Critica Sociale - XXIII - n. 9-10 - 1 -16 maggio 1913

142 CnITICA SOCIALE itaìiana - forza di educazione politica• e morale delle masse operaie e rurali - ad una forza di disgregamento,· di campanilismo, di dominio degli interessi particolari e delle aIIJ.bizioni personali. Il Partito socialista francese si è rovinato, c·ome si rovinò l'italiano, nella politica della cooperazione, delle riforme, del!' abbracciami-che-t'abbraccio. E io non ignoro affatto, no, onorevole Treves, quelle bat– taglie esterne è formali che il Partito socialista d'oggi, senza potenza rivoluzionaria, pretende condurre contro l'affarismo parlamentare; perchè proprio il Partito so- · cialista riformista, ti po J aurès, è stato uno dei migliori paraventi dietro i quali la plutocrazia ha saputo com– piere i propri affari; perchè gli azionisti e padroni della prima Humanité furono dodici capitalisti ebrei; perchè questa prima Humanité (quella di ora ha final– mente tolto lo scandalo) aveva affittato il proprio bol– lettino finanziario agli appaltatori della Borsa; perchè mediante la rivalità e le ambizioni socialiste fu possI– bile al tristo finanziere Edwards di fondare il Petit Sou contro la Peti/e République sfruttando il socia– lismo.... Perchè, insomma, il socialismo non è stato, quale partito parlamentare, che un sostegno, indiretto se si vuole, ma un sostegno del regime plutocratico, il par– tito che fo,rniva l'alibi di una opposizione non perico– losa, meutre la organizzazione e·le rivolte dirette contro i capitalisti sarebbero state veramente dannose; perchè il socialismo è stato il seminario di tutti quei. ministri (Briand, Viviani, ecc.), che corrompevano da una parte la classe operaia e dall'altra, conoscendone le. debo– lezze, ne frangevano le organizzazioni. Onorevole Treve~, è stato molto bene che io non abbia parlato del socialismo francese, perchè se ne avessi parlato avrei dovuto dire questo ed altro, non piacevole ai suoi orecchi. E veniamo alla scuola. Ho detto che si vogliono in , Francia scuole per i geni? Ma no: ci vogliono .scuole dove non si incretinisca la gente, ecèo tutto. E la Sorbona, oggiJ obbliga non i ge~ì, ma gli intelligenti a incretinirsi, e lascia spesso escire dai suoi corsi persone molt0 diligenti, ma che non sanno scrivere il francese. Qùanto. aUa scuola elementare, la Fl'ancia repubbli– cana ha fatto assai meno della Germania imperiale: perchè ba più analfabeti della Germania e i suoi maestri sono pagati meno di quelli prussiani. Non ho le cifre sottomano, ma le citava il signor Glay, uno dei redat– tori della famosa Revue de l'enseignement primaire, dove ei raccoglie il fior fiore delle forze socialiste' ri– voluzionarie dei maestri francesi. Non so quale " palinodia ,, abbir, io fatto rispetto al giornalismo; che, se " palinodia " ~ignifica, come parmi, 1·itratlazione,. lascierò questa all'on. Treves: io non ho nulla da ritrattare, avendo fatto una campagna contro il giornalismo italiano (La Voce, a. I, 1909), nella quale, a proposito di questo, dicevo alcune cose che ho dette ora del francese. E allora i giornalisti socialisti, per quel che mi ricordo, furono più giornalisti che socia– listi .... Ringraziandola della cortese ospitalità, mi creda, ouorevole direttore, di Lei devotissimo GIUSEPPÉ PREZZOLINI. Il signor Prezzolini si difende dunque preten– dendo che noi siamo di quelli "per i quali criticar la democrazia è necessariltmente parteggiare per i conservatori e i clericali ,, ed invece noi abbiamo semplicemente rimproverato alla conferenza del sii;;nor Prezzolini di ritenere proprii della " demo– .crazia ,, e della " democrazia francese ,, quei ma– lanni che sono di tutti i paesi e di tidti i partiti della borghesia al potere. D'onde inferivamo l'in– genuità del signor Prezzolini a credere ad occhi chiusi ai monarchici di Francia ed a presta1·e sim– patia alle loro intenzioni reazionarie: nel che ve– devamo un puro servizio reso a tutte le borghesie monarchiche ed anche del/' Italia. Dalla buona logica del signor Prezzolini ave– vamo diritto di attenderci che ci dimostrasse che il prevalere della politica del denaro, l'asservimento della stampa, il disprezzo delle ragioni della col– tura, ecc., ecc., sono portati esclusivi della "repub– blica ,, e della '• democrazia ,, - che in monarchia non si verificano. Se il signor Prezzolini rag- ' giunga cotale dimostrazione, lasciamo giudici i ·lettori. Rileviamo soltanto che il signor Prezzolini, da noi provocato a guardare alle cose della borghesia italiana, se la cava attaccando quella degenera– zione del Pa1•tito socialista, ecc., ecc. E. per la Francia, lo stesso. L'antitesi alla pln– tocrazia per il Prezzolini non è il Partito socia– lista - contro il quale rovescia tutti i jJotins dei boulf!vards - ma il partito neo-monarchista, per il quale ha tutti ~li struggimenti della sua tene– rezza. · Conclusione: non è la borghesia che in Francia e in Italia siano ree <li tutti i mali o malanni della plutocrazia, ma è.... il socialismo, il vero partito plutoc1·atico ! A coteste dispettose invérsioni fanciulles,che si riduce il signor Prezzolini allorchè è sorpreso e denudato• nella sua furbesca austerità di <leclama– tore contro i vizi della " democrazia ,, francese e di tacito sostenitore dell'universo regime capitali– stico, che il socialismo combatte dappertutto. Sap piamo: di fronte al Partito socialista egli affette– rebbe rivoluzione, anarchia, se non gli giovasse meglio amoreggiare con Ja .... Ristorazione. E veniamo alla scuola: " Cl vogliono scuole dove non si incretinisca· la gente.... E la Sorbona obbliga gli intelligenti a incretinirsi ,,. M~ il· si• gnor Prezzolini ci aveva detto che la Francia è piena di intelligenza. E noi gli abbiamo chiesto : donde, se non dalla scuola? Assurdo e co:ntraddittorio inneggiare ~lla intel– iigenza francese, e sostenere che la scuola francese incretinisce .... per causa della. democrazia! · Per finire: la 1"il1"attazione rispetto alla que– stione del giornalismo da parte del sigrim· Prezzo– lini ci sembra piena, da che egli si degna ora ri– cordarsi di avere - egli stesso - già detto contro il giornalismo italiano " alcune cose'➔,, che ha detto ora del francese. Oh ! aliora non è più la " demo– crazia,, che distrugge la libertà, l'indipendenza della stampa. E' semplicemente il denaro, il c.api– tale. E allora, signor Prezzolini, perchè vi siete armato di cotale argomento per assalire specifica– tamente la democrazia francese? Perchè? Senza dubbio p-ér ritrattarlo appena alcuno si levò ad osservare: Piano! · due e due non fanno .... cinque. c. t. Pe1· angustia di spazio, rinviamo al prossimo fascicolo : Prof. Gìov ANNI ZiillQRDI: Come si presenta la lotta ad Ostiglia.

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