Critica Sociale - Anno XXII - n.18 - 16 settembre 1912

276 CnITICA SOCIALE plinavano, che ammetteva.no il relativismo nelle for– me e nei modi, che consigliavano temperanza e com– ba!ltevano le impazienze improvvide, che indicava.no i punti dov'era possibile la collaborazione di cl,asse, senza dedizioni e rinuncie, senza snaturarsi nè com– promettere l'avvenire; i punti, cioè, dove, o l'inte– resse è comune, perchè il terreno è neutro ed estra– n,eo alla lotta, o giova al proletariato dare e accet– tare tregua alla l~tta, ma per tesoreggiare nuove forze, onde riprenderla più efficace a •tempo oppor– tuno: tutti questi, specialmente negli anni classici del fracasso sindacalista, degli scioperi generali, del tep– pismo salito alla tribuna in ve!;jte di partito politico, erano stati presi, da certa gente timida e timorata, per dei socialisti ... non socialisti, per degli uomini che galoppavano verso una bene educata democrazia di Govemo. Prampolini avea fatto piangere Bian– cheri, Turati era -stato fischiato dai rivoluzionari ed era andato a Ba,rdonecchia; dunque il primo era un socialista a,l latte e mi,ele, il seo()lndo sarebbe diven– tato ministro fra pochi anni. Certa gente - quelk1 gente che tutti noi press'a poco conosciamo; quella g-ente che, quando arriva il conferenziere in un paese, gli si stringe ai panni tra sorridente e esitante, come per « tenerlo buono>>; e, quando, ha sentito un di– soorso pacato, sensato, civilizzatore, si congratula, quasi rassicurata che quell'oratore è un socialista come piacciono a lei (·cioè è cicoria o malto, invece di caffè: somiglia al socialista, ha certi sentimenti buoni e delle idee giuste che ogni g{llantuomo deve condividere, ma non è socialista) - ci andava f.orse, negli ultimi anni, aumentando ai fianchi, per un er– ror-e suo, forse un po' per un errore ,nostro: che, tutti oocupati a dar l'antidoto all'a.Jcool venefico del sanculollismo rivoluzionari-o sindacalista, non ci cu– ravamo se ci fraintendevano dall'altra parte. Sia benedetta questa crisi, che hà ro-tto )'equivoco; e siano ringraziati i Destri, che ci liberano da co– storo. Essi saranno il loro castigo. Cre·sceranno in– to1•no, al Bissolati-smo come la gramigna, si abbar– bicheranno al « ramo secco» del Partito riformista come 'l'edera, ,e lo soffocheranno coi loro abbra·cci, scambiandolo col palo della cuccagna: cuccagna per gli arrivisti, spicciola cuccagna presto finita, ma cuc– cagna sopratutto per i socialistoidi, per coloro che non desiderano il Socialismo, che lo temono come una grave malattia infettiva, e, - per istintivo senso ùi conservazione, più che per ,calcolo astuto - cer– cano deprecarlo ,suscitando nell'organismo sociale una forma attenuata di Socia-Iismo, secondo il grande principio di Edoardo Jenner. E anche cresceranno, intorno ai Destri, gli appe- 1.iti.di questo o quel gruppo operaio; e ciò sarà più grave e più ammonitore. Perchè i socialistoidi mezzo– borgh·esi saranno a loro posto, illudendosi di sal– v:wsi d,al Socialismo coll'aggrapparsi al Destrismo; ma, quando la superstite « anima socialista n dei Bis– solatiani vedrà urgeirsi d'intorno gli utilitarismi pro– lel.::irì,e volersi tagliar fuori subilo, oon avide mani, la propria porzione di Socialismo - piatto di len– ticchie o bistecca che sia - dimentichi del comune destino e dei fratelli di stento; allora essa sarà pu– nita, allora sarà fatta aocòrta del suo errore, poicbè lo vcdrà nello specchio del pervertimento, della cor– ruzione recata in ciò che a •noi tutti fu ed è più sa– cro: la coscienza ancora adolescente ed informe dei lavoratori. GIOVANNI ZIDORDJ. I piccoli proprietaricoltivatori al Congressodi .Alessandria I nostri lettori hanno appreso, dai quotidiani, del primo Congresso nazionale, tenutosi il 1° settembt'-0 in Alessandria, dell'Associazione dei picooli