Critica Sociale - XXIII - n. 9-10 - 1 -16 maggio 1913

14-0 CHITICA SOCIALE L'errore tecnico, oltre che dai calcoli scorag– ofauti che i professori si sono dati tosto a fare, :mero-e chiaro da questo stupefacente risultato,. unico~ io credo, .nelle proposte d'organico: che, alla parziale e prima attuazione della legge, tutti avrebbero un .vantaggio (di 500 lire tonde), il quale sparirebbe, con gravi differenze in meno, nella piena attuazione del capzioso congegno. , Ma io mi son lasciato tirar fuori di riga dalla " auri sacra (ames ,,, e proprio mentre facevo un un bel ragionamentq per dirti, che non di ciò vo– levo parlarti, ma richiamare la tua attenzione sopra un lato poco simpattco - dirò meglio.: un auro lato antipatico ciel disegno credariano. Devi sapere che c'era una volta un presidente: questo presidente - natm;almente ! - presiedeva la nostra Federazione degli ins~gnanti secondarì. Appena ebbe notizia della " concezione ,, del pro– getto, chiese se realmente il Ministero ne avrebbe approfittato - come si diceva - per liberarsi <la certe pastoie impostagli dalla legge di stato giu– ridico degli insegnanti, introducendo non~e che nel ling·uaggio federale si chiamano, come ben sai, " li bertici de "' Il ministro rispose che dalle sue viscere radicali· non sarebbe mai sorto simile mo• stro. Va bene. Passano i mesi, e veramente più che · i clecem menses virgiliani ; il parto è maturo: il disegno di legge appare .. Ahimè! è proprio il mo– stro temuto. Senti, che cosa è detto nell'arti– colo 54: " Quando per ragioni di età, di salute, o per qual– siasi altro grave motivo, l'opera </.eglinsegnanti o Copi di istituto, di cui alla presente legge, non abbia risposto o non r·isponda ai fi,ni didattici ed educa– tivi della Scuola -media e normale, il Minist1·0 può di– spensarli dal servizio, sentito il parere della Sezione pe,· la Istruzione media della Giunta del Consiglio Su– periore, alla quale l'interessato può pr·esentare. le sue c?nt,·odeduzioni ,,. Al che il Consiglio Federale, tranquillo e can– dido, ma al tempo stesso bene esplicito, fa seguire questo commento in una sua nota: · "Facciamoci ·coraggio ed esaminiamo qnesto arti– colo, col quale il Ministr~ è autorizzato a licenziare un insegnante in qualunque momen·to della sua carriera; licenziamento, non destituzione per. misura di– sciplinare, che è già considerata nell'art. 8 della legge sullo stat<>giuridico del 1906. " Le ragioni di età sono state già considerate, impo• nendo il limite di 70 anni; alle ragioni di salute non occorre provvedere, perchè l'insegnante ammalato dovrà andare o sarà posto in a~pettativa, e, se dopo tre ànni non è in condizioni di poter riprendere il servizio, d-ve necessariamente abbandonarlo; l'articolo è dunque fatto per quel qualsiasi altro grave motiv:_o, la cui indeterminatezza è di una gravità che · non occorre dimostrare. " E si noti che qui si parla dell'opera dell'insegnante ri:lpetto ai fini didattici ed educativi della scuola; in momenti. di reazion!l, che di quando in quando si at– traversano, questo àrticolo può di..;.entare una terribile arme di persecuzione politica o religiosa; ci può essere un'occasione nella quale il professore d'idee non per– fettamente ortodosse può costituire una incompatibilità coi fini educativi della: sc□ola. Non ~i preoccupa l'ono- revole Ministro di questa possibilità? 1 "E il licenziamento può avvenire quando l'opera dell'insegnante non abbia risposto o non rispo~da ai fini didattici e educativi della scuola,,. Non saprei come ridire, con maggior modera– zione e chiarezza, questo, che osserva il nostro Consiglio Federale, il quale conclude: " qnando in un disegno si trovano articoli, come il 54 e il 56, si• cessa dall'esaminarlo ,,. Il 56, ili cui non t'ho detto nulla, a mio parere ha minor gravità; e, per quel che volevo concludere, mi basta il 54 .. E voglio concludere questo: che, se la classe non ha avuto in sè la forza di respingere tuttn il. progetto (ora ,:ì che, se mai, era il caso di parlare di scioperetti e sci operoni ! Invece, chi ne ha sen– tito più nulla?); se il Consiglio Ferlerale non pnò ottenerne l'eliminazione per mezzo della Commis– sione, almeno qualcuno sorga alla Camera i 11 (li– fesa della nostra indipendenza, che è poi nn poco l'inciipendenza dell'intelletto, della educazione, del- l'anima italiana. . Tu sai, caro Turati, quanto io rifugga dalle pa– role grosse. e dalle esagerazioni pessimiste_; ma veramente questa disposizione partic0lare, e, si può dire, tutti' gli articoli di questo disegno di legge - ove non altro si vede che la preoccupazione di osteggiarci, angariarci, deprimerci da parte <lel Ministro dell'Istruzione; e di risparmiare, specu- . lare, giocar di partite •di giro sulle nostre faticate retribuzioni, ria parte del Ministro del Tesoro - mi fanno. abbanrlonare quello che . tu, giorni fa, dicevi " mi'o sorriso ,, e mi suggeriscono uno s<le– gnoso giudizio sul Governo, che tratta la scuola così, e sul partito rarlicale, che difende tale opera nefa><ta. La qual cosa mi inrluce -·ahimè! - in male .tentazioni presso la mia fede bloccarda, di cui pur sono così egregiamente pervaso, che non sembro neppure un tuo afl'ezionatiss'imo amico. ENRICO' CARRARA. Non_ ci .spiacerà affatto se, da un iato, il• mate1•ialismo economico (marca purissima marxista), dall'alt·1·0 il santo sdegno per la minacciata libe1:tàe dignità ideale della cattedra - su di che anche poi ci $.Ci·isse xy assai vivamente - aiuteranno a sbloccare defi,nitivamenté il no– stro carissimo Carrara dal blocca1·disJnoche lo bloccava.· Frattanto, sul clisegno di legge in blocco, il G1·uppo pa1·lamentare socialista, pa,1·imenti.... in blocco, portò, neile 1·ecenti riunioni, la·, sua attenzione, deliberando di farvi, in blocco, la più i·ecisa opposfaione. E confi– diamo che nessuno ve1·1·àmeno a questo impegno di onare. . La·C. S. flRCRblfl -MINERVINfl Liberati, grazie alla _gu~rra libica, dall'obbligo del– l'annuale discorsetto pacifista, i professori delle nostre scuole medie - e precisamente quelli d'Italiapo e di Storia - sono stati gratificati di un altro lusinghiero carico oratorio:. quello di magnificare, il dì 21 aprile, " annuale ,, della fondazione di, Roma, l'opera della Dante Alighieri e di esortare i loro discepoli a farsene soci. Ciò, ben R'intende, nelle rispettive· ore di lezione e in modo che il regolare andamento della scuola 1J011 abbia a patire nessun danno. La cosa non poteva essere meglio disciplinata, nè con maggior riguardo agli insegnanti. Non un minuto di più l'Eccellenza del Ministro ha chiesto o imposto loro per cosiffatta bisogna; non alcuna fatica straordi– naria, tranne- quella, insignificante, di imbastire quattro parole alla buona sul tema: assegnato alla loro virtuo - sità catt'edratica. Non sarebbe neppur degno del titolo di " professore ,, e meno che mai della Rioggia d'oro

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