Critica Sociale - Anno XXII - n.18 - 16 settembre 1912

CRITICA SOCIALE 275 :i. loro elementi, che mai avrebbero seguìto Bis,solati e Bonomi sul terreno dei puri principi, o al freddo •esame dei loro a_tti; e si fecero solidali con essi, in– v,ece, per ,le acoose e passionate cagioni del senti- mento, pessimo fra ·i consiglieri. · Se non paresse pett.egolezzo, si potr-ebbero esami– nare nomi e oosi di Destl'i, fattisi tali dopo il Con– gresso per nobili impulsi al tutto diversi da medi- tato convincimento ,pqliti,co. - Ma meglio gioverà indagaire .J'equivoco, che suscita una strana diserzione di autentici e tradizionali ri– formisti, persuasi che oggi il Riformismo sia con .B i 1 sso,lati. Noi abbiamo visto ,andare con i Destri degli uo– mini, che manifestarono semp·re la più cordiale ap– Pl•Ovazione ai. -socialisti cosidetti «educatori», a co– loro che instillano al- popolo il concetto (tanto fred– damente marxistico e tanto elevatamente eti,co insie– me!) ,che ·og,ni suo diritto conquislA:Ltodev'essere il èorrispett-ivo di un dovere compiuto; ehe il progres– sivo attuarsi del Soci-alis'mo dev',essere dur•o e su– dato guadagno di ,lavoro, di sacrifici, meritato com– penso di una aspra fatica e di un volontario eleva– mento .tec,n,ico•,inteHettuale, morale. Andarono coi Destri, questi socialisti buoni, questi moralisti d,el Socialismo per impeto di repugnanza ai metodi, al frasario, alle persone dei rivoluzion,ari vittoriosi. Videro fors•e, per uno, strano daltonismo, nei Bissolati•ani «perseguitati», i rappresentanti e custodi del buon Socialismo, qual,e tutti no,i Jo di– fendemmo a suo tempo contro gli assalti de.Jla de– magogia ,sbracata, della piazzaiola spavalderia anar– coide e diseduootrioe, della aridità dottrinaria dei teorici e dei so.fi della rivoluzione. Molti di questi neo-Destri •erano evidentemente in letargo da anni: s'eran f.ermati ai 1904 o giù di lì; ignorano che il Bissolatismo ha fatto progressi, è di– ventato a.bile, diplomatico, gelido; calco1atore; e s'è aocostato, per certi ,aspetti, alla demagogia dei rivo– luzionari della piazza o della cattedra. Ignora,no - o sembrano ignorare - che anch'esso ha un 'suo catastrofismo sottilmente lusingatore, più ·pernicio– samente lusingatore di quello delle barricate: che anch'esso fa sperare al popolo rapide conquiste, ot– tenute non col tenace lavoro che ne costituisce il ti– tolo e _il merito, ma con le f•ortunate abilità nello scacchiere dell'alta politica. Ironìa deHe cose! 1 Parecchi di questi, che si rifanno vivi e s'imbron~ano co,i Desll'i, si erano appartati per la sfiducia nel progresso del proletariato; e vanno con ·coloro che dello sviluppo di esso hanno un c=- · cetto iperbolicamente ottimista. Si erano appartati per disgusto dell'utilitarismo bramoso e sensuale, cui pareva volgersi tutta l'attività deHe fa,langi Iavo– ratr~ci; e vanno con coloro, che· sembrano pe rsino ostentare di oocuparsi solo di cose, di oifre, di v.an– taggi materiali e tang,ibi,li... ~** No, non è possibile che tulli costoro si mettano sotto la bandiera dei_ Deslrè, solo per bella senti– mentalità che li· fa simpatizzare per le presunte vit– time del'la reazione rivoluzionaria. In molti di essi, in ciascuno di essi, v'è, in tutto o in parte, un'altra ragione, ben poco confortante ed allegra pei Destri. Sono compagni morti da anni - o semivivi - al Partito, alla mi.Jizia, all'azione: a quell'azione socia– lista da cui si battezza l'argano dei Bissolatiani! Era.no •stanchi, disillusi, disperati, del