Critica Sociale - XXIII - n. 9-10 - 1 -16 maggio 1913

138 CRITICA SOCIALE altri minori e consequenziali paras-s.iti-smi, ,che s·ono, nell'essenz.a, la medesima cosa. Ma noi questo discoTso, che .pur ha -la sua J.ogica, e il suo fond~mento nella -economia e nella stori·a, noi questo discorso non abbiamo fatto e non faocia– mo; e per un doppio motiv,o. Perchè r:i-conosòamo che vi è grado e grado neUa disonestà ,e, se è vero che la questione e·conomica è anche questione morale e• viceversa, non possiamo no·n s-entir,e maggiore rispetto e non avere maggiore interesse ad uil dominio bor– ghese, che almeno rispetti le sue leggi, quelle ch',esso s1 e date, que!J.e che proclama ogni giorno, siano pure mo-ralmente inferiori· _a quelle di una Stato fu– turo, fond.ato ,su una più s:incera ed integrale giu– •Stizia. Noi- pensiamo inoltr,e ,che un regime borghese, ,che sappia eliminare da sè i mino·ri parassitismi, con– senta una evoluzione economica più rapida ,e si con– cilii -con un progresso civile meno tormentato da r:e,a– zi•oni e da convulsioni. Cotesto diseors·o, che noi a parole. non facciamo, o lo facci,amo in ipo·tesi -e a fine dialettico, voi potete f.arlo, non colle parole, ma coll'eloquenza dei fatti. Ed è fra le righe del nostr◊' ordine del giorno un dilemma, al quale -la rì-s.posta la dovete dar voi. Intende la Camera ita-li:ana mantenere intatto, non ,screditare col sarcasmo e colla parodia, questo suo strumento di autoepurazione, che· -sono ,le. inchieste parlamentari? O intende rovinare anche questo? No-isiamo non certo, indifferenti alla rispo-sta-, ma l,a possiamo attendere -con serenità. P-erchè, se dovesse essere quel-la che -since-r:amente cerchiramo di dep-re– care, questo solo sarebbe l'effetto: e;he g.Ji eredi del vostro sistema dovr-e-bbero affrettare la loro prepàra– zi-one, dis.porsi a subentrarvi più presto, per assol– vere il loro mandato di redenzì,one• sociale. Quel suffragio universale (non lo è ancora del tutto, ma- dovrà pres.to divenirlo'), che QOi volevamo conqui– stare, che voi non d. -deste il tempo di conquista-r-e co!J.e s.ole forze proletari-e, che dunque ci avete un po' regalato in, corrispettivo della Libia (questa, sì, è 1-avera fatalità storica, on. Giolitti!); quel suffragi-o· uni-versale dovrà appunto adoperarsi dalle classi la– voratrici, fuori de-I Parlamento, p-e,r la loro opera di civiltà, di una ,civiltà onesta; pe·r la c<mquista e il rin– novamento dello Sta-to. Le conseguenze del vost~o voto di -oggi non hanno soltanto una .portata politiC:a per i Comizi elettora.Ji vi1cini; hanno inoltre una portata storica molto più ampia; e voi, onor-evoli signori, ci dovete un po,chino pensare! (Vive approvazioni all'Estrema Sinistra - Commenti). · SYLY .A. YIYIANI L' ESERCiì"'O IL RECLUTAMENtO ' aggiuntovi il disegno di legge del Gruppo socialista parlamen• tare sul reclutamento dell'esercito. Un elegante volumetto di pagine 100. Prezzo Lire UNA (presso la Critica Sociale). Questo lavoro fa seguito ai due già pubblicati dello stesso autore: · LA VERITÀSULLESPESEMILITARI LA MARINA ......... . • -Cent. 25 • 50 Il PR06EITO [REDARO PERLA S[UOLA MEDIA Il macchinoso e farraginoso disegno di legge che il di 22 aprile l'on. Credaro ha presentato alla Camera dei deputati è già stato, con zelante e frettolosa sollecitudine, discusso agli Uffici; e questi han nominato la Commissione, tutta -'--- ben (in– tende - favorevole. E della Commissione è presi– dente Ferdinando Martini; il quale - pare _ im– possibile - è favorevolissimo, L'em. Credaro non potrebbe avere più seconda fortuna! Ha dalla sua uno dei più •intendenti tra i suoi predecessori, uno degli intelletti più sensati ed equilibrati del Par– lamento, uno dei pochissimi deputati che la poli– tica ed il potere non hanno allontanato dagli studL Come mai un cosi acuto spirito si sia 1 con tanta cordialità infe1'vorato per una legge cosi greve e _brutta, io non me lo so spiegare. Ce lo spiegherà l'eloquente Fantasia nel discorso, indubbiamente adorno di toscana eleganza ed arguzia, in cùi por– terà l'ausilio della sua dilettosa dialettica ai fiacchi argomenti labori'osamente sviluppati nella ponde– rosa Relazione premessa al progetto: discorso, dopo il quale la Camera - manco a dirlo - approverà unanimemente, o quasi, nelle linee generali e nelle disposizioni part±colari, la .legge .credariana. E-cosi, con un piatto di lenticchie, i professori saranno per dieci o vent'anni tacitati; e la scuola secon– daria precipiterà sempre più rapidamente verso la sua rovina. · · ' Sull'aspetto e sull'assetto economico della legge non voglio indugiarmi. Non e questa la sede più adatta; e dovrei perdermi in molti di quei dettagll tecnici, di quei computi mi}luti che non interes– sano veramente se non .... gli interessati. Mi con– tento di rilevare che la riforma profitta ·ad alcuni, e altri sacrifica; agH uni accresce effettivamente i vantaggi e accresce sol di nome i qoveri, agli altri. diminuisce quelli. e aumenta e acuisce questi; a ·molti toglie da una parte, con pitocca e avara in– giustizia, quel che mostra di largire dall'altra; certe sperequazioni sopprime o corregge, altre conserva e ribadisce, ne crea di nuove; insomma non risponde nè a un cr.ìterio di giustizia assoluta e complessiva, nè a un criterio di giustizia com– parativa e distributiva, e contiene in sè, alcuni già vistosamente manifesti, altri men visil;:>ilima a un occhio esperto e non distratto ben percetti– bili, i germi di molti danni e di molti lai; così che è facile preveder.e che non porterà la quiete nella classe degli insegnanti nè un po' di vita serena e feconda nella scuola. _ _Questa, se è possibile, è,· nella legge escogitata dall'on. Credaro e dai suoi consiglieri, anche più sacrificata de' suoi maestri. Il nuovo gravame di ore di lezione imposto a questi e la nuova disci– plina dei cosidetti " abbinamenti ,, delle materie · d'insegnamento consacreranno definitivamente il caos, che oggi imperversa massime nelle grandi città e negli istituti numerosi, e daran libero corso all'anarchia amministrativa e didattica, a cui la riforma avrebbe dovuto- por fine. E renderanno enormemente complicata l'annuale formazione dell'organicò di ciascuna scuola. Prescrive, infatti, la legge che la Camera si appresta ad approvare, che ciascuno insegnante sii!, tenuto a impiegare le ore residuali del suo oxario obbligatorio, le ore . cioè _che gli avanzano, soddisfatto ch:egli abbia all'orario della sua disciplina o del suo gruppo di discipline, in un altro insegnamento, della stessa materia di cui è titolare o di materia affine, nel ,mo Istituto o in altri Istituti dello stesso grado o di grado minore. Che cosa ne viene? Che eia-

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