Critica Sociale - XXIII - n. 17 - 1-15 settembre 1913

270 CRITICA SOCIALE Italia: la sovrimposta raggiunge sempre vette iper– boliche. In provincia di Alessandria, di 343 Comuni, soli 9 stanno sotto il limite legale; 26 pagano meno di una lira, 169 da una a due lire, 101 da due a tre. Quaranti ha il 5,38, Orsara Bormida il 5,43, Vargo il 6,95; ma il reco,·cl è battuto da Fabbrica Curone (Tor– tona) col 7,24. Nel 1907, i Comuni d'Italia, presi as– sieme, invece di 84 milioni - limite legale -, ne esigevano 158, quasi i_ldoppio, per devolverli a spese che con la terra e coi contadini hanno un rapporto mollo vago. Infatti ,- tornando al. nostro prospetto -- ecco dei Comuni di 2 mila e 4 mila abitanti, come San Giu– liano ciel Sannio e Maletto, che spendono in opere pubbliche la quarantesima e la trentesima parte delle entrate, poco più di due soldi all'anno per abitante, ciò che mi ricorda un certo Com.unello alpestre dove l'Ispettore Scolastico, avendo notato che gli alunni facevano le loro occorrenze nel prato, apprese che una raffi.ca aveva demolito il casotto_ acl hoc, e per ricostruirlo bisognava attendere il nuovo bilancio. Ecco c;he, tu.tt 'assieme, per l'igiene, l'istruzione e· la beneficenza, i Comuni rurali spendono circa la metà delle entrate; due soli, dei novE; presi .in esame, San Giuliano del S.annio e Maletto, ve ne investono sol– tanto la terza parte circa, ma Cesio Maggiore e Ac– quarica del Capo vi profondono piti della metà e San Giovanni d'Asso i 3/5..- Or qual v'è ragione per– chè la campagna, che manda i suoi rampolli più ro– busti, le sue forosette più a_rdite, ad arricchire la città nelle industrie, nei traffici, ecc., debba cari– carsene il peso quando le tornano logori, tisici, ina– bili al lavoro, e debba pagarne l'assistenza se infermi, in quegli Speciali cittadini, creati anch'essi dalla ren– dita terriera, ossia dal sudore non pagato dei col– tivatori, senza o con un irrisorio contributo del gros– so centro il quale - vera iro11ia! - con tutta la sua boria, è in realtà il parassita e il mendicante del suo miserabile contado? E con che effetto? Còn- questo: che il Comunello spiantato, per lo più in mano ai clerico-conservatori, non vuole, ma, volesse anche, non sa, non può, non ha mezzi, nè spinta, nè capacità di provvedere sul serio alla sanità, all'igiene ed all'assistenza. Il danno è universale e rimbalza sulla città, sull'industria, sul– lo Stato: non dovrebb'essere la campagna il grande serbatoio, perennemente rinnovantesi, della razza da sottoporre al frantoio del capitalismo? E se il diavolo scatena un'infezione, un- contagio, un'epide– mia, che resistenza sapranno opporre i piccoli Co– muni? Due anni ·fa, quando nel Novese si ebbe il cho– lera, la Prefettura ordinò a tutti i Comuni di prov– vedere al necessario per pronte ed efficaci· disinfe– zioni; ma i più dovettero appagarsi di acquistare una misera pompetta_ a calibro ridotto ... Oggimai nµlla si ferma là dove si crea, nulla resta imprigionato, come già un tempo, nél piccolo Comu– ne; nè il bene, nè il male; nè la ricchezza ... o la mi– seria, nè, che il cielo ci scampi, la pestilenza. Tutto oggidì è statizzato, o internazionalizzato: il corso dei valori di Borsa come quello della lebbra, della sifilide e della tubercolosi; e gli Stati, non i villaggi, ci hanno da pensare. E il medesimo è a dirsi della scuola. Per la elemen– tare, s'è cominciato ad intendere; ma a·ssai· del vec– chio pregiudizio resiste e sopravvive. Si dice: le scuole rurali, alla fin fine, servono ai figlioli dei con- ladini ... Non è vero una maledetta: servono sopra– tutto