lavoro lento, noioso, durissimo fra le masse; di quel· lavoro che, poco o tanto, esige la fiamma o la scintilla dell'apo– stoLato, cioè deU'abnegazi-one a compiere la via, ben– chè sparsa di rovi ,e di spine. S'erano ritratti sotto la tenda, giustificati, ai nostri occhi, da cento attenuanti: l'ingrata e volubile re– frattarietà delle plebi, sempre pronte anoora a dar retta, ai ciarlatani; le bestialità dei sindaoalisti o se– dicentisi tali; il legittimo disgusto per le miserie in– terne del Partito, l'amarezza di vedersi posposti ai · vanitosi sopraggiunti, e tant'altre cagioni che fiac– cano le fibre e intiepidiscono la .fede. Perchè si destano, è vanno coi Destri? La ragione è kiste J:')ernoi, ma è pei Destri ancora più triste. Queste loro reclute, che tafo,ra sono dei nostri vete– rani, sono compagni che; per vari motivi, di età, di temp·eramento, di famiglia, di professione, .di vita, non sanno, più camminare per la vi.a più lunga, ove si ri!?,hiede ardore •costante, pazienza wugnaoe, con– tro gli avvereari borghesi •e al bisogno contro !'in" temo avversario; non sanrio più muoversi nella di– rettiva del Socialismo, creat~ man mano· attraverso la ·organizzazione, la ,educazione, la capacità, la forza del proletariato. Si, sentono• attratti verso qu.,lla che credòno la via più facile e breve, del Socialismo fatto fare dagli strati più progressivi della borghesia; fatto matura•re prevalentemente entr•o gli stessi istituti bor– ghesi, anzichè •nei campi, nelle officine, nella sua sede naturale ed antica. SonQI (absit injuria) gli •invalidi del nostro eseroito, che vanno a indebolire Ie schiere del Destrismo. Eppoi vi sono e vi saran,no tutti gli. altri; la cui ad,esione sarà il castigo di Leonida Bissolati. Con paradosso, crudele, egli si vedrà crescere intorno gli arrivisti, i postulanti, i « clienti » del futuro Ministro, o sempli,cemente gli uomini, di moralità media, i quali vedono nel Destri,smo j,] Socialismo• che si at– tua per Joro; il loro Socialismo, o pezzo, di torta socialista·, che serve di acconto in attesa del sole dell'avvenire. Ed, ,all'infuori di questi gruppi individuali che lo stringeranno più da presso, ma che egli saprà di– sperdere con lo sfollagente della sua fiera purezza - pur rimanendogli l'acerbo dolor e di v edersi così «interpretato» dai suoi fidi! - si and.rà formando, a •punizione• dei Destri, un ben più grande equivoco politi,co alla perif,eria, neHe provincie, nei ·collegi. Essi s'accorgeranno di essere a poco a poco circon– dati di « ncm » socialisti, di socialistoidi, di elementi che ama,no un Socialismo a modo loro, e temono ter– ribilmente quell'altro Socialismo, quello g,enuino, p.ei prole<tari, degli straccioni, del Lavoro rivendicato e redento in tutti i suoi strati e fino alle ultime mete. Tu,tti co-sto·ro, che, spesso in una buona fede piena di furberia inconsapevole, combattono il Socialiismo autentico ool coltivarne ·e favorirne un surrogato, al– zano .Ja cresta e s'assiepano intorno ai Destri, ai «ra– gionevoli », ai socialisti « coi quali si può discutere ». Perchè in Italia, dove la retorica fiorì in ogni tempo, e le cose si giudicano dalle parole, e gli uomini dal frasari-o, era iandato crescendo un equivoco, favorito ad un tempo dalla balordaggine conservatrice e daJ.la a-stiosità rivoluzioneggiante. Coloro, che nO'll grida– vano parole gro.sse, che non akoolizzavano le plebi col vooobolario a,l petrolio, che eduoavano, che <lisci-

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