Critica Sociale - XXIII - n. 17 - 1-15 settembre 1913

CRITICA SOCIALE 269 cede; è illusione volgare supporre che la soddisfa– zione più intensa dell'amor. proprio, e il 1:iiacere, così vivo nei sani e nei forti, di esplicare al più alto grado le proprie facoltà, non bastino a suscitare il civismo c l'emulazione, se ~on vi si aggiunga lo stimolo di cene prelibate, cli ostentazioni lussuose e voluttuarie. Potrà darsi tuttavia che, ad ottenere dati sforzi o l'impiego di eccezionali capacità, sia necessario of– frire particolari attrflttive. U~ equ~voco molto comune è qui da chiarire. Non può certo impedirsi, a chi possieda· talenti eccezio– nali, cli esigere quel qualunque sopraprezzo che altri sia disposto a sborsare piuttosto che rinunciare al– !" opera sua. Ma certi compensi inverosimili spari– ranno collo sparire del ceto dei consumatori Ficchi sfondati. Più ovvia è l'ipotesi che un inventore o amministratore. eccezionale minacci di privare il suo paese dei proprì servigi per offrirli ad altra comu– nità; può darsi che anche uno Stato socialista si trovi a dover subil"e simili ricatti. Fino a tanto che · il pro(Yresso della ·civiltà non abbia generalizzato il sc11:so ~1=!ll',eg1,1aglia,nza come un bisogno mor{l.le_spon-, t.aneo, sarà sempre possibile a qualcuno procu– rarsi cosl una rendita cli monopolio. Questi casi non hanno tuttavia che un'importanza !"elativa. Già oggi, malgrado le occasioni cli enormi gua– clngni che offre il regime capitalista, Fiesce spesso allo Stato, ai Municipii, alle Cooperative di acca– parrarsi i servigi di intelletti eminenti, con stipenclii cli gran· lunga inferiori a quelli che potrebbero ot– tenere da imprese private. La genialità, per lo più, è troppo occupata nell'esercizio di se stessa pel" sma– niare dietro il lusso e i piaceri. Agli uomini vera– mente superiori, assicurata che abbiano a sè ed alla famiglia una agiatezza mo<lesta, quasi sempre la possibilità ,di ese11citare nobilmente un'alta funzione, circondata di influenza e cli considerazione, sono il migliore dei premii; non bramano altr'esca. Or com- pensi cosiffatti uno Stato, un Comune, una rnsta Cooperativa, sono in grado cli offrire a chi li me– riti, assai più di qualsiasi capitalista. Non è qui che uno Stato socialista ben organizzato troverà difficoltà insuperabili. Per l'onore dell'umanità, un'esperienza costante ci attesta che gli individui superiori sono anche i meglio disposti a valutare altamente la com– piacenza che deriva dal rendere eminenti servigi alla società. f. p. · 1 PROBLEMI DELLA PICCOLA PROPRIETÀ IV. Le ftntinze dei Ouniuni 'l'U'l'ali. Scelgo alcune cifre, a caso, dai tre poderosi e -pon– derosi volumi, pubblicati dal Ministero delle Fi– nanze, Sù la Statistica del/è Finanze comunali, av– vertendo che esse si riferiscono al 1908, debbono quindi ritenersi alquanto arretrate, massime quanto alle spese e alla sovrimposta. Distribuisco le entrate e le spese ·più notevoli in due distinti _gruppi: le e11- trate, secondo che provengono al Comune dai soli coltivatori (colonne 2-4) o anche da altri contribuenti (colonne 5-8) -- distinzione di valore relativa, s'inten– de, <lacchè anche la tassa di famiglia, e non parlo del dazio, grava in massima parte sui contadini -; le spese, avvicinando fra loro (colonne 9-12) · l'igiene, l'istr~zione e la beneficenza, perchè si veda a colpo d'occhio quale sollievo risentirebbero i piccoli Co– muni se si efTettuasse la moderna tendenza di cari– carne gli oneri allo Stato. I ENTRATE s p E s E COMUNI , , Totale I Totale l 1 onerl I Sl•·u• I 7·ntai, Sovrlm- TassR 1otale Tassa Tassa Igle- Istrn- Bene- 'patri- Spese, l'oll• rezza Opere (13-j-14 posta bestia- Dazio eser- fHml- (6 + 6 ne zlone flcen- (9 + 10 mo- gene• zla e glu- pub• + 16 me (2 + s1 clzlo glln J za + li) nlall rall I stlzla bllche + 16 + 17) - --,------- ----- 1 2 3 4 6 6 7 9 10 li 12 IS 14 15 16 17 18 Castel d'Annone (Àlessandria):llbi I tanti 3200 . 20981 1500 224.81 2533 50 - 2088 3092 9415 665 13372 2797 5501 2150 775 4500 157:23 Ma1·anzana (Ales- Il I t1andria): ab. 1162 11355 546 11901 - 46 743 1839 3728 3069 340 1 7137 1360 2792 1132 274 1616 7174 Cesio !tfa,agiore I I I (Belluno):,ab,4652 ,149,76 4000 23976 ,4650 1 , 350 1500 6600 484110871 5566 21278 2919 8707 750 537 4250 171GB San Giuliano detl I Sannio (Campo-, basso): abit. 2092 6439 1416 78b5 2,00 1 994 - 3694 1475 3707 275 5457 7128 4462·! 869 369 287 13115 Ploaghe (Sassari): I abitanti 4009 . . 9571 2818 12389 44611900 586011225 4123 9382 23fill 15857 1616 7730! 951 279 6025 16597 lifaletto (Catania): (ll abitanti 8798 6416 - 6415 1980 200 1715 3895 2764 2171 1566 6501 3692 5383 1472 177 446 11170 Acquarica del· Ca- I I I po (Lecce): abi- (21 tanti 2242 . . ·I 8978 800 9778 2355 614 - 2969 3D05 3222 413 7540 174 4195 1281 186 746 6591 Ba/dissero to1'ineie I I I I I (Torino): ab. 1970 1 12975 - 12975 ,4499 40 1300 1 5839 1 142017383 445! 9198 ·,2442 3577 1 · :269 '305 1 5350 11943 S. Gioi:anni d'Asso I I (Siena): a bit. 2831 16271 - 16271 2755 470 3850 7075 1 7201 469913056 14966 ,, 66, 5617, 1089, 540, 26191 9931 (1) A Maletto. non tassa di famlglla, ma sul valore Iocath•o. (2) A AoquarloR del Capo, nel 1sas, troviamo lmpostote anohe L. 16 315 per opere ·pubbllche non epeclflcnte. Lo schema, come vedesi, è a un dipresso il me– desimo in ogni parte d'Italia. Il grao cespite è la sovrimposta: nei due primi dei nove Comuni con– siderati, essa dù, con la tassa bestiami, i 9/10 e, sola, gli 8/10 o gli 8 1Ì2 dell'entrata totale: in altri sei,, i 4/5 o almeno i 3/4 colla tassa bestiami e, sola, circa i 2/3. Soltanto a Ploaghe supera di poco la metà colla lassa bestiami e, senza questa, non la rag– giun_ge: ma quasi 1/4 del gettito è dato dalla tassa famiglia (L. 5860). - Ed è il fenomeno comune in

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