Critica Sociale - Anno XXI - n. 18 - 16 settembre 1911

CRITICA SOCIALE 279 sente; questo il più vero e maggiore, il più celere e conveniente avviamento delle ultime plebi italiana al suffragio. Siasi pure scettici quanto si voglia sui risultati incivilitori della nostra scuola elementare; ma la scuola, se si cercherà di farla funzionare quanto meglio sia possibile e se sarà presidiata dalle isti- tuzioni sussidiarie e dal favore popolare, resterà pur sempre il più efficace disinfettante contro i pregiudizi, e sarà ginnastica dirozzatrice e salutare educatrice per aprire le intelligenze e destare le coscienze. Il suffragio degli illetterati si potrà d'al- tra parte ornare quanto si voglia di giustificazioni eleganti, ma resterà pur sempre, nel nocciolo, il suffragio degli strati più rozzi ed incoscienti e più corruttibili, e, conio i frutti immaturi, darà succhi acerbi. Il suffragio universale, conseguito intempestiva- mente, oggi, innanzi all'alfabetismo universale, non può non produrre, a chi ben. rifletta, vive preoccu- pazioni: 1° perchè non veramente reclamato, come al- trove, dalle folle che ne son fuori, ma oggetto di agitazione ufficiale, che male attecchisce nel senti- mento degli interessati; argomento di politica di corridoio. Rivendicazione, quindi, mancante quasi affatto della sua anima naturale e della sua impli- cita garanzia di buon risultato; 20 perchè non propugnato nemmeno da una sincera maggioranza della Camera, ma imposto dall'alto; 30 perché destinato, più che non le plebi cit- tadine, ad armare del suffragio le plebi rustiche, ancora, in alcune piaghe, disorganizzate, segregate, e quasi refrattarie a una coscienza politica, a un movimento civile — le italiche Vandee — dominio finora, per la più gran parte, incontrastato e inac- cessibile del signore e del parroco, felicissimi che la democrazia, con l'universalizzazione del suffragio, risparmi loro, d'ora in poi, la briga di provvedere agli elettori-vacca...; 4° perché il partito socialista, e in genere la democrazia, attraversano ora un periodo di rilas- samento, di scissure, di stasi, di fronte al partito clericale, trovantesi invece in un periodo di crescen- za e di rigoglio straordinario, sì da venir conqui- stando terreno in tutti i campi; 5° perchè le famose risorse delle plebi meri- dionali sono, per la più parte, una colossale illu- sione, cui corrisponderà una proporzionata delu- sione nel campo dei fatti. - Si obietta: la riforma elettorale, portando nel- l'arena politica moltitudini nuove e quasi vergini. iiostringerà specialmente il partito socialista a spol- trirsi, a uscire dallo stato un po' marasmatico, in cui ristagna, da qualche tempo, con la vita poli- tica nostra, quella del parlamento e del paese. li partito socialista, una volta gittato nel gran mare del suffragio universale, dovrà, suo buono o mai grado, per istinto di vita, ingegnarsi di superare i nuovi fluiti, cercando di trarre dalla sua le plebi rustiche. Non nego la verità finale del fenomeno. Però mi preoccupa il vedere che, finora, in attesa del suffragio universale, il solo che si fa vivo e si dà pensiero a prepararsi il terreno è il partito cle- ricale. Non vedo già il partito socialista batter le. campagne ed esercitarvi una previdente azione di propaganda e di organizzazione. Un articolo sen- satissimo d'uno dell'Italia media, pubblicato poca tempo fa in capo all'Avanti! e in cui, dividendosi le stesse mie preoccupazioni, circa gli effetti im- mediati del suffragio uiversale, si esortava a con- vergere l'attenzione e gli sforzi del partito, in questa vigilia, per una propaganda efficace nelle campa- gne, è caduto pressochè nel vuoto e tra l'indiffe- renza. Ora io non dico che il partito socialista, piglian- dole e ripigliandole, non finirà per sentirle e ri- scuotersi e lottare, e, a Dio piacendo, per avere anche il sopravvento. Per chi ha fede nelle forze ineluttabili del progresso civile, così deve essere sempre, in ultima analisi. Dico soltanto che, per ora almeno, non veggo nel partito socialista alcun sintomo di quella reazione, che da taluno si pro- gnostica come il miglior effetto del suffragio uni- versale. E dico che, per ora, noi non facciamo che lavorare per moltiplicare con le nostre mani le forze del partito clericale, che in sè riassume tutte le forze conservatrici -- l'unico partito veramente vivo e operoso e potente e temibile in Italia — e il risultato immediato sarà un maggiore, per quanto scaltro, inclericalimento del Governo della nazione, con quanto vantaggio sa ognuno che ama il gra- duale, ma sicuro e continuato procedere, e non cor- re troppo dietro alla politica dell'Apocalissi. Ma si osserverà a questo punto: come va, però, che, nonostante quest'immediato loro tornaconto, i conservatori avversano, più o meno vivamente, la riforma del suffragio ? La spiegazione, cred'io, non è difficile. Anzitutto, il suffragio universale, riforma di marca democratica, per il fatto stesso che è propugnato dal partito socialista, e nella presun- zione quindi che gli giovi, deve essere, per la ra- gione dei contrari, combattuto dai conservatori, che normalmente sono dei miopi uomini. Ma poi... di- stinguo. Dei partiti conservatori, il clericale vede in real- tà di buon occhio la riforma e la attende come il cacio sui maccheroni. Chi ne, trema è il partito medio liberale, che, dall'improvviso ingrossarsi del- le forze clericali e da qualche vantaggio che qua e là potrà contare il partito socialista, teme di riu- scire diminuito, se non sgominato e spodestato. L'avere il Governo inserito il suffragio universale nel proprio programma a dispetto della Camera, ben può essere stata in questo momento una mossa awedulissima della politica di Corte, sempre di stile composito, di contrappesi, equilibrista fra le varie forze e tendenze conservatrici e novatrici della nazione. Certo, nessuna mossa migliore per darsi arie di modernità, almeno pel momento non peri- colose, approfondendo la divisione fra repubblicani e socialisti, ammansando ancora più questi ed as- sestando a quelli un colpo da maestro, proprio nel momento che essi accennavano ad una levata di scudi. Perciò permetti, caro Turati, mentre ancora si è in tempo, che al partito socialista io ripeta il Dantesco Guarda la tua virtù s'ella è possente Prima che all'alto passo tu li fidi, permetti che io speri anche un pochino... sulla efficacia della miopia conservatrice! D. S. irs-INC) AGLIONI Per la riforma ferroviaria Note e proposte, precedute da una Introduzione di FILIPPO TURATI su la Resistenza e collaborazione I tel personale nelle grandi aziende industriali di Stato. Un opuscolo di pag. 112, centesimi 50 (Per dieci esemplari sconto del dieci per cento) Presso la Critica Sociale.

RkJQdWJsaXNoZXIy