Critica Sociale - XXIII - n. 17 - 1-15 settembre 1913

· CRITICA SOCIALE 261 son sempre g!i stessi!» (pag. 42); e ai quali egli rin– fac'Cia - in contrasto coi principii da essi proclamati a parole - i continui accordi elettorali coi clericali, e l'affarismo politico infuso nel Governo e nei Muni– cipii, e l'avere primi spalancata la porta al regime protezionista per gli zuccherieri, i siderurgici, i co– tonieri, i granicultori, ecc.; e, insomma, partendo dalla libertà e vociferando di democrazia, l'essere « arrivati ad attuare le forme più. degenerate della politica con– servatrice» (pag. 43-44). Dei moderati e del Centro, che pure o furono al Governo, anche dopo il '76, ad esempio. col Sonnino, o mescolarono i loro uomini a tutti i Governi di Si– nistra (e non sappiamo quando mai si siano proposti di tagliare le unghie ai predetti zuccherieri e grani– cultori e siderurgici e marinai sovvenzionati), l'ono~ -revole De Viti religiosamente non fiata; dei clericali ·non parla che fugacemente, e quasi per placarli, sup– ponendo, con meraviglioso candore, ch'ei possano, con un ritor.no verso « le prime origini democratiche cl'é:llà'Chi'ésa ')),' abbarldohare' l'a difesa dei potenti e dei privilegiati, e accostarsi insomma ai radicali, ch'ei perciò si studia di scagionare dall'accusa e dal so– spetto di massonismo, proclamando (pag. 5-6) che, se vi sono radicali; che appartengono alla Massoneria (ma chi sa mai se ve ne sono? L_'on. De Viti - oh! scrupolo di vero scienziato! - non oserebbe affer– marlo), questo, per al~ro,• è ben certo: e< che la Mas– soneria, di fronte a un partito radicale fedele al pi:o– prio pensiero politico, è nè più nè meno che una li– bera associazione privata, e niente altro (dopo di che, i cleri.cali, nevvero?, possono dormire del tutto tran– quilli); e « se vi sono radicali (non ·sarebbe dunque anche questo un giudizio temerarip?), che .portano nel campo dell'azione politica di partito- la loro fede anticattolica, essi' commettono un errore estraneo ai principii democratici >>. · (L'on. De Viti, dopo questo, può ben essere dispensato da maggiori promesse scritte e sottoscritte a Sua Eminenza il vescovo di Gallipoli). Ma dove la critica del no.stro economista neo-demo– cratico, così liberale d'iildulgenze verso moderati· e clericali, dive'nta ad un tratto accanita, è soltanto quari_do nomina i socialisti ...:_o quando, astenendosi dal nominarli, fa ad essi chiara ed univoca allusione. I radicali avran peccato in omittenclo, come si è detto; chi ha tradito, chi ha truffato, chi ha barattato, sono soltanto i socialisti. E l'on. De Viti qui nori di– stingue: socialisti di c/ll_stra e di sinistr·a,· tutti in un muéchio. (Bel frutto vi procacdatono, o compagni dell'altra riva, le vostre ti-rriorate acquiescenze e i ge– nerosi olocausti al radica_lismo!). E invero, sebbene, qua e là, ricorra ancora, per de– cenza, l'accenno ai « partiti popolari » e ai « ·capi - dei partiti popolari)); è proprio sotto la rubrica « I socialisti e la legislazione sociale», che ;1 depu– tato per Gallipoli, riscodellando (pag. 13) il trito motivo salveminiano - fosse almeno un tantino più originale, così gran professore cÒm'egli è! - dei famosq contratto politico, del « do ut e/es tra i vec– chi gruppi parassitarii della borghesia e i nuovi del proletariato », pel ,quale compromesso si baratta con una fettolina di leggi sociali o pseudo-sociali il di– sarmo cli fro11te ai privilegi maggiori, di cui I'.altra · parte contraente c_onserva il possesso - precisa il contenuto del contratto nelle clausole seguenti, che mette conto dj testualmente riprodurre (pag. 14): A voi (monopolisti borghesi) il dazio sul :grano, a