Critica Sociale - XXIII - n. 11-12 - 1-16 giugno 1913

166 CRITICASOCIALE A Carpi, qualche· cosa di siinile avvenne, e qualche cosa di '_simile avverrebbe, se Berte8i dovesse scendere in campo. La città· di Carpi vota per Bertesi, ~ocialista, e per Bertesi, uomo: sia pure, per le virtù socialiste o nobilmente umane dell'uomo. Concordia voterà per l'avv. Basaglia, figlio. de,l paese, non in odio a Bertesi e peTChè Basaglia sia intransigente anzichè destro, ma per reazione· a Carpi. Eppoj,·anche Bertesi (e assai più veramente che Podrecca) non è un destro: è semplice• mente un solidale coi destri, ·in quanto li considera per~eguitati,· e in quanto valuta diversamente da noi alcuni -atteggiamenti q.el ·loro pensiero e della loro opera, che egli però non si sentirebbe di applicare, e che ad· ogni .modo egli completerebbe e contrappese– rebbe con taut'altri lati, profondamente, virginaluiente " socialisti ,, , -della sua -mentalità e della sua 'psiche, con una " sensibilità,, socialista irr.educibile e viva. . . . ' l'* À Ostiglia, nulla di questo. Niente campanilismi di un centro contro l'altro del Collegio. Poggio Rusco, che è il mio paese, f\ fu sempre all'avanguardia nelle lotte socialiste; e come il quartier generale nostro; nelle ele– zioni politiche, ha anche; pe-r l'appunto, il gruppo di destri più attivo: e ne sono a capo alcuni miei amici dei piil antichi e più e.ari. Che il paese, nella sua ma~sa di socialisti, di simpatizzanti; di incerti (non p~rlo degli avversarì), voti per me, conterraneo, sento con orgo.glio di poterlo escludere. Il discorso ch'io_ vi farò 1 ad ogni modo, comincerà fl.igellando la sola ipotesi di una si– mile miseria e vergogna. Nè Ivanoe. Bonomi, a sua volta, ha per sè piuttosto UD centrp che l'altro, nè correnti di speciali simpatie, contrapposte ad antipatié particolari. Egli ebbe sE1mpre, in tutto .il Collegio, la amicizia più equamen"te cordiale e diffusa. Tra me e lui, perspnalmente, v'è da quasi vent'anni l'affetto di due fratelli, che si vogliono tanto più bene quanto più la diversità della fortuna, dell'ingegno, della vita, del temper.amento, esclude ogni per,icolo e ogni ombra di gel.osia, .di con.correnza, di con:(l.itto. Di– visi, daL differente· lavoro; camminando 'su vie d~ atti– vità lontane, ci ritrovavamo, con gioia festosa, come fratelli .riuniti a Natale,, ogni tanto, in qualche Con– gresso o Convegno, al caldo focolare delÌa Casa, della - fede comune. Oggi, le dure leggi della vita ci pongono ,di front€\. Qualche voce cattiva o inacerbita e resa ingiusta dal dolore, si elevò· ad accusa~ me di ambiziosi appetiti fratricidi. Ivanoe Bonomi fece ta~ere egli quei petulanti latrati, e. augurò lotta di idee è di principi. · Sarebbe q.unque da credere che a Ostiglia il dissenso– degli indirizzi destm e socialista potesse essere esposto, tutti ben d'accordo, che la lotta era lm~egnata fra riforme e ·rivolu– zione. V:edano da ciò i . comp1tgni. rifor~istl, ch! 3.cl accusarono di trop de zèle per 11 nostro interv~nto, s.e esso non era tndtSpensablle, a t~ntare almeno di sf1:1tare l'equivoco· in cui si vòlevano travol& gere quel contadini elettori. Quanto al risuscitato antagonismo di campanile, senza che da noi si voglia ln tutto negare (ne seri vemmo, anzi, come <Ilaltro del fu– nesti effetti della scissione); è però da rilevarsi che, del due mag• · glori centri del Colleglo, ·Budrio ebbe sempre propensioni alquanto popolar!Bte, Molinella, popolazione più schiettamente e untrorme– mente operaia, è naturalmente incline a una più rigida tattica di partito. Il che, fortunatamente, concorre a spiegare - data la scls~·. atone - la possibile prevalenza colò. del "destrismo r, che è daino·-· crazla verniciata dl socialismo, qui la più