Critica Sociale - XXIII - n. 16 - 16-31 agosto 1913

CRITICASOCIALE 249 voi press'a poco - e sarebbe la, ragione e il prezzo del vostro olocausto - ad averci conquistato il quasi– suffragio universale? Quel suffragio quasi universale, che, viceversa - Bissolati lealmente lo riconobbe e Giolitti tenne . a riafiermarlo solennemente - era stato il pensiero spontaneo del Presidente del Consiglio, il quale do– vea pure gittl).re un'offa alle masse, per disarmarle contro il militarismo,· contro la meditata infamia afri– cana. E, se non -era che per voi, malgrado l'insuc– cesso deJla chiamata al Quirinale, il gioco gli rie– sciva al di là di ogni speranza. Tant'è che cotesto suffragio quasi universale, pel quale eravate così tè– pidi (lo fummo un po' quasi tutti, ma voi molto più), diventò, da allora, per voi, l'obiettivo supremo, il pretesto e la giustificazione di. tutte le acquiescenze, di tutte le abdicazioni, in vista del miraggio del « meno . ,. pegg10 »... Eh! la ammettiamo anche noi, e senza riserve, In teorica del « meno peggio ». Ma à patto che lo sia 11 I• • .J. I • t,1,, t· · · · ' 1·' • ' o·a·vvero, e non sia mi.'rmbrogliatura. È un genere di frasi - come q,uella, giustissima anch'essa, ma ... cum grami ~alis, del « fine che giustifica i mezzi» - che si presta ai più bizzarri giochetti. S'io sçm corto a quattrini e vi involo il portayµ,onele, certo è un e/ meno peggio»· al primo momento, ma èliventa un « peggissimo » domani, se mi han ficcalo ·in gal.era. È il caso del coJlaborazionismo eretto a sistema. Se, pel piallo di lenticcl1ie, baratto la primogenitura; se il socialismo vende l'anima; l'usura è troppa. Per questo non da oggi, ma giù al Congresso di Milano, m:nmonimmo e deliberammo: « macchina in– dietro»! I " destri ,, e la guerra di Libia. Ad aprirci gli occhi uriche meglio, a precipitare la salutare reazione, sorvenne un fatto decisivo. La guerra fu il colpo di cannone che svegliò anche i: sordi, la scossa che rese tangibili molle cose in.tra– .vedute. In questo, fu provvidenziale. L'anima socia– lista scattò. Ma voi, come l'accoglieste? Per voi è il fatto compiuto, è l'inevitabile; e si tratta di moderarne le conseguenze, o di trarle (e avete l'aria di dirlo s-ul serio) a nostro vantaggio. E via con le distinzioni e le sottigliezze, sul modo dell'impresa, sul momento, sui limiti, e se la Germania andava in· ,., Libia oppur n9, è il 'presligi9 cieli~ stirpe, e· i nostri interessi nell'Adriatico, tutte cose eccellenti per un articolo nel,la Nuova Antologia, ma che il proletariato .non sente, 11011 deve sentir·e, se varrebbero a sm-0rzare il suo impelo ·ai santa ribellione, lo sdegno irredu- cibile, che è il segno, la caparra, il presagio della sua nobiltà di classe, della nuova civiltà ch'essci deve· portare nel mondo. · E anche qui vi compiacete a giocar di dilemmi. Come proclamaste: « o rivoluzione o riformismo, ... e il riformismo siamo noi», così, nella subielta que– stione particolare, ponete, in• nome della logica dei consequenziarii, l'altra alternativa: « o con noi, op– ·pure con Hervé! ». O il « via dall'Africa», il disarmo immediato, l'assurdo, l'impossibile, oppure il vostro temperato nazionalismo democratico! Non prop-0se Ettore Ciccotti i progetti per la riduzione e la demo– cratizzazione dell'esercito? Ah! fosse egli qui, a ri– spondervi con quel suo stile ... (Si ride). Fra il semplicismo dei versetti dell'« Inno dei