Critica Sociale - Anno XXIV - n. 1 - 1-15 gennaio 1914

2 CRITICA SOCIAL.E proprie funzioni, la barbarie delle classi proprietari~ agricole troverebbero ancora modo d1 affermarsi più rigogliosamente e spaventevolmente; na~ural~ mente resterebbe da esaminare se la stessa llberta lasciata là dove prevalgono le masse proletarie urbane (e anche rurali, come nell'Italia Centrale) non riuscirebbe a compensare quel danno, con un decisivo, possente guadagno delle stesse masse sopra le classi capitalistiche. La ricerca infine do– vrebbe volgersi a stabilire se e quanto giovi al proletariato d'Italia nella sua compl~ssità che la situazione interna locale delle plebi volga ad estremi così distanti, mentre la situazione esterna, nazionale di fronte allo Stato si va convergendo sopra una linea di mezzo, che, a giudizio di molti, è la più convenevole alla formazione nel proleta-· riato di una coscienza politica di classe, mediana e quindi unita e compatta. Ah! che prospettare le questioni non è davvero risolverle, e quando offrono figurazioni così con– traddittorie può sembrare anche che scettico sia .... 1'osservatore, e per tale si faccia odiare anche se non lo è, da quelli ,che instano impazienti per avere per ogni contingenza, la formula unica, assoluta, universale, che come la parola del mago apra, meglio di un chiavistello inglese, tutte le pmte! . . . Ma il destino proprio di coloro che ~crivono questi fogli è di tormentarsi e di tormentare, non potendo mai abbandonarsi alla beata simplicitas della fede, .che crede di emanciparsi dal meditare e dallo scegliere le vie. Persino il problema libico allunga i suoi unghioni oltre la chio.stra della nostra perentoria negazione. Noi abbiamo in casa la fucina dei punti interro– gativi. L'amministrazione una volta che si è im– piantata, vuole vivere, vuole espandersi. Ecco l'im– perialismo, il più vero imperialismo dell'espansione coloniale, la buroc1,azia. Uu ministero delle colonie cercherà sempre di giustificare se stesso, perciò mol– tiplica la carta scritta e stampata, emana decreti a gran forza e ordina inchieste su inchieste. E' iL nuovissimo feudalesimo, che non manca neppure della sanzione suprema che aveva quello antico, la forca; feu~alesimo nuovissimo burocratico-mili– tare che ha· un nemico: il mercantilismo. Erberto Spencer che era un anticolonialista del colonia– lismo guerriero, ci vedeva un caso classico di ap– plicazione della sua dottrina sull'antitesi tra le istituzioni militari e le istituzioni mercantili. En– rico Leone, l'autore cìel libro Emigrazione e Colo– nie, il. più ricco che sia stato pubblicato in Italia su tal. materia, seguirà, ci ha promesso, con analisi metodica cotesta paurosa attività burocratico-mili– tare, a cui, reietta ogni iniziativa privata, si è ri– dotta l'impresa libica. Statolatria è la civiltà di esportazione che coltiva l'on. Bertolini sulla scia lasciata dalle marcie faticose dei .aoldati nel deserto. Statolatria espansione di "pratiche" amministrative e di "m~novre ~ .P?li~iche. Dov~ la colonia è ag– glomeraz10ne d1 1n1z1at1veeconomiche capitalistiche private, ivi, mezzi di comunicazione e impiegati dell'amministrazione sono creati e mantenuti dai capitalisti. Dove la colonia è costituzione di feudo imperiale, ivi i mezzi di comunicazione non sono che strumenti di governo e mezzi di congiunzione degli uffici, e, come gli stessi impiegati sono creati e mantenuti eiiclusivamente dallo Statb idèst dal– l'erario, che si alimenta ed ingrassa nella ca1:estia dei consumi nelle classi proletarie. La burocrazia che ha viscere di madre vuole· associarsi qualche scampolo di classi proletarie per scemare alla sua grave coscienza materna il ri- Biblioteca Gino Bi~nco morso del proprio regime feudale così durament& gravante su le masse... Non ci sono