alle in'dustrie, ossia alla ricche_zza urbana, per– chè è· solo per entrare a lavor.o nelle fabbriche che si esige il certificalo di proscioglimento, e gli indu– striali, che impiantano gli stabilimenti in campagna, dove la mano d'opera è ancora a stracciamercato, si fanno più schizzinosi ogni giomo, pretendono la mae– stranza a buon prezzo, ma fìna, e svergognano i Co– muni selvatici e li obbligano ad aprire la quinta e la sesta, in nome, naturalmente, della ci.viltà. Però chi paga è il Comune - sobillato anche dalle agevo– lezze, quando ci sono, della Cassa depositi e prestiti.· Tutte le spese provinciali si reggono sulla sovrimpo– sta. Chi paga, chi provvede per tutti, chi mantiene ed ingrassa tutti, l'in_clustri'<l,la civiltà, il lusso dei grandi centri, ecc., ecc., è sempre la terra tormen– tata, la campagna semiselvaggia, l'avaro· ed induslre piccolo proprietario _campagnuolo, lo spregiato vil– lano, coloro insomma che hanno meno e a cui tutto si toglie,. e .che in compenso son magari costretti a fuggire in America o .all'inferno per tentar di cam– pare. Ecco un as·petto dell'economia al quale i fisio– cratici non avevano pensato! . · Grnuo PuGqEsE. P. S. - Qualcuno potrebbe fantasticare (è l'amico Turati che me ne avverte s"ula bozza) che le cifre della tabella, " scelte a ca~o ,,, come ho dichiarato, ma così poche, fossero, sia pure casualmente, cifre eccezionali, e il caso, consciamente o no, alquanto tendenzioso. Ma il trucco _:___ o la svista - sarebbero troppo grossolani, e troppo facile è il controllo. Potrei ristampare i d11e terzi dei tre enormi io-folio onde attinsi i miei dati, e _la conclusione sarebbe sempre la stessa. Alla quale, poi, si perviene per infinite altre vie e non peregrine. Chi ignora che, dei no~tri più che ott0- mila Comuni, ben 2500 mancano di Ufµcio postale, quasi 4000 di Ufficio telegrafico? Vogliamo perlustrare l'Italia ferroviaria? Scorriamo assieme le pagine del più re– cente Dizionario dei Comuni (Gnaccolini e -Schieppati - Paravia edit:). Quante le borgate, magari di parecchie migliaia d"iabitanti - e anche in· ciò Nord e Sud non fanno gran clivario - che distano diecine di chilometri dalla. più vicina stazione? 'froveremo che quasi un terno dei Cbmuni è come seq·uestrato fuori della nazione. Città importanti, come, ad esempio, Pachino (Siracusa), che, con oHre 13 mila anime o... corpi, non è congiunta - o divisa? - che colla stazione di Noto da ben 20 chilometri di pessime strade, s.i può dire che stiano ve– ramente di casa in Italia? Manco male che Santa Madre Clliesa gli promette, alla fine del chiasso, un. comodo servizio di aeroplani pel Paradiso; se no, q:uella gente dovrebbero diventare bruti o banditi. A proposito ,:li certo anticlericalismo parolaio! - E a proposito di an– timilitarismo: mentre noi, così, si abbaia alla luna, l'Italia ufficiale e borghese, i milivni necessari a congiungere i nostri Comuni rurali colla civiltà della patria, si ac - cinge a seppellirli gloriosamente sotto le dune mobili che mareggiano dal Fezzan al Sahara.... (g. p). COME SI VOTA E COME NON SI VOTA A MONTECITORIO A richiesta di diversi compagni e per, la propa– ganda della piattaforma elettorale, abbiamo rac– colto in due distinti opuscoli la discussione su Disoccupazione e politica sociale di lav01·0, fatta alla Camera dal Gruppo socialista il 9 giu– gno u. s. (pag. 72, cent. 25), e quanto fu stampato in queste colonne (N. 13) a proposito.dell'ultima discussione parlamentare sui crediti pel' .la Libia, cioè: Bilanci (a 1 si e Come si chiuse la XXIII le-

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