Critica Sociale - XXIII - n. 9-10 - 1 -16 maggio 1913

144 CRITICA SOCIALE ramento: a) crescono i redditi limiti, il che !ndica che i redditi ~norlesti si elevano; b) cresce 11red– dito medio dei censiti; c) ma aumentano anche tanto la deviazione media assoluta (da 873 a 4093 marchi) quanto quella relativa (da 47,4¼ a 87,4¾); il che significa che cresce la divergenza tra i 'red– diti individuali. Ossia si elevano i redditi piccoli, ma si elevano più rapidamente i redditi maggiori, onde la rlistanza tra i reciditi inferiori e i supe– riori o-oduti da frazioni uniformi rlella popola– zion~, ~•accresce. Il _Bres?iani _esplicitam_en~e di– chiara: " Niun dubb10 puo sussistere sul s1gmficato dell'aumento della deviazione media relativa, ed è interessante constatare questa concomitanza fra l'aumento del reddito minimo, l'aumento del red– dito medio e la crescente sperequazione della di– stribuzione,,. Dàl punto di vista rlei patrimonio si osserva all'incirca la stessa cosa : si viene abbas– sando il pat1•imonio minimo (da 10.860 marchi a 6000), si solleva il medio (da 39.16Q marchi a 118.770), si solleva più rapidamente il patrimonio più alto (0,6 °loo della popolazione nelle città o,ltre 100.000 abitanti ha un patrimonio medio di un mi– lione 397:305 marchi). I ricchi diventano sempre più ricchi. ... La statistica prussiana dei censiti dimostra poi sotto l'analisi dell'autore che esiste una profonda differenza tra città. grandi, medie e piccole nella composizione dei- redditi in rapporto ai redditi piccoli e medi, i quali nelle città piccole derivano in notevole parte rlal patrimonio, nelle città medie e specialmente nelle grandi in vece dal lavoro. E si capisce: nelle grandi città dove più energica la– vora la macchina spogliatrice del. · capitalismo è sempre crescente il quantitativo di reddito che viene rlal lavoro separato dal capitale. Gli spostamenti avvenuti nel tempo nella distri– buzione della ricchezza seguono questa tendenza, la disuguaglianza fra i redditi piccoli e quelli medi è diminuita; invece è cresciuta la disuguaglianza fra i redditi medi e quelli elevati. L'ascesa dei censiti nelle classi superiori è stata molto ·rapida nelle prime classi di imposta (92,1 % dei censiti che nel 1895 avevano un reddito compreso- tra 900 e 1350 marchi si trovavano nel 1908 in classi superiori), si rallenta nelle classi immediatamente successive (la percentuale dei censiti saliti in classi · superiori è 56,4 nella categoria da 3000 a 4500). Ma nelle classi più elevate il moviment,o di ascesa riprende ed è anzi tanto più rapido quanto più alta è la classe. Il difficile con è fare il miliardo, è fare il milione. La differenziazione dei redditi è crescente. " I poveri - scrive il Bresciani -- non sono diventati più poveri, chè anzi hanno miglio– rato le loro condizioni, ma le classi superiori si sono elevate più rapidam.ente, sicchè per questa causa la distanza economica intercedente fra loro e le altre classi è accresciuta ,,. La proprietà dei fabbricati è più concentrata della proprietà dei fondi rus"tici e la concentrazione cresce con l'ag– glomeramento rlella popolazione, come ne fanno fede le statistiche francesi.· L'aumento enorme della rendita edilizia nelle grandi città, la quale ha con– tribuito dappertutto a formare grossi patrimoni, è una delle cause principali della profon'da e cre– scente sperequazione della ricchezza che in esse si riscontra in confronto delle piccole città e delle campagne. Correlativamente, i censimenti delle aziende e· delle professioni dimostrano che, mentre, per le aziende agricole, le piccole e le medie ·tengono forma la posizione rispetto alle grandi, nelle azienrle industriali continua il processo di concen– trazione che era cominciato all'inizio dell'economia capitalistica. Tra il 1882 e il 1907 è ·diminuito il numero delle aziende industriali, mentre si ac– crebb!:l il numero delle persone in esse impiegate (processo di proletarizzazione, idest di spogliazione e di separazione del produttore dalla proprietà dei mezzi di lavoro). Declina rapidamente il numero delle aziende esercitate da una sola persona (Allein– betriebe), aumenta del 10 ¾ il numero delle aziende che impiegano da 2 a 5 persone; aumentia del 120 °lo quelle in cui lavorano da 6 a 50 persone; infine l'aumento del numero delle grandi aziende (oltre 50 persone) è stato del 206,2 °lo• Il mestiere perde terreno. Esso o cessa di esistere come (<J1•rna tecnica dell'industria, perchè o è sostituito dalla fabbrica, o, spostandosi i gusti, declina la domanda de' suoi prodotti. O cessa di esistere come fvrma econo– mica di industria, pur perdurando come forma tecnica, quando è annesso alla fabbrica, oppure quando, dovendo subire una dipendenza indiretta dal capitale, si trasforma in industria domestica. Tutto ciò nelle città, mentre invece nelle cam– pagne il mestiere si è diffuso nella seconda metà del secolo XIX. Ciò che- si dice dell'industria vale press'a poco anche per il commercio, dove si può osservare che la concentrazione in grandi azieude è stata particolarmente rapida per certi raD?-i di commercio, come le banche.... che naturalmente risiedono nelle grandi città e sono lo strumento specifico del funzionamento della granrle industria, davanti alla quale un numero sempre crescente di persone perde la propria indipendenza. Il numero degli impiegati di aziende industriali nella stati– stica della popolazione in Germania è passato da 1,5 °lo a 6,1 ¼- Il fenomeno della continua dimi– nuzione del numero degli " indipendenti,, è impo– nente. Gran parte di coloro che una volta avreb– bero potuto acquistare una p·osizione indipendente come proprietari di piccolè .aziende, diventano " impiegati » di· grandi imprese industriali e com– merciali. È una nuova classe sociar\e, un n·u.ovo medio ceto che si forma, costituito da persone che godono rli un reddito, derivante in grandissima parte dal lavoro (e non dalla proprietà) e che , sono dipendenti dal grande capitale. Tali le constatazioni dell'acuto e rliligente studio del prof. Costantino Bres.ciani, veramente deg·no della maggiore attenzione. Esse uon hanno bi– sogno di fervorino, perchè mostrino la loro pro-. fonda coerenza con le idee classiche del socialismo scientifico, sia pure anche con le revisioni che' la esperienza, lealmente osservata, ha potuto portarvi. Ma il moto vivo della economia borghese è quello che fu analizzato ·:1aJ1a critica marxista., camtte– tizzato dal crescere della. proletarizzazione, cioè dal crescere della separazionfl del <.:apitale e del lavoro, onde il formarsi dentro della società di una nuova società (il proletariato) che non ha. in– teresse a mantenere la societil. dentro della quale è nata. La scissioue quindi della società presente in due classi avverse non è scoJJg-iurabile, è ine– sistibile. Il resto· è il negreto fat.alA della storia. Ma noi crediamo alla parola d'ordine: la -borghesia. crea i suoi seppellitori. ... CLAUDIO TREVES .. FILIPPO TURA TI I T~IBU~Alil DEll liAVO~O Relazione al Consiglio superiore del lavoro per la riforma dei Probiviri industriali con 2 appendici. · Un volume di circa pagine 100 a Lire UNA Presso la Critica Sociale, Portici Galleria, 23.

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