Critica Sociale - XXI - n. 23-24 - 1-16 dicembre 1911

CRITICA SOCIALE 357 Il secondo degli apologisti citati si fa tuttavia anche l'audace ipotesi che, nel formulare i quesiti, essendo noi meno superbi di lui, fossimo stati sinceri. E sog- giunge (egli dimora nell'Alta Valtellina):. « Vivendo in un ambiente di alta coltura, di la- voro fervido, di lotte accanite, forse vi è sfuggito che i '/,. della popolazione italiana hanno bisogno della propaganda froebeliana, prampolinesca. Abbia- mo, nell'esercito socialista, troppi ufficiali, troppo pochi soldati. Perché non dedicare una rubrica della Critica ai propagandisti?. ff tanto necessaria una scuola di propagandisti I ». , Una idea — cla tenerne conto. Ma, appunto, non fa- remmo una « sleale concorrenza » alla Giustizia di Prampolini, al Sempre Avanti! di Morgari e Pao- Ioni? E la divisione del lavoro? E, infine, riusciremmo a far cosi bene, come queglino fanno, senza imitarli e ripeterli? 3° — I soggettivi. Sono gente che, prediligendo una tendenza, oppure dati studi, date discipline, vorrebbero nella Critico trovare alimento alla loro passione o al loro bisogno speciale. Naturalmente il desiderio dell'uno è confu- tato ed eliso da quello dell'altro. Tot capita, tot soden- liae. Quasi tutti vogliono rispettata l'« ossatura n della Rivista; ma vorrebbero chi più ciccia, chi più mu- scolo, o il colore più biondo o più bruno. L'uno trova deficiente la varietà » — perciò vorrebbe limitata la lunghezza degli articoli — (ahimè ! se sapesse che faleidie e che feroci condensamenti facciamo l); altri invoca più abbondante la nota letteraria; un terzo desidera qualche po' di sociologia criminale e qualche nota di giurisprudenza in materia di probiviri e di infortuni. Inutile soggiungere che è un ottimo av- vocato di provincia. — Un quarto, farmacologo di- stinto, teme una specializzazione eccessiva che tor- rebbe alla Rivista il carattere di una « sintesi di scienze sociali n, ma, se mai, vorrebbe ci specializ- zassimo nelle discipline biologiche, fondamento delle dottrine evolutive, moderne, anticatastrofiche. « E perché — soggiunge — non dareste più larga espansione alla medicina sociale, cosi bene affidata al Bertarelli e al Casalini ? Perché un Bonardi non potrebbe volgarizzarci i punti salienti dell'antropo- biologia? E il Bicchieri non ci elargirebbe chiari arti- coli di etnologia e psicologia sociale? ». Non ci spiacerebbe di certo. Ma, ripetiamo, i desi- deri sono tanti, quanti i consiglieri. Un paio — meri- dionali, s'intende — chiedono approfondirsi sopratutto le questioni del Mezzogiorno e il suffragio universale. Eppure agli studi in questo senso del Salvérnini, del Cammareri Senni, del Bonomi e di altri .non lesi- nammo lo spazio. — Un medico, dal Canton Ticino, vorrebbe si insistesse sulle questioni religiose, sulla propaganda anticlericale, relegando.., in soffitta la vecchia formula tedesca, che fa, pei socialisti, della religione, una cosa privata. — Un geometra trova che varrebbe la pena — anche aumentando a L. 10 l'abbo- namento — di introdurre una rubrica per i Reclami di classe; sarebbe — dice una palestra, nella quale il direttore della Critica canalizzerebbe, modererebbe o spronerebbe le pretese esagerate, devianti, o lo spirito troppo apatico, delle varie categorie. — Non ci si è abbastanza rimproverato di avere, anche qui, troppo sovente rotte le tasche al prossimo colle que- stioni d'impiegati? — Un altro ancora, rammentandoci che ben sei milioni d'italiani vivono all'estero, ci vor- rebbe più curanti di tutte le questioni della emigra- zione; i lunghi studi di Petrocchi e del suo congiunto Peter Augen evidentemente non gli bastano. Occorre appena di notare che il reclamante è un abbonato ita- liano... di Valparaiso. Questi desideri sommano a una ventina. Per soddi- sfarli ci converrebbe quadruplicare, almeno, il con- tenuto della Rivista. 40 — I malcontenti benevoli. E veniamo all'ultimo gruppo: una trentina; i cui consigli dovrebbero essere i più preziosi. In generale sottoscrivono alla diagnosi da noi fatta (ultima Critica dello scorso anno) delle difficoltà che creano, a una Rivista come questa, le mutate condi- zioni del partito e lo sviluppo polisarcico dei quoti- diani, e plaudono al proposito di cercare e una certa maggiore Specializzazione e sistemazione organica di contenuto ». Un giurista di Roma, che ci fu anche — troppo avaramente — collaboratore, osserva che « anche per il socialismo il periodo di una critica ge- nerica, vaga, negativa è ormai sorpassato » e che esso « deve addestrarsi, per mezzo del suo massimo or- gano intellettuale, a un sindacalb popolare della cosa pubblica », nel senso di svelare gli interessi di consor- terie, di gruppi e di persone che si appiattano nel complicato formalismo della legislazione. Un sugge- rimento alquanto oscuro, che potrebbe chiarirsi se il proponente cominciasse egli stesso a mostrarcelo in forma concreta. Non manca chi accusa la nostalgia di quando la Critica — e, in genere, la stampa socialista — era più battagliera ed elettrizzante, lusingando le speranze in un mondo migliore del presente e soddisfacendo il senso morale del lettore con la critica spietata della odierna barbarie, con la rivelazione delle truffe che ogni giorno la borghesia compie... civilmente sotto i nostri occhi. E chi vorrebbe la prilica più «popo- lare », e chi la vorrebbe, per converso, più dotta e più profonda. Ma ecco alfine una ventina di risposte che, nelle linee somme, coincidono, e rispecchiano la vera e mag- gioranza relativa n delle opinioni di coloro che rispo- sero al « referendum ». Sarà anche.., degli altri? • Un giovane-vecchio abbonato (com'igli stesso si qualifica, perché ha soli 23 anni, beato lui !, e ci è abbonato da sette), premesso saviamente che la critica è facile e l'arte difficile, lamenta, nelle ultime annate, un certo torpore, e lo ascrive alla ceSsata o scemata collaborazione .di alcuni elementi tecnici molto pre- ziosi, all'affievolirsi dello spirito polemico-critico della Rivista, e all'essersi ristretto il campo delle diScus- sioni tecniche e dei nuovi problemi economici e so- ciali che vi vengono agitati. Come, conseguenza di questi tre rilievi — che, in sostanza, ci sembra, non ne fanno che uno — vorrebbe rinforzata la collabora- zione, ampliata la Rivista e resa mensile, e divisa in due parti principali, giusta lò schema che riferiamo testualmente: l° Economia e studi 'sciali (Rivista Critica dei problemi del giorno — scienza della organizzazione cooperativa e di classe notizie utili, illustrazioni agricole regionali, mercato del lavoro, ecc.); «2° Polemica e filosofia del socialismo (movi- mento del pensiero socialista moderno secondo la sua evoluzione scientifica) — spunti filosofici — illu- strazione dei più salienti e recenti fenomeni di colletti- vizzazione, da parte sia dei vari Stati, sia dei Co- muni e degli enti morali ».

RkJQdWJsaXNoZXIy