noi (socialisti di destra e di sinistra, evidentemente) il riposo festivo; a voi i dazi i industriali, a noi i pro– birJiri; a voi un mwvo corpo d'esercito (sic), ci noi la cassa cli maternità; a voi il regime degli zuccheri (sic, sic),· a noi la Banca per le COoperative; a voi i grassi appalti e i Palazzi cli Gillslizia (sic, sic, sic), a noi qllalche bonifica a prezzi cli favore; a voi le con– venzioni marittime (sic, sic, sic, sic!), a noi qualche esenzione fiscale per le case popolari ... l>. Questo per )'ieri e l'àvant'ieri. Poco più )unge (pag. 22-23) si traffica· per il domani: - « A voi liii miliardo per l'imp•resa libica e per l'espansione delle borghesi industrie guerresche; a noi (stavolta, sol– tanto socialisti ufficiali) liii a//1·0 miliardo - e, al momento cli firmare il contrailo, ci si contenterebbe, soggiunge, cli molto meno - per le Cooperative ra– vennati e bolognesi»; consenzienti, per altro, an– che stavolta, al baratto i riformisti di destra, « se una f ella ciel miliardo cles-iclerato serva a costituire gli organi cli Slàto, che da soli bastemnno a fal'e scom– parir~' la disoccupazione con gli Uffici cli colloca– mento >>. (Per vedervi regalati di così badiali ·beoterie, o compagni di destra, avete divorziato da noi!). Orbene: tutte queste balordaggini (la parola è as– sai mite), che trascendono i confini della più grotte– sca caricatura, siano, per un istante, date per con– cesse e per dimostrate. Una sola domanda si pone all'on. De Viti: quando noi, socialisti dei due ·rami, consumavamo il traffico indegno e intascavamo ad uno ad uno quei_ trenta denari, dov'erano e come si con– tennero i vostri radicali? Essi, che un po' meno di noi dovevano sentirsi mancipii dei piccoli gruppi di proletarii turbolenti, intesi a « mettere il proprio maLcontento particolare a carico della massa silen– ziosa· e pacifica dei contribuenti» (pag. 18); essi, che di questa massa dovevano sentirsi i più specifici e diretti mandatarii; essi, non vincolali quanto noi, è lecito supporre, a proseguire « la piccola politica, che è consistita e consiste nel vendere al capitalismo gli interessi dell'intero proletariato --:- lontano dagli oc– chi nostri - per giovare ad alcuni gruppi più vi– cini, e alla cui sorte ci interessiamo poi anche (oh! candida e misericorde dubitanza!) perchè in essi ve– diamo altrettante ordinate famigliole elettorali» (pa– gina 21); in che modo reagirono essi alla gagliof- faggine nostra? · Sempi:e, in quei turpi negozii - almeno fino al– l'lllfimatt1m intimato alla Turchia, che fece dello Stato italiano il"Giona la Gala degli Stati europei - sempre i radicali hanno votalb fedelmente con ·noi e per noi. Non capivano? Che cosa, àllora, capirebbero oggi, che cosa capiranno domani? - Capivano? E come e perchè tenevano il sacco a quella rapina, come e perchè reggevano il lume a quella tresca? - O im– becilli, dunque, op_pllre lenoni e manlllengoli; ecco il dilemma col qllale /'on. ·professore democratico e liber·ista inchioda il suo partito alla gogna! Ed è ad un tale partito, scemo o canaglia a tal segno, che ora spetterebbe il còmpito glorioso di col– mare quella tale lacuna delle riforme tributarie e do– ganali, che più largamente giovano al popolo, rom– pendo i monopolii amministrativi e burocratici, tribu– tarii e doganali, finanziarii e bancarii, che formavano il contenuto del monopolio elettorale, or ora distrutto. Ed è ad un tale partito che spetterebbe altresì di sal– vare il paese dai nuovi e maggiori pericoli, che mi– nacciano il paese ad opera dei socialisti, dacchè « il socialismo riformista, rappresentante del particola-

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