La– voratori » - che, ve lo concedo, è un po' magro! - e il... nazionalis-mo ragionevole ·da voi propugnalo, non v'è dunque spazio sufficiente in cui possa adagiarsi la politica internazionale del proletariato socialista e, pertanto, internazionalista? Qui il conflitto fra le due anime, la socialista e... l'altra, scoppia inconciliabile. Voi vi arrampicate sui vetri. Le forche di Tripoli? Sono la scelleraggine personale di un Governatore. Il massacro degli Arabi? Impossibile. I nostri soldati, proletari in divisa, non S\ sarebbero prestali (rlpplausi). Dimenticate soltanto che son soldati; strumenti cli rapina, a loro dispetto; comandati anche all'assassinio; forse ubbriacati ... (Applausi vivissimi e prolu.ngati). Grazie clell'a,pplauso. Non per me, non per noi, ma per loro. Perchè è q•uesta sopratutto l'infamia, contro cui siamo insorti, di questa guerra. Più assai dell'in– giuria al diritto delle genti, dell'offesa all'umanità, è il ,pervertimento che essa crea nel proletariato, è l'e– ducazione cli ferocia e d'inciviltà. Vi è dunque un'in– dulgenza possibile per questi d(l)itti, da parte di so– cialisti? Ma il collaborazionismo accampa i suoi diritti. E, quando. (mentre a Milano le legnale grandinano sulle · spafle dei riformisti redattori dell'Avanti!) una folla, pervertita dalla menzogna nazionalista, prorompe per le vie cli Roma esaltando le glorie della guerra nella persona simbolica di Jean CaJ'rère, fra i capeggiatori, . è doloroso ricordarlo, troviamo Bissolati! (Nuovi r1p– plausi prolungati e vivissimi). Voci".·Abbasso la guerra! (Applausi). TURATI. Non esageriamo, compagni; non esaspe– riamo inutilmente questa contesa. Lunge è da me, ve lo dissero le mie premesse, l'intento di denunziare, in Bissolati e in chiunque lo segua, dei guerràfon– dai. Me lo giura$sero essi stessi, non lo crederei. Tal– volta un senso di fierezza fn esagerare a qualcuno un atteggiamento meno simpatico. Io non volli che additare fìn dove possa condurre · questo preteso riformismo della logica ad ollranza. Il " partito del companatico ,,. Memento agli organizzatori. Può condurre mollo più in là. Del discorso cli Bonomi ho ritenuto una frase (il concetto trasparì in più altri discorsi) particolar– mente significativa. « La massa ha pur bisogno del companatico quotidiano». Il proletariato, cioè, non può contentarsi di attendere i grandi giorni della pro– messa palingenesi. Di qui una divisione cli lavoro pos– sibile. Quando - disse ancora ·Bonomi, a un dipresso - il proletariato avrà bisogni concreti da soddisfare, di pan.e, di lavori, di sussidii a Cooperative, e via dicendo, a chi dunque dovrà ricorrere? Per il lon– tano paradiso i rivoluzionarii; per il quotidiano via-· lico il nuovo riformismo. L'argomento -può impressionare i nostri organizza– tori degli operai e avvalorarne le spiegabili esitanze. Amici organizzatori; e dico a quelli di voi (ma son quasi tutti) che, pur tra i necessari accorgimenti della pratica, serbano in fondo all'anima l'idealità socia– lista. In cotesta J,usinga è il maggiore ·ai tutti i pe– ricoli. Non si tratta di divisione del lavoro dentro un partito; ma di due partiti proletari, l'uno accanto all'altro; perciò l'uno contro l'altro. Bonomi ne ha fàtto. la. teoria; io ve la completo. · Si tratta della morte di ogni partito socialista. Ali! sl: la massa ha bisogno del quotidiano compa-

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