Critica Sociale - XXIII - n. 17 - 1-15 settembre 1913

264 CRITICA SOCIALE rono a Homa e mettono in moto tulle le influenze per sottrarre la direttissima alle Cooperative. Se il colpo riesce, il movimento operaio può forse essere stroncato! I lavoratori capiscono che bisogna agire, difen– dersi, far valere le buone ragioni e i diritti della massa; utilizzare gli uomini, i mezzi·, le occasioni, che il proletariato ha a portata di mano per merito del suo modo complesso cli considerare le conquiste e le. battag)ie operaie. · Il fiero sindacalismo, che digrigna i denti contro il parlame ntarismo, contro i deputati, contro le Coo– perai.i.ve (ma ... va spesso in prefettura .e... proclama la candid atura De Ambris), ha di che inorridire!! Invece i fornaciai bolognesi non harino inorri– dito; non hanno logorato un fil9 <lella loro dignità; hanno difeso il loro diritto e i loro interessi con tutti i mezzi: nella piazzà, con l'azio•ne diretta, con un atteggiamento forte e misurato, con là solida– rietà morale e finanziaria di tutto il proletariato e del partito socialista; presso i Ministeri, valendosi dei loro uomini rappresentativi, per sorvegliare con sagace ::ivvedutezza le pratiche burocratiche e -per paralizzare gli insidiosi tentativi dei padroni.. . E la loro tattica ha dato buoni risùltati, malgrado le enorini difficoltà della situazione. Da un Iato, la coatta solidarietà padronale si· andava sgretolando; dall'altro lato, restava assicurata alle Cooperative la esecuzione del lavoro, sul quale gli appaltatori ave~ vano tentato· un audace colpo· di mano. Questa fu la mazzata definitiva. per il sindacalismo padronale. L'insegnamento, che scaturisce dall'atteggiamento e dal fallimento coinòdenti dei due sindacalismi - quello proletario e quello padronale - mette in singolare rilievo la tattica seguita dai fornaciai bo~ Iognesi. Tattica di classe, energica, fie-ra, senza gua– sconate e senza ostentazioni, educata al metodo so– ·cialista, che addita al proletariato l'uso di tutti i mezzi politici ed economici che servono al proprio elevamento. Non abbiamo - ahimè! ~ la illusione che l'am– maestramento di questi episodi, il cui legame è così suggestivo, valga a-salvare le masse operaie da ulte-riori spropositi. Ragioni organiche di sentimen– talità delle folle e di incoscienza e impreparazione dei capi - improvvisantisi da un momento all'altro, con stra_ordinari::i disinvoltura, agitatori di metallur– gici, di gasisti o di ... lavoratori della terra - esi– geranno altri dolori!. .. Per la classe capitalistica però, che è meno sen– timentale, più avveduta e più calcolatrice, l'esperi– mento non è forse passato invano! Temiamo che il sindacalismo padronale - a differenza da quello operaio - saprà tesoreggiare la lezione. , . Per questo la guascona e folle ingenuità élel sin° dacalismo proletario deve riempirci l'ariimo di mag- giori preoccupazioni. · X. X. LAPOLITICA DELLA LEALTÀ C\è in Europa - e per la fortuna •d'Europa. - un grande uomo di Stato: sir Edward Grey. Se, malgrado gli incitamenti dei parti_ti militaristi e nazionalisti dei vari paesi, la conflagrazione balcanica non ha portato ad una conflagrazione europea, non· piccola parte del mèrito· spetta alla Conferenza degli Ambasciatori, riu– nita a Londra, e all'eminente uomo che l' ha presie- . duta. Si è detto tanto male della diplomazia cli.e, per una volta, fa pia,cere il difenderla! Non v'ha dubbio, infatti, che gli innumerevoli colloquì dei rappresentanti delle grandi potenze a Londra, anche se non ·hanno potuto contenere e .troncare la guerra - e definire, in modÒ n:on