Critica Sociale - XXIII - n. 9-10 - 1 -16 maggio 1913

CRITICA SOCIALE 131 "Nav:i, navi, navi ,, la P,àrola. d'ordine? Ognuna di queste navi, che si domanda in una triplice in– vocazione al plurale, costa 120 milioni! . E con le navi sono tanti altri i reclanii dello stesso ordine! E' chiàro allora èhe il fulcro vèro della politica del Tesoro, secondo i radico-riformisti,· non è la " concentrazione delle spese ", ma l' " aumento delle entrate ", idest l'imposta progressiva sul reddito per 25 milioni! Brillantissimo programma fiscale, davanti al quale esita il Governo - o sia perchè in detti limiti ne intende l'impotenza, o sia perchè a limiti più alti non osi cimentarsi per alte convenienze di classe, che si disposano a in• negabili opportunità economiche generali. Perchè l'Italia -'- è convenuto - è ricca, ma ricca assai; i balzelli hanno fin qui buttato oltre le attese .... Ma i segni gravi, come l'incremento dei fal– limenti, il rallentamento del. moto ascensionale dei depositi nelle .Casse postali, la· ripresa spavente– vole del flutto emigratorio con Ja diminuzione dei rimpatrì, la depressione del dazio consumo in città grandi e piccole, il disagio persistente di alcune grandi industrie, la cotoniera,· la metallurgica, la edilizia, la serica, ecc., il crescere pauroso· della disoccupazione e il tormento degli scioperi di pura e non sempre valida difesa, non si possono ci:1,ncel- lare. neanche gridando " turco " e " traditore\ ad ogni onesto, come l'on. Wollemborg, che rompa la patriottica conE,uetudine del mentire che ci ha la– sciato la guerra .... Aumentare le entrate in tali condizioni deve pure sembrare ad un Governo, che ha sul gobbo la consultazione elettorale con un aumento netto di 5 milioni di elettori nuovi, un consiglio,. obbiettivamente e subbiettivamente, da disperati.... Certo, bisogna imparzialmente ricono– scere che la situazione som_iglia in modo strano ad un cul di sacco. Tanto peggio per quelli che vi si sono lasciati pigliare e tanto meglio per quelli che hanno avvertito le cose in tempo. Tanto peggio per i buoni amici demo-riformisti, che, con tanto ingegno,. con tanta competenza- in tutte le cose, si lusingano di evadere dalla realtà .delle 'Cose e dalla loro responsabilità con 25 milioni di imposta progressiva s_p.lreddito, dove soltanto il corpo di occupazione della Libia, comunque lo si vorrà in definitiva composto - di truppe speciali, o di leva, o miste, di forze indigene, o bianche, o mescolate - costerà sempre, in via normale, non meno di 50 milioni! Sono i nodi che vengono al pettine, ineluttabil– mente ..... CLAUDIO TREVES. IL -CROLLO DEL·P.AL.AZZO SIMBOLICO .... ... o, se preferite, ìl simbolico crollo del Pa– li:lzzo. Che Palazzo? Di giustizia. Che giustizia? La giustizia borghese. Il Palazzo della giustizia bor– ghese della terza Roma è, ·simbolicamente, crol– lato, fra un tumulto di polverone e di scheggie, fra un rimbombo cli diverse voci e orribili favelle, così come, neU'epoca biblica, simbolicamente, crollava' la Toi-re leggen'daria di Babel. In rapidissimi tratti: - da un quarto cli secolo, l'inizio; dall'inizio, la confusione, la mormorazione, il complotto, il sospetto. Pareri contro pareri; ri– serve contro convenzioni; consuntivi contro pre– ventivi e senza preventivi;, arbitrati contro decreti; sentenze contro arbitrati; transazioni e - collusioni · contro sentenze. Seminagione mèclitata, sapiente, cli uncini, .di cavilli, cli liti. Da ogni pietra una lite. Un lodo; un altro lodo; un terzo lodo; un quinto, un decimo lodo. E in fondo a quel rosario cli ... lod,i, il cancello di Regina Cedi che si spalanca. Un appalto; 'un secondo appalto; un terzo appalto. Si cercà, per mare e pèr terra, un appaltatore ... c_he rubi con discrezione. Un intervallo cli cosidetta co– struzione in eèonomia ... Sarcasmo dei sarcasmi! Di– sastro dei disastri! Dal 1881 al 1911, ventotto atti leaish,tivi. E la legge, sempre sotto i piedi. Partenza: 8 milioni previsti. Stazioni di tran– sito: 14 milioni, 20 milioni, 36 milioni, 40 milioni. Punto d'arrivo: impossibile conoscerlo ancora. -Pen-. de un· altro arbitrato; .l'ultimo collaudo è di là eia vemre. E la « giustizia,» non ci cape. C'è un altro Pa~ lazzo· alle viste, da appàltare, per le conciliazioni, per i giudirii plebei. La <~giustizia-», in quegli an– droni non riescite a scovarla. Vi sfugge, come sper- . cinta; vi trema dal freddo; si rannicchia nelle crip– te, nei. canti, fra le bugnature. La sua voce, non la si sente; è « bevuta » dalle volte, dagli· interco– l01mii'. Frontoni; attiche; fregi; mucchi cli statue; ridde di marmi; orgie cli cjecora'zione. Scalinàte; atrii~ peristilii; fughe di colonne; fughe cli cortili; fughe di ogni cosa. ~n Palazzo è 'tutto una fuga; come' i milioni_ che ha inghiottiti. Le aule non esi– stono; il Palazzo non esiste; il Palazzo non è mai esistito. Per andarne alla ricerca, ecco alfine - 15 lu– glio 1907 - una Commissione d'Inchiesta, gover– nativa. Il Ministro Berto lini - ·24 marzo 1908 - ne presenta alle Camere la· Relazione, pronuncian– do, come sinte·si, questo epitaffio: « le responsa– bilità sono ben accertate; soltanto, i responsabili ... non si sono trovati». E allora - dopo molto nuovo fumo di scan– dali - Commissione d'Inchiesta parlamentare. Una legge, questa -volta, sul serio: poteri ampii, pienissimi; sciolti i testimoni da ogni vincolo di segreto d'ufficio. - Un anrio di lavoro accanito. Novantacinque sedute; centoventitre testimonianze raccolte; ispezioni, confronti, perizie, perquisizioni, sequestri. Un mazzetto cli mandati di cattura. E lalla &ne, dopo molta attesa, dopo troppe indiscre– zioni di reporters in fregola, due formidabili in– quarto cli Relazioni e Conclusioni. Finalmente! È la luce! Ma alla Camera la discussione è appe.na ini– ziata, e già la rivolta si arma. Una, due, tre, quattro, cinque ... Le difese si inseguono. Difese o requisi– torie? Chi sta alla sbarra? Quei che parlano. così alto sono gli accusati o gli accusatori? Le parti sono invertite; la prammatica è capovolta. Ogni di– fesa è un trionfo; ogni arringa è un'apoteosi; ogni mozione degli affetti è echeggiata eia un'ovazione. La Camera· si affolla attorno agli inquisiti, si pro– .sterna loro davanti, come ad offrire un piedistallo. .L'omertà si· scatena eia ogni settore, si protende .fimi.neo dal banco del Governo. E i delegati all'In– chiesta, i clepositarii del religioso mandato, eccoli irrisi, urlati, rinco1'si; squalificati, minacciati, de– posti. Non giova loro, come al Daneo, farsi piccini; scusarsi; rimangiarsi; ·raccomandarsi.··- Il giornale di Edoardo Scarfoglio ha troyato e

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