stretta fedeltà al Partito," anche a parte l'antagonismo campanilistico e le personali lnlluenze del candidati. (Nota della CRITICA). valuta_tò,. e giudicato ~ da UD 'corpo elettorale già an~ tico alle di~pute 'd'idee, ·e dotato poi di una particolare pacatezza, aliena dalle infatuazioni di tendenza e di persona -- in condizioni di piena ohiettività e dignità. Ma c'è di più. A ditforenza di Bertesi, di Podreccia, l'on. Bonomi è un destro autentico, è l'antesignano e il teorizzatore del " deetri~mo ,,, è l'.uomo che porta in sè -. del suo metodo - la dottrina, la pratica, i segni, e gli effdtti. Non è, come altri, un destro p·ar– ziale e spurio; -non è, come Bissolati, il de~t1•0 virtual– mente ministro, in UD Coliegio non socialista e I\Oil proletario quale quello di Romit; non è neppure, come Cabrini, il de8tr·o, sì, quasi vice-ministro, ma pieno poi di precedenti e di benemerenze d'organizzatore e di specialista nella difesa delle classi diseredate. È il vero· destro, uomo parlamentare autorevole, pronto per essere Ministro, potente,· o ritenuto tale, come se lo fosse già~ e deputato di un Collegio cam– paguuolo, proletario.; o almeno, eletto, quattr'anni fa, in durissima lotta, dal proletariato, e non già da quegli altri ceti, economicamente e politicamente intermedi, che, iri questi quattr'anni, col crescente sviluppo della produzione, si sono formati, e che si vanno orientando verso di lui, quale inte1pl'ete (nel loro giudicio) di quel tanto di Socialismo che va bene anche per loro, ma che serve _ da pa1·aful1nine coiiti·o cc l'altro » Socialismo : quello dei matti, degli irragionevoli, dei sognator~, dei fanatic,i, come - oh, non Mussolini! - come Turati, come Prampolini, come .... Zibordi. Prima di acce'nnare - in che term}ni •8i presenta la lotta, convien 'ricordare come e perchè, nel 1909; fu scelto ed· eletto a Ostiglia 1 Bònomi. .. Dopo la rinuncia del\'on. Gerolamo Gatti, il Con~ grasso collegiale, nel marzo 1909, s'éra diviso tra I vanoe Bonomi e Enrico Dugoni. Era un ultimo contraccolpo delle famose tendenze, chè avevano, più eh~ altrove, turbato e scisso il Mantovano. Ii;i. Bonomi, quelli che , lo sostenevano, ve.devano non solo e non tanto il ri– formista piuttosto che il rivoluzionario, quanto l'uomo e il compagno diritto e austero, che il prevalere delle correnti .l<'erriane aveva, nqnostante il suo valore,.quasi ostracizzato dalla sua terra. Era una rivendicazione moralo sopratutto che si .voleva fare·· sul suo nome. E insisto su ciò, perchè quivi è. l_a chiave dell'~quivoco che venne dappoi. Non potendosi raggiungere la unità nel Congresso, una voce propose il nome. a tutti caro e da tutti ·ac~ cettato, del_ compagno Francesco Zanardi. La battaglia fu aspra ma fu perduta· in ballottaggio. L'avversario eletto; essendo ineleggibile, ebbe an– nullata la sua elezione. 'E, nell'agosto 1909, mutate le sjtuazioni, riconquistata la unità che in marzo man– cava, _fù ripresa con grande concordia la candidatura di Ivatioe Bonomi: la ·quare trionfò nelle urne.; Io credo· che i compagni, cb.e allora, con me, la propugnarono, intendessero, come me, di _levarè .in alto, ad un· ufficio di cui, era degn,o, il Bonomi, per la sua rettitudi·ue, per il suo"ingegno, pel suo valore di stu– dioso, p'er la sua fede ·di socialista; e non per tutti ~ particol'.1ri atteggiamenti dot;rinali del suo pensiero, che d'altronde non avevano avuto modo di manife– starsi nelle applicazioni _pratich.e. Or qui è il punto su cui egli impernierà la sua di– fesa. E un èàso e~ega~te di .... ·vizio redibitorio: un que• sito di medicina veterinaria legale,- applicata ai rap– porti contrattuali fra eletto ed elettori. Il Bonomi so- · ' ,J I

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