dubhio e non incerto, la pace - fra i popoli balcanici, e sP, forse, non sa– ranno riusciti, malgrado i soltinni mòniti, ad e_vitare una ripresa delle ostilità fra la Turchia e la Bulgaria, hanno. contribuito efficacemente a non far dilagare, dall'Oriente all'Occidente d'Europa, il fiume di sangue, che, ogni tanto, pareva in cerca di altro, e più vasto, letto. • · Molte, tropp·e volte ci siamo, tutti, compiaciuti nello schernire la agghindata e· podagrosa diplomazia, per– chè non sembri schietto l'elogio ·che, qnesta volta, pur· dalle colonne fieramente indipendenti di uu perio•dico socialista, ci crediamo i,n dovere di tributare all'opera saggia· e prudente degli Ambasciatori presso la Corte inglese, fra i quali seppe dt!gnamente tenere il suo. difficile posto l'italiano marchese Imperiali di Franca– villa, cui il prossimo, facilmen·te prevedibile, laticlavio sarà premio alle intelligenti fatiche. Il contatto perso• nale, e la stima reciproca, fra· uomini scaltriti negli àccorgim'enti deila pontica ''ìnter.nàzionalè, ~e l'abilità. con cui essi seppero, da un lato, informare i loro Go– verni, dall'altro, esporre e difendere - con accorta tenacia, ma senza ii'ritaote asprezza - le tesi di gU'esti; vanno posti, indubbiamente, fra i coefficienti non ul– timi della pace, faticosamente mantenuta. Ma - à tout seigneur tout honneur ·- l'omaggio più fervido di tutti gli amici della pace (fra i quali i sociali"sti sono forse. i soli, che sappiano anche sfidare, se occorre, la im– popolarità e non dimentichino, per opportunismo, le loro convinzioni) l'omaggio più fervido, dic0, va tribu_; tàto al- summus modei·ator della Conferenza degli Am– baséiatori, sir Edward Grey. Del quale, se è grande la finezza, da diplomatico di razza; se è più grande • ancora l'accortezza nel difendere gli •interessi del suo paese; massima dotè sèmora essere-~ ad arguire dagli atti e dai discorsi, quali la stampa quotidiana ha rife- . riti - la lealtà. . · .. Questa qualità del carattere, e;h~ suole riflettersi e, nell'uomo di cui si parla, pare che veramentfl si ri– spècchi, nella- lucidità delJlingegno e nella precisione, senza fronzoli r.etorici, de.ll 'eloquenza, è tale da rendere il foreign Minister ·inglese - che ha rappresentato una cosf notevole parte· su la· scena europea ed é desti– nato· forse ad ese~·citare un'influenza anche maggiore su i rapporti internazionali in -un prossimo' avvenire - sommamente ·simpatico a quanti auspicano l'avvento dì un'era, •in cui una più limpida onestà- is(>il'i,Ja.,vua.,. politica· e· le relazioni fra i popo'li ;· e i socialisti, come quelli che aspirano a un rinnovamento della esistenza collettiva ed iod-ividual'e, non- potrebbero ,non essere del numero: · · · Vero che qualclie giornale· italiano, portavoce di fra.: zioni - più che di veri partiti - le quali non· disde– gnerebbero di ~arare al gioco serrato· della politica intE>riiazionale, non ha nascosto il ,proprio malumore p_er le dichiarazioni, fatt.e · da sii: Edward Grey alla Camera dei Comuni, in una recente memorabile se– duta, intorno ai propositi solennemente manifestati dall'Italia cìrca le isole dell';Egeo. Ma, anche in que• sta, coma in ogni altra occasione -. checchè · ne pen: sino certa irritabile (e spesso irritante!) stampa ita– Hana, e quella parte della stampa inglese, diligente– mente spulciata fra noi, ·che è avversa al Gabinetto d.emocratico, di cui sir Edward Grey fa parte - ci· sembra che l'eminente diplomatico britanniéo: abbia, usato n·linguàggi"o, sòbril) ed efficace, dell'uomo leale.

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