Critica Sociale - XXIII - n. 16 - 16-31 agosto 1913

248 CRITICASOCIALE per non respingere un giudizio :Sul conto nostro, che è indegno del socialismo e di socialisti. (Applausi). Le incoerenze e i sofismi dei " destri ". Voi, dunque, i soli logici. Dimenticale che nulla è più assurdo di certa logica, spinta alle estreme con– seguenze. Tanto più quando, anch'essa, si permette certi strani mutamenti di stile.· Io ricordo Bissolali provocare una ovazione nel Congresso. di Modena, quando, con una delle imagini alpinistiche a lui care, ci diceva che, chiamato al Quirinale per l'offerta d'un portafoglio e risoluto ad andarvi, si guardò bene di chiedere il parere di alcuno, di comunque impegnare il Partito, perchè ::- ci disse egli - quàndo uno, su un ghiacciaio, vuol giocarsi la pelle in un passo ol– tremodo difficile, deve prima recidere la corda che lo lega alla comitiva; deve avventurarsi da solo. Ed ecco che voi, oggi, vorreste ri~nnodare la corda, perchè, se il crepaccio ha da ingoiarvi, si fosse al- meno ìn compa'gnia ..':• "' ➔ 1 • , Tanto ci tenete alla corda, che arrivate a fantasti– care che allora noi vi abbiamo approvati. Voi sapete che non è. Bissolati deve ricordare quan– to, allora, 'facemmo per dissuaderlo. L'ordine del gior– no, poi, votato dal Gruppo, suonava sconfessione aperta e decisa. E si sarà fatto bene o male (già mi diffusi su questo al Congresso di Modena) commet– tendo allora a Bissolati il mandato di parlare pel Gruppo; ma è ben certo che quel in-andato, se era reso possibile dalla stima personale per l'uomo, e se aveva anche il fine politico di assodare sempre più la promessa, fatta al Bissolati, della riforma elet– torale, non solo non implicava approvazione del suo. atto, ma intendeva a renderlo partecipe della scon– fessione. Anche fu allora ch'io scrissi, nella Critica Sociale, quell'articolo: Dura Salita (forse qualcuno ricorda), che richiamava le ragioni per le quali, di fronte al Partito, quel suo passo sarebbe stato un irreparabile errore, ci avrebbe staccati dalle masse, ·abbandonan– dole a se stesse e ai loro e nostri nemici. Bissolati mi diceva, col suo buon sorriso fraterno, allora, che io l'avevo quasi convinto, che forse avevo ragione ... Nè, 'ciel resto, era concepibile altro atteggiamento, m'entre, qualche mese 'innanzi, s'era approvata a Mi– lano la Relazione del Treves, per la quale il ministe– riabilismo socialista veniva dichiarato assurdo ed im– possibile· per t~tla quest'epo 1 ca ~to 0 ri~a. A. 1 l\.fod~na, poco di poi, ci ripetevamo.· Che voi,. oggi, della ami– cizia cordiale, che tolse a quel dissenso ogni asprezza, vi _facciate arme a ·nostro danno, via, non è be,llo mo– ralmente da parte vostra! Fra le parecchie affermazioni, che stamani Bissolati ci disse con la rude sua sincerità, una sopra tutte è notevole. Confessò che fu uria debolezza la sua, di essersi pentito, di aver respinto il portafogli. E al– lora, se il mio fu un inganno,. di supporre che, nella rlura salita, fosse il socialismo, annidato dentro il suo cuore,· che insorse e che lo trattenne; se davvero egli ad altro non cedette che al terrore del frak e del cerimoniale di Corte; giusto è il suo rimpia.nto ed io me gli associo .. Meglio se avesse accettato. La corda era davvero spezzata, e ogni questione sepolta! Non vi è lecito dunque - perchè, nella nostra con– cezione dell'evoluzione storica, la parola «mai» non, ricorre frequente, e perchè, teoricamente, astratta– mente, possiamo anche ammettere che, a un dato svolto della storia, per ora imprevedibile, a un mo– mento (nqn scor-date questo) rivoluzionario o quasi, sia concepibile la partecipazione del partito sociali– sta - non di singoli compagni, a loro arbitrio - nel potere borghese in trasformazione, per dare, colle forze proletarie, un buon colpo di spalla agli avveni– menti; non vi è lecito arzigogolare· che, dunque, è