Critica Sociale - XXIII - n. 16 - 16-31 agosto 1913

246 CRITICASOCIALE assiduo, giusliziero inesorabile ùi Lutti gli enori, di Lutti gli eccessi, di tutte le illusioni. E diceva bene Zibordi: dove si lavora sul serio, dove esiste perciò uh vero proletariato socialista, le espulsioni non si concepiscono neppure; non si espelle il proletariato dal socialismo. Dove il lavoro è di in– dividui, e la massa nssiste passiva, e _insomma non esiste vero e proprio partito, quivi è concepibile il rogo: ma da esso l'eresia non si incenerisce; spesso si feconda. Discriminazioni doverose. Questo equivoco, però, non sarebbe il solo, nè il maggiore. In coscienza: la posizione dei diversi imputati - chiamiamoli così - vi par essa così ugu'ale da acco– munarsi in un verdetto? Io veggo tale differenza di pensiero, di atteg,gia– menli, che, a non voler fare una giustizia sommaria, ci converrebbe istiluire'\rna serie _di processi, lra'sfor– marc il Congresso io un vero e proprio Tribunale. Quanti giudici, allora, non dovrebbero collocarsi ac– canto Ù,gli accusati? Ripensate il discorso di Cabrini. Che ebbe di co– mune con altre autodifese qui pronunciate? Cabrini ru solidale negli alli, a un dato momento, con Bisso– lati e con Bonomi; nè, certo, tradotto a questa sbarra, ne rinnegherebbe la compagnia. Ma in che cosa, fuor di quell'istante, la sua azìone di vent'anni meritò le· vostre censure? O forse, qui, parlando, teorizzò egli il «destrismo»? In sostanza - egli ci ha detto - lutto il mio lavoro fu sempre il vostro lavoro. Avrò erralo, ma il mio animo fu e rimase socialista, del vostro stesso socialismo. È la verità. Propagandista infaticabile; deputato, dei pochissimi che non tengano il mandalo a ufo; se molti gli somigliassero - torno al mio chiodo - questi dissidii neppure nascerebbero (Approvazioni); il contatto mantenuto colle masse fonderebbe l'azione dei singoli in quella del Partito. Ma si è detto che una sotto-feluca si librasse anche sul suo capo. Mera ·leggenda, a quel clÌ'io so; ma· egli non ha protestato; al muro, dunque, anche lui! E Podrecca? Noi possiamo sorridere della sua teo– ria facilona, circa i favori da chiedere ai Ministeri amici, e della ingenuità con la quale la espose. Ma il suo caso, convenitene, è del tutto particolare. A lui si imputa un certo suo concetto, che forse non è il– nostro, sulle imprese coloniali e sull'Africa. E qui, almeno, ammetterete che la scomunica maggiore col– pirebbe un'idea. Il più grave degli equivoci. Quale la legge 1 dove il giudice 1 Un terzo equivoco: lo accennava con altre parole anche Pietro Chiesa. È di gran lunga il più grave. Chi, qua dentro, veramente,· ha potestà di giudi– care? Chi si sente così mondo da scagliare la prima pietra? Io dico: non certo il Partito. Vi è caso di ricu– sazione quasi universale. Rischierò di sembrarvi un vecchio brontolone. Ma sono ·anni che vado ricantando come, assai più che leticare di tendenze in astratto, gioverebbe metterle alla prova: converrebbe organizzare il lavoro dentro il Partito. E, a Milano·, mi sembrava di avervi persuasi. Che è avvenuto, amico Ciol.ti, di <1uel mio ordine ùel giorno - acclamato, in questa parte, più che approvato - che impegnava la Direzione a stimolare. e controllare il lavoro delle Sezioni, a diramare queslionarii, a esi– gere rendiconti periodici, da servire poi cli lilolo per intervenire e pesare nei futuri Congressi? Perchè, in– fine, chi s'impanca a Minosse dovrebbe almeno dimo– strare· di avere, esso, voluto e saputo fare qualche– cosa. E un Partilo che si li.miti al comodo ufficio di giudice del campo - quando dovrebb'essere un pro– tagonista del duello - poco affida del discernimento anche del suo pollice verso . . Or noi cento volte nei Congressi ponemmo e risol– vemmo le stesse questioni: ministerialismo, ministe– riabilismo o viceversa; rivoluzione e riformismo; col– laborazione e intransigenza; e così cli seguito. Tutto questo sempre, in astratto, per assiomi e per a priori. Ma i fatti, ma le circostanze, ma i problemi concreti, le specifiche finalità, ma la realtà viva, solo nella quale \. principii si saggiano e le soluzioni hanno un valore (almeno per n~i, che non possediamo le béale , verità, semplici, assolute, immutabili, dei compagni rivoluzionari); ma le analisi, insomma, dalle quali sol– tanto si ricava una sintesi sensata, quando mai se ne curò .il Partito Socialista italiano? Si proponeva (un esempio fra cento) la questione delle Cooperative. Sono utili? come? in che limiti? Si parlò, oltrcchè dei benefizi, dei pericoli che anni– dano, delle forze che disperdono, degli istinti piccolo– bQrghesi che educano, delle contraddizioni a cui ci espongono, del ministerialism:o forzato' a cui con– dannano talvolta gli organizzatori; degli interessi di categoria che fanno prevalere; dell'antitesi di Nord e Sud (ricordate Salvémini?), e così· via. Si stamparono Relazioni in vario senso ... Qual Congresso .è riuscilo a discutere questo e ogni altro simile problema con– creto? " .... massa che, si muove col vento ,,.· Or, finchè su cotesti 11roblemi regnerà l'incertezza, le nostre .distinzioni verbali di tendenze nqn avranno che un valore nominale, letterario, starei per dire co– reografico. Di qui lo strano fenomeno, ad. ·esempio, che, .mentre a Modena, non son che pochi mesi, la prevalenza era di gran lunga riformista, oggi - e. nessun fatto intervenne che· mutasse la situazione po– litica ~ forse pei;chè da unii.,parte si è fatta, e n_on dall'altra, una certa propaganda a solo scopo di Con– gresso, le proporzioni si annunziano completamente invertite. È una massa che si muove col vento; ogni altro anno, ogni nuovo Congresso può serbarci simili od opposte sorprese, perchè lutto è alla superficie. Ma nel fondo? Nel fondo, oggi, siamo tutti un po' destri e un po' sinistri, riformisti e rivoluzionarii se– condo l'occasione, e non meno divisi i rivoluzionarii dei riformisti; gli scambii sono tanto facili, che sta– mane udimmo Agnini, rivoluzionario, a un'osserva– zione di Chiesa, forse un p.o' ad hominem, rimbec– cargli che altro è (in fatto di manica larga) l'azione economica, altro l'azione politica: una contrapposi– zione ver~mente troppo riformista, anche per un ri– formista, che. soltanto ricordasse di esser socialista (Applausi); e nella pratica quotidiana, a malgrado ,de' bei gesti, vedliamo tanti di voi rivol·uzionarii - lo noto,. sincera'mente, a tutto vostro elogio - per quel senso di responsabilità ·che voi pure possedete, ·pie-

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