in Italia, per avventura, cooperative di produzione cui dare a costruirè delle strade ferrate a scartamento ridotto– per uso dei· militari e dei funzionari sparsi in tutto• il territorio della Libia i:qimensa? Ci sono. L'offa è gettata. La seduzione libica del proletariato & iniziata! Ahimè! Essa porta tutti i caratteri del parassitismo che l'imperialismo colonia1e italico dà. come propri connotati, da che per esso il capitale " borghese ,, è stato tutto conferito dall'Erario e i, rischi - rischi di rovina e di morte - sono stati tutti caricati sulle spalle del proletariato. Rifiute– ranno le cooperative il patto ? Daranno la misura. rlella loro fierezza di classe e della chiaroveggente– solidarietà con gli interessi politici, cioè, univer-· sali del proletariato. Ci vorrà, per altro, da loro parte un'abnegazione quasi eroica. Del tradimento– ci sarebbero pure le attenuanti : la crisi, la disoc– cupazione, la fame; e i sofismi ,defensionali non s,carseggiano : Quaudo mai si è chiesto al proleta-– riato di solidalizzarsi coi fini a cui è destinata la. produzione che esce dalle sue msi,.~i? Oh! non sono• proletari che· costruiscono cannoni e fucili per ini-· tragliare altri proletari? Eppure la disc ipliqa di classe non ha ancora imposto agli operai delle· fabbrich·e di armi lo sciopero .... permanen~e! Siano• in Libia lavoratori alle dipendenze di appaltatori o siano lavoratori in cooperazione, gli edifizi pub-· blici, le strade, le ferrovie vogliono pure essere– da qualcU:no costrutte.... Sì, sì, sì. Ma tutti i so– fismi non cancellano che l'offa sia gittata per get– tare zizzania tra le file proletarie, per tentar di. associare alla triste crapula dell'imperialismo bor– ghese sopra la disperazione di tutto il Paese poch~ ceti di lavoratori, affine di rompere l'impoueute· compagine della classe che l!,ccusa. La politica non è astrazioue,non è dialettica pura: è, spesso, intuito,. impressione, attualità di sentimento, in cui la class& · trova in ogni momento se stessa, in atteggiamento rii resistenza e di lotta contro la classe nemica (1).. * ** E converrà pure tornare a guardare negli strazi; finanziari prodotti dagli stessi unghioni libici. La nuova storia d'Italia comincia da essi. Chiameremo• a contributo tutti i nostri più forti ricercatori di cifre o indagatori di finanza. Mostriamo intanto la. nostra spregiudicatezza cominciando con un .articolo di Attilio Cabiati: un ottimista, un credente nella. finanza dell'on. Tedesco, che non sospetta neppure· di " trucchi maglianeschi,, come li chiamerebbe· l'on. Sonnino. Dopo Cabiati verrà Graziadei, dopo- · Graziadei,.altri. Subito però .per quanto mo.clesta. la nostra competenza finanziaria proclamiamo. eh& , il miliaròo libico ufficialmente riconosciuto non tiene conto dell'altro miliardo sparito in provvi– gionamenti e che Marte vorrà ricostrutto; che l& previsioni di un assestamento di circa 80 milioni annui per la Libia saranno sufficienti forse a ri-· spettare il desèrto, intercalato· solo da guarnigioni e da uffici burocratici, ma non a tentare alcuna. opera di c-.iviltà: si ricordi che la sovvenzione, accordata dalla Francia all'Algeria si eleva tuttora a 83 milioni all'anno, che in ima rflcente relazione· Cochery vengono così specificate: . mantenimento del 19° corpo d'armata . sovvenzioni ai territori del sud . . . pensioni di riposo, legionari decorati ecc. sovvenzioni a ferrovie . . ·. . '. . Totale 55.000.000- 5,500.000 4.500.000 18 000.000- 83.000.000 (') Rileggendo queste righe a àlsslàlo superato non crediamo d~ mutare nnlla alla forma con cui furono scritte mentre II dissidio attendeva la sua risoluzione; valgano esse a farci attribuire II post~ che cl spetta nelle polemiche che seguirono.. (n, a, •·)

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