questione di momento, di apprezzamento, che, in fondo, siam d'açcordo con voi - con voi che ammet– tete, che ammetteste, cotesta partecipazione in condi– zioni affatto opposte, quando avrebbe soltanto sacri– ficato degli uomini, allontanate o deluse le masse, rin– forzati gli avversarii (I). I,e mosche cocchiere del suff1·agio universale, e un " meno peggio ,, usura.io . Questione di momento, di apprezzamento ... Ma, in politica - e qui si trattava di epoche storiche! - .il momento, l'aipprezzamento non sono decisivi? Siamo . dei metafisici; degli acchia-ppanuvole, degli insaccatori di vento? Ben lo notava lo stesso Bissolati, rimbeccando oggi a Mussolini, che gli aveva rinfacciata la contraddi– zione dell'espulsione De Marinis. Altri tempi, altre necessità. Perfettamente! Ma è per questo ch'egli poi farnetica quando, non solo s'illude ch'egli sarebbe un buon ministro ... della borghesia - io credo, per esem– pio, che gli manchino tutte le cattive qualità a ciò necessarie; avviso a Vittorio Emanuele! (Si ride) - ma che, oggi, converrebbe al Partito concedergli,. per quell'ufficio, le sue credenziali. èhe mai' potreste ,fare lassù? ... Vero che il vostro ottimismo, la fede nelle magiche virtù del collaborazionismo, hal)no raggiunto in voi altezze di vertigine·. Non avete infatti inventato - sia pure, ahimè, in buona fede - e non lasciate intendere ogni altro gior– no, vere « mosche coècl!iere » della. ~avola, che foste (!} A Reggio non avevamo sott'occhio le "sacre ca;te • - le dell• berazlonl, facenti testo, dei nostri Congressi Internazionali. Proprio In questi giorni, a proposito del caso Troelstra - dell'offerta fatta di alonnl portatogli al sootallstl olandesi, In condizioni veramente molto singolari - si è ripubblicata testualmente la risoluzione del Congresso Internazionale di Parigi del 1900, che un'autorità non sospetta, Il Kantsky, dichiara essere appunto, In linea di principi! (prinzlple!!), la norma dlsclpllnatrlce. Giusta la quale, l'entrata di un socialista In un Ministero borghese non è da considerare come l'l_nl~lo della op,n,qutpta del p~t~~~. ~plltlco ~t'-. l'ai;te d,11 pro!~Fa,rlato, che perciò noi dobbiamo sollecltar.J, ma piuttosto bome un esperi– mento pericoloso, da evitarsi quanto più possibile; si ammette però che, In date contingenze eccezionali, possa costituire caso d1 neces• sttà,- cui non s\a lecito sottrarsi; la questione, allora, non è di prin– cipio, ma di pura tattica; l'esperimento (BIsoggiunge) potrà, In ogni caso, rlesctr utile soltanto ·se jlUtorlzzato - non dal solo Gruppo parlamentare~ ma dall'Intera organizzazione del Partito, del quale Il Ministro socialista rimarrà Il diretto mandatario, ecc. - Il Kautslcy, rispondendo al quesito del compagni olandesi, si confessava per– plesso, dovendosi sopratutto valutare se - nella fattispecie '- la conquista del suffragio universale In Olanda fosse realmente conse– gujblle con codesta partecipazione di socialisti al Governo o non lo iosse assolutamente se non a quel patto. Questo Il caso di assoluto. necessità, all'Infuori del quale Il Kautsky - pel troppi pericoli che Involge - sconsiglierebbe sempre la partecipazione, anche puramente occasionale, come quella In discussione. Certo, Il dubbio olandese - malgrado Il quale Troelstra e compagni ricusarono poi l'offerta - non si presentava In Itall,a. Ma noi rlc,ordlamo_tutto olò unicamente per constatare come, di fronte alla questione concreta, fossero lon– tani dalla norma del socialismo Internazionale ancor oggi vigente, tanto Il " faclllsmo • dei deslrl, quanto l'anatMma sit In perpetuo del rivoluzionarli-; e come Il nostro punto di. vista Intermedio non .fosse effetto del riformismo o della transigenza, ma fosse del puro socialismo .... e tedesco e Internazionale per soprammercato. (Nota della CRITICA). ,

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