proprie– tarii coltivatori della terra, a cui fecero atto di p1'-0- senza o d'.adesione parecchi deputati socialisti, la Direzione del Partito socialista, la Confederazione Gen,era,le del lavoro, numerose rappresentanze co– munali e operaie d,ella regi,one, gran numero di con– tadini interessati, e, dei radiwli, l'avv. Agnelli della Democratica lombarda. La controversia capitale sul– l'indirizzo --;- politico· od apolitico, socialista o gene– rico, rivoluzionario o parlamentare - fu piuttosto transatta che v•eramente risoluta, approvandosi a forte maggioranza un eclettico ordine del giorno, col quale, a,ffermrata come base l'organizzazione di classe, in senso solidarista, mutua·lista· e cooperativo, e accen– nato alla conquista delle riforme più urgenti - scuola popolare e professionale, credito <agricolo, riforma tributari.a e legislazione speciale di tutela - si co– stituiva l'Associazione, aderente alla Federazione dei l,av-0ratori della terra, per lottare, sia con l'azione dir,etta, si,a con quella parlamentare, allai conquista dei fini suindicati, in accordo con tutto il prolet.a- 1'iato organizzato dei campi e de!J.e officine. Dopo che il dottor Mario Cas,alini ebbe svolto il tema della mutualità agraria assicurativa, si approvava lo· Sta– tuto e si eleggeva un Consiglio di1'-0ttìvo di undici membri, fra i quali i deputati Beltrami, Monlemar– tini e Sam-0ggia. • Il problema deHa piccola proprietà terriera, dal punto di vista socialista, non è nuovo nel Partito, neppure in Italia. Molto anzi se ne discusse fr.a il 1890 e il 1896, e le prime annate della .Critica pub– bli,ca1,on-0in pr,oposito un notevole lavoro·, tuttom ri– cordato, sebbene ne sia esaurita l'edizione in opu– scolo, di Antonio Piccarolo (Rocca Pilo): La piccola proprietà, come nasce, come muore: studio sulla piccola proprietà nel Monferrato (1894, pag. 90), e una ·sequela di ·articoli polemici del Bonzo, del Di Fratta, del Gatti, del Bonomi, del Bissolati, cl~! Mo– r.andotti e di ,altri· parecchi, in parte raccolti in altro opuscolo della nostr,a « Biblioteca di propaganda »: La conquista e/ella campagna (1896) (con titolo uguale avevamo pubblicato sin çlal 1893 il Programma agri– colo ciel Partilo operaio francese; entrambi gli opu– scoli sono ancora in commercio). Di poi lia discus– sione andò ·1anguendo, l'attenzione de' socialisti fu in Italia attmtta da altri obiettivi, mentre l'argomento dava luogo a dotti volumi di socialisti <all'Estero,, co– me il David e il Kautsky in Germania, il Compère– Morel in Francia, ecc. In ve·rità, sebbene l'argomento sia de' più spinosi, appunto per la n::itura economicamente ibrida del subbietto, mezzo tra piccolo-borghese e piccolo-pl"o– letario, il fatto stesso ch'esso persiste e risorge, in !Lalia come altrove, periodicamente, e s'impone ai teorici ed ai pratici, dimostra la sua impoJ'l:llllza, l'impossibilità di ignorarlo e di trascurarlo, la con– venienza quindi di affrontarlo ancora colla più scru– polosa obiettività. Politicamente, in Italia,, presenta anche uno speciale interesse, essendo fra i piccoli proprietarii terrieri che più intensamente si esercita la propaganda clericale, che si sforza di adescarli co– gli allettamenti non eccessìvamente ultraterreni degli sconti oombiarii a buon mercato. Iniziatore ed anima del Congresso e dell'Associn– zione fu il nostro collaboratore dott. Giulio Pugliese. E poichè i resoconti dei giornali hanno oostretto in poche linee la sua Relazione sul tema fondamentale del Congresso, noi credemmo non inutile riassumerla qui molto più ampiamente - non fosse che a liv,lo documentale - sulle note da lui stesso cortesemente forniteci. La C. S. I. - " IVunc est agendum "' Questo Congresso segncril il punto di partenza a un'importantissima azione schicLlamente e ardi-

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