comuni, che la, vittoriosa rinascenza politica del Partito •espressa nel primo impeto dell'attuato suffragio quasi universale, ba posto con improrogabile im– periosità. E' esso riducibile ari una soluzione unica, nazionale cbe segua dappresso la parallela dell'a– zione propriamente politica e parlamentare? Per noi discuterà la tesi con la speciale autorità che ba nella materia l'on. Casalini. La Direzione del P. S. nella sua recente convocazione ha già risposto in senso affermativo. Ma perchè la massima in tanto vale in quanto è fatto palese il modo di sua ap– plicazione, la massima della Direzione non è va– lutabile :fl.ncbè il Congresso Nazionale, indetto per il prossimo.aprile, non la fac'cia espressamente sua, -confor·tanrlola coll'indicarne i mezzi di realizzazione nella infinita varietà della vita locale, nei Comuni grandi e in quelli piccoli, nelle città e nelle cam– pagne, in luoghi di latifondo o di piccola proprietà, sulle balze dei monti o in fondo delle valli. Certo ,{I possibile che pure in tanta varietà di aspetti salti fuori un bisogno ed un'idea comune, che uni– sca tutti gli enti locali in un solo sforzo. vera- .Biblioteca .Gino Bianco mente unitario e nazionale. Tale bisogno e tale idea potrebbe essere quella che già balenò alla prima Lega dei Comuni, fondatasi nel 1900 a Mi– lano, sotto gli auspici del Mussi e che noi già com– mentammo allora osservando che, se mai in Italia si farà la rivoluzione, sarà quando i sindaci se ne -mettano alla testa. L'ispirazione di una generale insurrezione " comunarda ,, contro lo Stato, per costringerlo a provve<lere da sè alle sue funzioni ed a consentire al Comune i mezzi per provvedere alle funzioni proprie, che implica una riforma ge– nerale· del regime tributario in rapporto a quello amministrativo, può veramente ricondurre la lotta ad un tipo unitario e nazionale, come auspica la Direzione del P. S. Senonchè una tale ispirazione non vediamo quanto converrebbe alla intransigenza assoluta, che è pure uno dei caposalrli della Direzione e, in granrlissima prevalenza, del Partito nostro, perchè quell'ispira– zione che mette il Comune contro lo Stato non mette per sè, in correlazione immediata, il prole– tariato contro la borghesia, il metodo di produ– zione capitalistico e il metodo di produzione so– cialista. Oggi lo Stato rlomina sul suo vassallo, il ·comune, con imparzialità di dispotismo, senza pre– ferenze di classe. I temperamenti che esso porta a tal dispotismo sono quelli soltanto che servono alle faccende del Governo nell'opera tutta contin– gente di crearsi e mantenersi la Maggioranza, e, quind·i, massima tolleranza per tutti- gli arbitrii e per tutte le illegalità dei Comunì che appoggiano gli ascari della Maggioranza, ed estremo rigore, fino alla persecuzione appena appena esorbitino dalla camicia di forza della legge comunale e provinciale, per quei Comuni cbe si compromettono a raccomandare deputati d'opposizione o sovver– sivi. Ma è risaputo che il capriccio e l'arbitrio, anche in forma di indulgenza e di favore, non contraddice, anzi conferma la tirannia.... Ed al– lora che si affaccia una tesi di libertà, un pro– posito di emancipazione politica da vincoli e da pastoie, una rivenrlicazione di autonomie neces– sarie per la vita contro compressioni intollerabili, addio concetti o preconcetti di intransigenza rigo– ros·a di classe ; la comunanza del bisogno, la fra– -terni tà del soffrire e del sognare cancella i segni di confine. Se l'intransigenza cessa di essere cli ·programma per essere solo di persone, distinte tra loro dal possedere una tessera, non è intransigenza; il suo nome proprio è ostracismo. Del resto non vuolsi pretermettere una ricerca che può avere un sensibile influsso sui propositi preconizzati di insurrezione sotto una bandiera unitaria e nazionale dei Comuni contro lo Stato. La ricerca è questa : Quanto lo Stato sia o possa diventare un organo mo,ieratore delle lotte di classi locali. Vero è che lo Stato fin qui ba sempre avuto viscere paterne per le classi reddittuarie. Ma è vero altresì che se idealmente noi rasiamo al suolo lo Stato e lasciamo in oggi i Comuni nella piena libertà di disporre dei proprii tributi e delle

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